sabato 25 marzo 2017

TENEBRAE, My next dawn (2016)


I Tenebrae nascono a Genova nel 2005 da un’idea del chitarrista e unico membro presente dai primordi Marco Arizzi e da subito si caratterizzano per un approccio variegato e curioso e dopo due concept (Memorie nascoste e Il fuoco segreto) arrivano al terzo con l’attuale My next dawn, un album che è cresciuto dopo alcuni cambi di line up e che ha dato ai liguri una nuova identità. Una rinascita artistica che si avvale anche dell’ottima penna di Antonella Bruzzone, che con le sue liriche in inglese (altrà novità) ha creato una storia oscura e drammatica che ben si combina con le atmosfere cupe e apocalittiche della band. Il sound è un crossover di atmospheric metal, doom e death (aspetto quest’ultimo che rimane dosato per tutto il lavoro), con le tastiere di Fulvio Parisi, fondamentali per sottolineare i vari passaggi del racconto, che si intersecano con i riff chitarristici di Arizzi e sviluppano momenti che abbracciano mastermind del genere come i My Dying Bride, i Paradise Lost dei primi anni ’90 e gli Anathema di The silent enigma. I Tenebrae hanno inoltre aperture di dark atmosferico che finiscono per avere la meglio sui connotati death metal, in un vortice emozionale di grande impatto e difatti i liguri, pur nella durezza del loro suono, riescono a manifestare gusto per partiture melodiche raffinate in odore di prog e convincono proprio per la dualità che sorregge il disco, sempre in bilico tra estremismi hard e un passato art rock. In tal senso va citata una sezione ritmica potente e affilata (Fabrizio Garofalo al basso e Massimiliano Zerega alla batteria), che dona quello spirito metal che non era così presente anni addietro ma che non rovescia del tutto le carte in tavola, lasciando ampio spazio a brani suggestivi e diretti (basti ascoltare Black drape e Behind). Difatti il lavoro di Parisi alle tastiere (con il classico organo e le delicate sezioni create dagli archi), di Arizzi e dell’ospite Laura Marsano, impegnata in alcune parti di chitarra classica, ribalta il mood della narrazione, rendendo l’opera un susseguirsi di soluzioni sempre congeniali alle varie tappe. Non è da meno Paolo Ferrarese, molto bravo nel passare dal cantato pulito, espressivo e intenso, ad un growl incisivo e vigoroso (The fallen ones, As the waves). My newt dawn è un disco che segna un passo significativo per l’ensemble, soprattutto per la decisione di staccarsi dal sound dei primi due album ma il risultato globale afferma che ci troviamo dinnanzi ad un quintetto di talento e personalità. (Luigi Cattaneo)
 
My next dawn (trailer)
 

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