sabato 18 novembre 2017

QUARTO VUOTO, Illusioni (2017)


Primo full lenght per i Quarto Vuoto, che dopo la dipartita del cantante e violinista Federico Lorenzon scelgono di pubblicare un album interamente strumentale e vicino alla psichedelia floydiana e al progressive dei King Crimson. I trevigiani concepiscono con Illusioni un lavoro molto strutturato, con passaggi atmosferici, dark e qualche spunto avanguardistico che ben si amalgama con certi sviluppi sonori. Sontuosa la vena psichedelica di Nei colori del buio, con Mattia Scomparin (tastiere e piano) protagonista nel creare suggestivi tappeti che finiscono per imparentarsi con l’ambient ricercato di Brian Eno e il tanto discusso The endless river dei Pink Floyd. Coscienza sopita mette in mostra la coppia ritmica formata da Edoardo Ceron (basso) e Nicola D’amico (batteria) e il dinamismo di Luca Volonnino (chitarra), per un brano che sintetizza l’amore per il progressive e la psichedelica, mentre Impasse è uno dei momenti migliori, con Giulio Dalla Mora al sax tenore che ben si cala nelle dinamiche dei Quarto Vuoto, qui forse all’apice della loro pur breve carriera. Difatti la composizione è una lunga e articolata cavalcata sospinta da pulsioni dark prog, vagiti space e Kraut in odore di Cluster e sussulti psichedelici in cui è importante il lavoro d’insieme. A dire il vero anche la seguente Apofis si muove sulla stessa scia (presenza di Dalla Mora compresa), dove forse viene accentuata la componente rock del quartetto, prima di Due ° Io, un bel incontro/scontro tra forza e delicati spunti psichedelici e la conclusiva e raffinata Tornerò, impreziosita dal violino acustico di Mauro Spinazzè, indubbiamente un bellissimo finale per un lavoro di grande pregio e che celebra la crescita esponenziale della band veneta, molto più interessanti e affascinanti rispetto al pur piacevole ep d’esodio del 2014. (Luigi Cattaneo)
 
Apofis (Video)
 

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