venerdì 12 aprile 2013

MAGNOLIA, La Zona d'ombra (2012)

Ha ancora senso proporre un concept album nel 2013? Sì, soprattutto se ci si cala in una storia attuale e piena di drammaticità come quella raccontata nell’esordio dei Magnolia, La Zona d’ombra, uscito per la Lizard nel 2012. Già, perché raccontare la vera storia di un condannato a morte, David Hicks, facendo rivivere situazioni, emozioni, sensazioni e ricordi del protagonista in maniera credibile e coinvolgente non è impresa di tutti i giorni. A dire il vero non ci troviamo di fronte ad un gruppo alle prime armi visto che i membri della band avevano già registrato nel lontano 1995 Fiori di pioggia con il nome Eclissidra e l’esperienza torna sempre utile, si sa. E difatti i nuovi Magnolia costruiscono un ideale ponte tra epoche diverse, cogliendo lo spirito che animava Le Orme, i New Trolls e i Delirium nei ’70, un’attenzione particolare per melodie facili ma non scontate, un pop di classe che prevede arrangiamenti ad hoc ma anche una certa inflessione cantautorale che permea le liriche della vicenda. Accanto a brani che potrebbe trovare una loro collocazione anche in radio (Piccola ala o la title track per citarne qualcuno) si fanno spazio episodi più complessi come La gabbia (uno degli apici) che mostrano risvolti vicini ai Pink Floyd, Marillion, Porcupine Tree, in special modo nel lavoro chitarristico di Alessandro di Cori che colpisce per espressività e calore. L’utilizzo di una voce femminile, Chiara Gironi, può portare alla mente i The Gathering ma anche i Magenta, con cui i Magnolia hanno in comune la capacità di creare situazioni estremamente ammalianti ma mai eccessivamente semplici (Ellis One, Corridoi). L’aspetto più importante nei Magnolia pare essere una coesione di fondo che non prevede individualismi ma preferisce un discorso comune in cui potersi esprimere per dare maggiore profondità alle composizioni e le tre parti della strumentale Road to hell sono lì a testimoniarlo. Se la band riesce a trovare la continuità che sinora è mancata e a dare magari un connotato più progressivo al progetto, tenendo però fede al proprio modo di comporre e suonare, i risultati possono essere ancora maggiormente convincenti rispetto a quanto sinora elaborato. (Luigi Cattaneo)    

La gabbia (Official Video)

   

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