domenica 26 febbraio 2017

CLAUDIO FASOLI, Inner Sounds (2016)


Doppia esaltante uscita per Claudio Fasoli, solista dallo stile molto personale che gli appassionati di progressive ricordano soprattutto per la sua militanza negli straordinari Perigeo. Doppia perché il sassofonista firma con Inner Sounds un esaltante libro, sintesi della sua splendida carriera e, non contento, in contemporanea pubblica un nuovo e interessante album con un double quartet di tutto rispetto. Per Fasoli il jazz è sempre stato un punto di partenza, un’attitudine vitale lontana da vacui esercizi accademici che nel corso di una vita lo ha portato a sperimentare linguaggi anche molto differenti tra loro. Il volume racconta proprio di questa sua ricerca della libertà creativa, della voglia di contaminare l’arte e del suo percorso di rinnovamento, dove la curiosità diviene parte integrante del processo creativo. Fasoli approfondisce le tante collaborazioni (tra cui Lee Konitz, Kenny Wheeler, Mario Brunello e Giorgio Gaslini), viene a sua volta raccontato da splendide testimonianze di vita e il tutto assume la veste di un compendio minuzioso in cui si parte dai tipici anni di formazione per passare alla nascita del Perigeo e al periodo jazz rock, ricordando le storiche jam al Capolinea di Milano e le contestazioni dei festival giovanili dell’epoca, anni in cui sperimentare non era un atto marginale. Il libro racconta di un’epoca ma non si sofferma su essa con occhio nostalgico, perché lo sguardo di Claudio è sempre stato proiettato in avanti (d’altronde il veneto è uno stimato docente dei Seminari Internazionali di Jazz a Siena e insegna alla Civica scuola di jazz di Milano). Le note introduttive di Carlo Boccadoro, Franco Caroni e Massimo Donà sono tanto brevi quanto incisive, mentre l’intervista a Claudio, che ripercorre la sua avventura (gli anni ’60, il Perigeo, la ricerca incessante, l’essenza del jazz) è forse il momento più coinvolgente dell’intera opera. Anche gli scritti di Fasoli rappresentano un lungo frangente del libro, brevi saggi su John Coltrane, Sonny Rollins, Wayne Shorter, Lee Konitz, le realtà odierne (giusto per citarne qualcuno), mentre il finale è completato da alcuni punti di vista di altri artisti sul sassofonista, una ricca galleria fotografica e la discografia completa di Claudio (vera chicca per gli appassionati).
Inner sounds. Nell'orbita del jazz e della musica libera
Ho pensato di arrivare a dare a quasi ogni musicista la possibilità di esprimersi in un territorio sonoro scelto solo per lui: questo ha portato ad una moltiplicazione delle situazioni musicali e a brani politematici con la studiata volontà di accostare atmosfere le più lontane fra loro. Queste le parole di Claudio per descrivere Inner Sounds, platter in cui si sono uniti il Quartetto Four e il Quartetto Samadhi per creare un percorso suggestivo e che vive delle intuizioni non solo del leader ma anche dei tanti strumentisti coinvolti (oltre a Fasoli impegnato al sax tenore e soprano troviamo Michael Gassmann alla tromba, Michele Calgaro alla chitarra, Lorenzo Calgaro al contrabbasso, Gianni Bertoncini alla batteria, Michelangelo Decorato al piano, Andrea Lamacchia al contrabbasso e Marco Zanoli alla batteria). Il groove ritmico è essenziale ma dinamico e sposa strutture fantasiose e oblique, che permettono all’album di essere un altro egregio capitolo nella lunga carriera del sassofonista. Chi ci legge vorrà sapere se è rimasto qualcosa del Perigeo. Stilisticamente Fasoli si è allontanato da quei suoni da molti anni ma lo spirito è ancora quello, ossia utilizzare il jazz per andare a scoprire o immaginare altro, essere consapevole di una certa grammatica musicale tentando di innervarla di nuove pulsioni. Sebbene fortemente ispirata da Horae Canonicae di Wystan Hugh Auden e in relazione con il testo del poeta inglese, la musica del disconon rivela nessun legame con i ritmi del procedere poetico, non è descrittiva … si potrebbe parlare di un commento musicale intimo e riflessivo … non cerco necessariamente la coerenza e so di rischiare abbastanza. Queste piccole frasi del libro danno l’idea di come il veneto non sia uno di quei musicisti ancorato a delle certezze sempre uguali e di come sviluppi un jazz dai tratti noir che oscilla tra soluzioni criptiche ed altre maggiormente comunicative, articolando le composizioni in modo decisamente strutturato. Ovvio che in un tale crogiuolo di soluzioni tutto diviene molto carico di impulsi e il lavoro di squadra diviene fondamentale per la riuscita di un discorso coerente ed organico, a maggior ragione quando si lasciano aperte più porte per sperimentare e creare. Fasoli d’altronde ha sempre puntato sul suo estro, pur essendo rigoroso e puntiglioso nel creare partiture complesse che hanno bisogno di interpreti adeguati, non solo per essere eseguite ma anche comprese e capite. Se siete amanti del jazz e del percorso del sassofonista l’accoppiata libro più cd è un regalo al quale non vi potete assolutamente sottrarre. (Luigi Cattaneo)


    

3 commenti:

  1. Il libro l'ho letto (pubblicato da AgenziaX) e anch'io lo consiglio. è veramente un bel viaggio nella musica libera, pieno di curiosità e spunti. il cd non l'ho ascoltato ma m'è venuta voglia leggendo l'interessante recensione. qual è l'etichetta? complimenti a Claudio Fasoli e a voi del blog... :-) Ciao. Francesco

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  2. bella e articolata recensione

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  3. Ciao Francesco e grazie dei complimenti. L'etichetta è la Abeat
    http://www.abeatrecords.com/catdetail.asp?IDprod=251
    Questo è il link utile
    Grazie ancora

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