mercoledì 26 febbraio 2020

FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS, The cross (2019)



Avevamo lasciato Freddy Delirio nel 2012, anno dell’uscita di Journey, album dove le sue tastiere troneggiavano senza eguali, strumento che lo ha reso celebre per la sua militanza nei decani Death SS (ma non bisogna dimenticare gli H.A.R.E.M., band di cui è leader e fondatore storico). Il nuovo The cross, uscito per Black Widow sotto il monicker Freddy Delirio and The Phantoms, è un viaggio gotico in mondi sconosciuti, dove la paura diviene qualcosa di concreto, lungo sentieri brumosi e atavici, una colonna sonora dove il dark e l’horror rock incontrano il progressive, una fusione non lontanissima da quanto fatto proprio nel gruppo di Steve Sylvester. L’esperienza trentennale di Freddy emerge con classe assoluta, in quello che rimane un progetto totalmente solista (Delirio suona tutti gli strumenti, oltre che cantare), seppure non mancano alcuni ospiti lungo il disco. Difatti già nell’ottima doppietta iniziale, Frozen planets, Guardian angel, abbiamo Francis Thorn alla chitarra, per due pezzi massicci che profumano di Death SS. L’orrore si impadronisce di Inside the castle, con tanto di solo di chitarra di Lucky Balsamo, presente anche nell’angoscia palpabile di in The circle, mentre nella greve In the fog le sei corde sono ad appannaggio di Vincent Phibes (presente in Mad Messiah di Steve Sylvester, del lontano 1998). Il leader dei Death SS fa la sua apparizione in The new order (insieme a Balsamo), il prog metal strumentale è la cornice di Afterlife, oscura come la successiva In the forest (dove invece troviamo Thorn). Ci avviciniamo alla conclusione dapprima con la tenebrosa Liquid neon e poi con la tetra Cold areas, seppure la vera oscurità si tocca con The ancient monastery, suprema fusione tra prog e dark, che omaggia i maestri di un genere immortale e ancora oggi meravigliosamente inquietante. (Luigi Cattaneo)

In the fog (Video)



martedì 25 febbraio 2020

WINTER DIES IN JUNE, Penelope, Sebastian (2018)


Era il 2014 quando i Winter dies in June (Filippo Bergonzi al basso, Andrea Ferrari alla batteria, Alain Marenghi alla voce e ai synth, Luca Ori e Nicola Rossi alle chitarre) esordivano con The soft century, disco che metteva sul piatto già delle discrete idee, qui rafforzate da un concept che narra la storia partendo dalla conclusione. Penelope, Sebastian, uscito nel 2018, è la storia di un legame tra due individui, dal momento dell’abbandono sino all’istante prima della conoscenza, una trama dove gli emiliani hanno messo leggermente da parte la spinta rock delle chitarre e gli arrangiamenti orchestrali a favore di un’attitudine dream pop e shoegaze. Indie ed elegante synth pop vanno a braccetto, oscillando tra gli anni ’90 e quanto accaduto nelle decadi successive, con citazioni di Keane, Coldplay, Black Tail e Death Cab for Cutie, influenze riscontrabili nelle melodie di Aeroplanes e nella vena agrodolce di Sands, i due pezzi iniziali che instradano lungo un percorso sentito e proficuamente narrativo. Maggiormente folk la vena descrittiva di Sebastian, a cui fa seguito una Boy decisamente più vicina al rock britannico, prima della gradevole Nowhere e dell’accattivante carica emotiva di Space. L’altra protagonista è Penelope, raccontata con derive post, Different chiude infine l’album, lasciando buone sensazioni all’ascoltatore, conscio di essere alle prese con una band interessante e che ha ancora tanto da dire. (Luigi Cattaneo)

Aereoplanes (Video)



martedì 18 febbraio 2020

NEVROREA, Diva (2018)


Uscito quasi due anni fa per la Red Cat Records, Diva è l’esordio dei toscani Nevrorea (Cosimo Bitossi alla voce, alle chitarre, alle tastiere e al basso e Lorenzo Bianchi alla batteria e alle percussioni elettroniche), nati nel 2016 e fortemente influenzati da Verdena, Nirvana e in parte minore Radiohead. Soprattutto il gruppo dei fratelli Ferrari sembra il punto di riferimento maggiore, anche vocalmente, tanto che a volte ho avuto l’impressione di trovarmi dinnanzi ad un ex tribute band. Nulla di male tra l’altro, anche perché il disco scorre piacevole, tra umori notturni e un’attitudine grunge vibrante, che si percepisce già nell’iniziale Prova a perderti, preceduta dall’introduzione strumentale di Impulsiva. L’alternative della title track è tra gli episodi più interessanti, Calliope sembra omaggiare proprio la band bergamasca, mentre Revolver è oscura e malinconica. La cadenzata Super ego diviene il ponte per due pezzi fieramente elettrici, Accelera, che ci catapulta nella Seattle di inizio ’90 e Karmaboy, che invece ricorda nuovamente i Verdena degli esordi. L’ottima Attenta a dove metti i piedi e la conclusiva Nacht (outro), con i suoi versi ripetuti (Rose in fondo al cuore crescono, il buio mi confonde), lasciano la sensazione di trovarsi dinnanzi ad un progetto ancora in divenire, che ha delle basi, sicuramente solide, ma su cui i ragazzi devono lavorare ulteriormente. (Luigi Cattaneo)

