sabato 17 giugno 2017

KALISANTROPE, Brinicle (2017)

Brinicle è il primo full lenght dei Kalisantrope, arrivato dopo l’ep Anatomy of the world del 2014, un lavoro dove il trio già affrontava argomenti di una certa difficoltà narrandoli lungo cinque brani completamente strumentali. La formula non è cambiata e nemmeno i temi lugubri ispiratori delle composizioni, che denotano una maggiore varietà di atmosfere e contenuti, con un approccio che vuole avvicinarsi anche al jazz. Una crescita, pur non esponenziale, c’è stata, anche se la produzione non ha aiutato i ragazzi a donare il groove necessario a brani che risultano a volte leggermente monocordi. La continuità con il passato recente si avverte sin dall’iniziale Dawn on Hiroshima skies, che racconta ovviamente della bomba nucleare sganciata sulla città giapponese nel 1945 e della crudeltà di cui è capace l’uomo, un opening track decisamente prog che può risultare ideale anche per aprire le esecuzioni live. In Placebo effect il gruppo si sofferma sulle potenzialità della mente umana e lo fa con un tocco jazzy inedito e gradevole, in cui si avverte la voglia di inserire qualche elemento di novità e seppure il meccanismo è ancora da oliare la scelta è sicuramente apprezzabile. Canis majoris è una traccia misteriosa e che potremmo ascrivere al filone delle immaginarie soundtrack di ispirazione giallo-poliziesca, soprattutto per i suoni delle tastiere di Davide Freguglia e pure Notturno, come dice il titolo, è un momento più oscuro rispetto agli altri, una soffusa nenia malinconica e vagamente ambient con un discreto finale in crescendo. Morgendämmerung descrive invece l’alba attraverso le percussioni taiko del batterista Alex Carsetti, un passaggio sperimentale che però non decolla, lasciando il brano piuttosto in sordina. Cordyceps (un fungo parassita) si struttura su un riff al basso di Noemi Bolis, su cui si staglia l’attacco progressive di Freguglia, territorio in cui i milanesi paiono più a loro agio, mentre Seeking harmony è il primo singolo (se così si può chiamare) pubblicato e vede Davide impegnato in una linea di pianoforte che conduce ad una sezione improvvisata, per quello che è uno dei pezzi più riusciti e tipicamente prog. Bel finale con Genisteae, brano lungo e di ispirazione leopardiana con una variante elettronica (un sequencing) curiosa che rende la traccia interessante e fa pensare a come il suono del trio possa evolversi in futuro. La band dimostra di avere la volontà di diversificare la proposta e l’idea di avere un quarto membro (chitarra, flauto o sax?) credo possa giovare al sound e dare loro l’opportunità di esplorare e creare soluzioni più dinamiche e strutturate. Il trio d’altronde è molto giovane e ha tutto il tempo di crescere e di trovare la propria strada, passione e umiltà non mancano, doti che abbinate a indubbie capacità tecniche possono portare l’ensemble a raggiungere risultati efficaci già nei prossimi album. (Luigi Cattaneo)
 
Seeking harmony (Video)
 

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