sabato 23 luglio 2016

METADRIVE, Over Reality (2016)


Voglia di esplorare, di creare suoni che hanno radici nel passato ma spirito futurista, volontà di risultare appetibili ma audaci. Queste le intenzioni di Over Reality, esordio dei Metadrive uscito per la Ma.Ra.Cash Records e che vede impegnati Luca Adami (voce e tastiere), Silvio Rondelli (tastiere) e Davide Rondelli (batteria). Vista la strumentazione utilizzata è bene dire che ci troviamo dinnanzi un disco piuttosto elettronico, una sorta di synth pop malinconico e notturno, dai suoni siderali e formato da ceselli strumentali che fungono da collante tra una progressione sintetica e l’altra e ben mettono in luce pulsioni melodiche funzionali al genere proposto. Chiaramente le due tastiere sono alla base del sound Metadrive, figlio di quella darkwave nata negli anni ’80 e di band come U2, Depeche Mode e The Cure che proprio in quel decennio mossero i primi passi discografici (anche se Three imaginary boys del gruppo di Robert Smith è datato 1979). L’album si mantiene su buoni livelli, risulta vivace e curioso per tutta la sua durata e il metal prog dei Moto Armonico (band da cui arriva Adami) è un lontano ricordo e l’aver preso una strada così diversa parrebbe un rischio calcolato vista la bontà del progetto. I due tastieristi si completano e architettano idee, forniscono spunti, riproducono suoni sofisticati e attuali, creano strutture di natura pop ben amalgamate con le tipiche tensioni emotive del post ottantiano. Pulsioni cariche di pathos ed emozionalità, elementi che abbracciano le stimolanti visioni di Cold resurrection e Digital captivity, le seducenti Metadrive e Mankind theme e gli splendidi intarsi di Lullaby of memories. Il primo passo è convincente e soprattutto può interessare una fascia di ascoltatori abbastanza ampia, aspetto non trascurabile per una band all’esordio. (Luigi Cattaneo)

Liar (Video)

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