Diva (Video)



lunedì 17 febbraio 2020

feat. Esserelà, Disco Dooro (2019)


Tornano i feat. Esserelà, che avevo già avuto modo di apprezzare per il precedente Tuorl, disco che risultava davvero piacevole e accattivante. La brillantezza di certe escursioni strumentali viene confermata nel nuovo Disco Dooro e pezzi come … svegliati è primavehera  o Kajitemeco sono lì a dimostrare l’efficacia della proposta dei bolognesi, che ho trovato più sicura, complice una scrittura maggiormente rifinita e centrata, accompagnata da doti tecniche che esaltano le tante idee del terzetto formato da Lorenzo Muggia (batteria), Renato Minguzzi (chitarre) e Francesco Ciampolini (pianoforte, tastiere e basso fretless), coadiuvato dagli ottimi interventi di Lorenzo Musca e Michele Tamburini ai sax e Dario Nipoti alla tromba. Progressive e jazz rock si inseguono, tra soli e tempi dispari, Frank Zappa, King Crimson, Dizzy Gillespie e i contemporanei Accordo dei Contrari, con l’interplay tra Minguzzi e Ciampolini che viene costantemente sostenuto dal motore ritmico di Muggia. Gli Elio e le Storie Tese vengono citati in Servi della Klepa, mentre Lodovico Svarchi diviene l’eroe del plot narrativo lungo ben 4 pezzi, cuore centrale di sviluppi estrosi, coinvolgenti e potenti. Disco Dooro è un lavoro fluido ed energico, a tratti veramente fantastico nel coniugare aggressività e melodia, un prodotto che segna un passo avanti deciso nella maturità degli emiliani. (Luigi Cattaneo)

Full Album (Video)



sabato 15 febbraio 2020

HUMANA PROG, Fiori, Frutti, Farfalle (2014)


Fiori, Frutti, Farfalle è un disco del 2014 uscito sotto il nome di Humana Prog, progetto di Paolo Farina, che nel 1975 scrisse il testo di Al mancato compleanno di una farfalla dei Maxophone. La riscoperta di un’audiocassetta registrata nel 1973, che conteneva ben 16 minuti di musica, è la scintilla per tornare a lavorare su questo materiale inedito, che nell’elegante LP in mio possesso (di cui ringrazio proprio Paolo per avermelo fatto recapitare), da poco disponibile, trova la sua collocazione nella suite che occupa l’intero lato A. La title track difatti, di ben 20 minuti, vede Farina (impegnato al canto) accompagnato da Lele Battista (tastiere, basso e synth), Giorgio Mastrocola (chitarra acustica), Silvio Centamore (batteria e percussioni), Donato Console (flauto), Donato Pugliese (violino), Mimmo De Carlo (chitarra), Sandro Esposito (congas e percussioni) e il compianto Sergio Lattuada dei Maxophone (clavicembalo), in quella che è una suite che risente del periodo storico in cui è stata creata e delle atmosfere di quel contesto, tra slanci strumentali, sezioni folk e un pathos comune a tante produzioni dei settanta prog. Il lato B è composto invece da brani maggiormente accostabili alla forma canzone, composti da Farina tra il 1972 e il 1973, a partire da Bianco, rosso e verde, vicina al primissimo Claudio Rocchi nell’incedere. Cerca in te è davvero molto legata a quegli anni, abbellita dal flauto di Console, che troviamo pure nella meno riuscita Mamma pubblicità e in Nel prato più verde, frizzante dedica al vivere la socialità come ormai non si fa più da tempo. Il violino di Vito Di Carlo colora la breve Ti chiedo scusa, mentre il finale è ad appannaggio di Feyzi Azzurro Brera, che si divide tra violino, viola e violoncello nella raffinata malinconia di La ballata degli amici perduti, una fotografia di ricordi lontani ma ancora ben saldi nella mente dell’autore, che con passione e dedizione ha firmato un album affascinante e gradevole. Completano il quadro le illustrazioni ad opera del grande Matteo Guarnaccia e la produzione esecutiva della AMS Records. (Luigi Cattaneo)

Fiori, Frutti, Farfalle (Video)



giovedì 6 febbraio 2020

FRANCO GIAFFREDA, Gli strani giorni di noinessuno (2019)


