lunedì 1 settembre 2014

FREEWAY JAM, Piccoli Mondi (2014)


Ritorno di spessore per i Freeway Jam, gruppo che mancava da parecchi anni dalle scene (per l’esattezza da Pensieri Imperfetti del lontano 2002) e che con questo Piccoli Mondi si ripropone come uno dei gruppi di punta della corrente jazz rock fusion italiana. L’album è un bel viaggio in musica che conquista ascolto dopo ascolto e che mostra il consolidamento artistico raggiunto dall’ensemble. Il jazz e la fusion confluiscono in modo fluido in frangenti ora più rock ora più psichedelici, con trame strumentali che appaiono come l’elemento clou di tutto il discorso intrapreso, merito anche di doti tecniche non indifferenti. Difatti sono solo due gli episodi cantati (Sur e Istanbul City) dalla brava Silvia Dalla Noce, brani pieni di groove e dinamismo. Luca Gramignoli (chitarra), Davide Pavesi (tastiere), Danilo Somenzi (basso) e Renzo Marchetti (batteria), firmano un lavoro magari non innovativo ma assolutamente ispirato e coinvolgente, ricco di quella atmosfera che dominava i dischi dei settanta, pur non avendone la patina e l’alone nostalgico che a volte caratterizza prodotti del genere. Il gruppo segue la scia intrapresa 12 anni orsono, lasciandosi catturare dall’energia e dalla vitalità libera di jam session senza particolari vincoli. Idee e lampi che costellano Piccoli Mondi in più parti, imbevendo il tessuto di fraseggi jazz rock, progressive e funky che culminano nella lunga title track, un po’ il sunto del pensiero dei Freeway Jam. Ma non sono da meno brani esaltanti come l’iniziale e tirata Testa di Pazzo, la spumeggiante El Bailarino Bebado do Rio, la rockeggiante Danny’s Land e l’eclettica Son do Mar. Disco davvero molto interessante che fa ben presagire per il futuro prossimo dei cremonesi, sempre che non ci vogliano far attendere un’altra dozzina di anni per ascoltare certe prelibatezze! (Luigi Cattaneo)

Danny's Land (Video)

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