giovedì 23 aprile 2015

BORNIDOL, 2 (2014)


Attivi dal 2006 per volontà di Paolo Gatti (voce, hammond e tastiere) e David Garletti (batteria), la formazione bresciana, completata da Francesco Fregoni (basso) e Massimo Colosio (chitarra), dopo un ep di debutto arriva al full lenght con questo 2. Un hard prog vibrante, teso, figlio tanto degli anni ’70 quanto del metal contemporaneo, calato in strutture tipiche del genere, dove soprattutto hammond e chitarra di intersecano dando vita ad un interplay ricco di groove. La componente heavy è ben presente, sia quando i parallelismi rimandano al progressive italiano di quarant’anni fa (Rovescio della Medaglia, Biglietto per l’inferno), sia quando appaiono maggiormente attuali (Giardino Onirico, Emisferi Paralleli) e tutto il platter si muove su livelli più che discreti, conoscendo poche cadute di tono. Si avverte una band in fase di maturazione, consapevole delle proprie qualità e di un songwriting che, pur di chiara derivazione, presenta soluzioni interessanti e anche sufficientemente variegate. Oltre ai tanti sprazzi hard rock, ciò che colpisce di più è l’accorato e brillante uso dell’hammond, strumento sempre affascinante e che dona calore e profondità all’intero lavoro. L’iniziale Mezzaluna è la classica traccia di apertura, una potente song a cavallo tra Deep Purple e Uriah Heep, con l’organo che disegna scenari tipici di inizio ’70, così come certe dinamiche scolpiscono anche War, in un’alternanza di momenti lievi e altri più marcatamente rock collocati in spunti strumentali di rilievo. Sognare … viaggiare … è uno dei pezzi più progressivi tra i presenti, con tutti gli elementi che contraddistinguono il genere, carico di splendide melodie e i tipici tempi dispari di P.F.M. e Raccomanda Ricevuta Ritorno. La tempesta è il brano meno immediato ma risulta comunque piacevole e con diverse trovate degne di nota, mentre Banchettatori di corte riesce a fondere progressive e istanze wave, un po’ come fatto dai Le Porte non Aperte nel loro Golem. Più dura la chiusura affidata a Demoni, hard rock tirato e improntato sulla chitarra di Colosio, per quello che probabilmente è l’episodio maggiormente riconducibile al metal. 2 è un ritorno che sottolinea i progressi dei lombardi e che lascia intuire come i prossimi anni possano essere quelli decisivi per la definitiva esplosione. (Luigi Cattaneo)

War (Video)


  

Nessun commento:

Posta un commento