Chi segue la scena prog metal italiana conoscerà senz’altro Franco Giaffreda, fondatore degli Evil Wings, con cui ha inciso diversi album e un Dvd. Il lecchese dopo l’esordio da solista Angeli nel vento ha collaborato con Nic Potter e David Jackson dei Van Der Graaf Generator, Massimo Priviero e Massimo Concato, oltre che registrare Tra l’assurdo e la ragione con il Biglietto per l’inferno.folk ed entrare a far parte dei Get’em out, una tribute band dei Genesis. Gli strani giorni di noinessuno è il suo nuovo disco solista, dove Franco (voce, chitarra, flauto e mellotron) si fa accompagnare da Walter Rivolta (batteria) e Alessandro Cassani (basso), un ritorno all’hard progressivo cantato in italiano che trova la propria dimensione in pezzi potenti e fieramente aggressivi come Anime di latta e Ladri di sogni, centrali nello sviluppo narrativo del concept. Il dark prog invade l’ottima Incubo notturno, che mi ha ricordato anche qualcosa dei Malombra, La ballata di Nessuno rallenta per descrivere le sensazioni di chi si sente solo e disilluso, mentre Alba interiore e Ricominciare ad essere si legano per ridare speranza al protagonista del racconto. L’heavy abbraccia Corri con i pensieri, il progressive le strumentali sfumature di In un vortice di pensieri e Viaggiando lontano, inframmezzate dalla malinconica Domande. Il disco va letto come se fosse un’unica suite di 38 minuti, in cui si sviluppa una storia fatta di quesiti e riflessioni, quelli di un autore ancora desideroso di narrare e di esprimere le sue passioni dopo più di trent’anni di carriera. (Luigi Cattaneo)

Corri con i pensieri (Video)



martedì 4 febbraio 2020

WATCHER OF THE TREES, Fireflies in the wood (2017)

Con colpevole ritardo scopro questo interessante progetto di Dario Marconcini (già con Electric Shields e Moonshiners), i Watcher of the Trees e l’ottimo Fireflies in the wood del 2017, un album dedicato alle quattro stagioni e alle emozioni e sensazioni che si percepiscono durante certi passaggi di tempo, ma anche metafora delle fasi che contraddistinguono una vita. Vivere a stretto contatto con la natura ha aiutato l’autore, che ha immaginato un mondo dove i protagonisti sono gli alberi secolari, custodi di brani curatissimi sia a livello testuale che di arrangiamenti. L’iniziale e affascinante strumentale Trees of light at dawn vede Dario destreggiarsi alle tastiere e alla batteria programmata (nel corso del disco lo troveremo alla voce e alla chitarra ma anche al basso e all’armonica), accompagnato da una strumentazione decisamente classicheggiante composta da violoncello, piano acustico, contrabbasso, viola, flauto e violino. Una partenza evocativa che prosegue con Watcher of the trees e Trees, che chiude la sezione dedicata alla primavera, in cui tutto riprende corpo e anima. L’aurea folk non manca nemmeno nella parte dedicata all’estate, con Trees are blooming che presenta la chitarra elettrica di Paolo Mairer, e le seguenti The beech and the birch e Standing still as stony trees briose e variegate. Le tante idee e la bravura degli interpreti corredano anche le trame più malinconiche dell’autunno, con The shadows of the trees registrata con il solo ausilio di Marco Carner alla chitarra, bravissimo anche in The trees with the spoon, mentre Trees in November è l’epitaffio che ci porta all’inverno dei Watcher of the Trees. La stagione fredda è rappresentata dalle visioni di The old mantree, dalla lieve tristezza di I remember the trees e dalle ultime note di Anthem to trees, suggestiva conclusione del lavoro. I musicisti presenti sul disco sono davvero tanti e tutti notevoli, il booklet è davvero ricco e corposo, di più da un album autoprodotto è difficile aspettarsi. (Luigi Cattaneo)

Anthem to trees (Video)












SFARATTHONS, Appunti di viaggio (2019)



Nati sul finire degli anni ’70, gli Sfaratthons sono uno dei tanti gruppi che ha esordito solo decenni dopo, esattamente nel 2016 con La bestia umana. È di qualche mese fa il nuovo Appunti di viaggio, che vede la band formata da Giovanni Di Nunzio (voce e chitarra), Cecilio Luciano (batteria), Mario Di Nunzio (basso), Giovanni Casciato (chitarra) e Luca Di Nunzio (voce, tastiere e chitarra), impegnata in una rock opera che omaggia la stagione d’oro di Genesis, Le Orme e Jethro Tull. Di vitale importanza anche l’apporto dato da Geoff Warren al flauto traverso, Giovanni Ferrari al sax e Alessandro Saponaro alla chitarra. La title track iniziale è assolutamente il pezzo migliore, un prog strumentale sinfonico tra Goblin e P.F.M., una suite dove la band abruzzese mette in mostra doti tecniche non indifferenti. Il mare è protagonista anche nella successiva Vela, dove il progressive del gruppo si fa immaginifico e suggestivo, con ritmiche fitte e ambientazioni che giocano tra quiete e tempesta. Cielo nero chiude l’ideale trittico iniziale, primo brano realmente cantato, si contraddistingue per un bel testo poetico, melodie pianistiche in odore di Banco del Mutuo Soccorso e ritmiche dispari. Il viaggio in Notte, più vicina alla forma canzone, assume una dimensione esistenziale, mentre drammatica è la sequenza di Yor war, our war, che trae spunto dalla morte del piccolo migrante Aylan Kurdi. La corale Trebula di Quadri ingentilisce la delicata Ne journe, n’anne, la Colombia del Presidente Santos ispira With all the strength of my voice, accostabile a gruppi prog contemporanei come Il Fauno di Marmo e Sigmund Freud. Il dialetto abruzzese e una spinta al limite dell’hard dipingono Vaje, prima della conclusiva Trust, che si presenta come un finale movimentato e decisamente elettrico, buona chiusura di un ritorno complessivamente valido e che lascia trasparire ulteriori margini di miglioramento, soprattutto se in futuro si riuscirà a mantenere lo stesso pathos della prima parte per tutto l’album. Nota di merito per la confezione a forma di libro (anche come grandezza) del lavoro, veramente curata e tutta da leggere, naturale accompagnamento alla musica della band. (Luigi Cattaneo)

Appunti di viaggio (Video)


sabato 1 febbraio 2020

CONCERTI DEL MESE, Febbraio 2020

Sabato 1
·Banco a Campobasso
·Real Dream a Genova
·Opossum a Castel Mella (BS)
·The Winstons a Montemarciano (AN)
·Claudio Simonetti's Goblin a Roma
·Prometheo a Martina Franca (TA)

Domenica 2
·Banco a Campobasso
·La Villa Strangiato a Roma

Mercoledì 5
·Banco + Il Segno del Comando a Genova
·Explosions In The Sky a Bologna

Giovedì 6
·Explosions In The Sky a Milano
·C. Simonetti's Goblin a Scandicci (FI)

Venerdì 7
·C. Simonetti's Goblin + Quanah Parker a S. Donà (VE)
·The Coastliners a Roma

Sabato 8
·C. Simonetti's Goblin a S.Martino B. (VR)
·Mangala Vallis + Kerygmatic P. a Veruno NO
·A Lifelong Journey a S.Martino Siccom. (PV)

Domenica 9
·Arturo Stàlteri a Viterbo
·Il Bacio Della Medusa a Corciano (PG)

Martedì 11
·Dream Theater a Roma

Mercoledì 12
·Dream Theater a Milano

Giovedì 13
·Mezz Gacano Power Trio a Palermo

Venerdì 14
·La Villa Strangiato a Lugagnano (VR)
·I Viaggi Di Madeleine a Lecce
·Mezz Gacano Power Trio a Reggio Calabria

Sabato 15
·M.A.Y.A. a Lugagnano (VR)
·Picchio Dal Pozzo a Milano
·The Trip a Torino
·La Villa Strangiato a Trofarello (TO)
·Liquid Shades a Ferrara
·Mezz Gacano PT a Marina di Gioiosa Jonica (RC)


Domenica 16
·The Aristocrats al Live di Trezzo s/Adda (MI)
·Vittorio De Scalzi a Lazise (VR)

Lunedì 17
·The Aristocrats a Genova

Martedì 18
·The Aristocrats a Parma
·Chromb! a Torino

Giovedì 20
·PFM a Montecatini Terme (PT)

Venerdì 21
·Mr. Punch a Lugagnano (VR)
·The Aristocrats a Terni
·A Lifelong Journey a Locate Triulzi (MI)
·PFM a Parma
·Aquatarkus + Undertull a Roma
·Spectral Morning a Trofarello (TO)

Sabato 22
·The Aristocrats a Roma
·Needlepoint a Milano
·Claudio Simonetti's Goblin a Genova
·Malibran a Gravina di Catania (CT)
·Le Orme a Conegliano (TV)
·Plenilunio a Strevi (AL)
·La Batteria a San Giuliano Terme (PI)

Domenica 23
·The Aristocrats a S.Giovanni alla Vena (PI)
·Claudio Simonetti Goblin a Ponte a Moriano (LU)

Lunedì 24
·PFM a Brescia

Martedì 25
·PFM a Milano

Mercoledì 26
·Roberto Cacciapaglia a Mantova
·Revelation a Marino (Roma)

Giovedì 27
·PFM a Padova

Venerdì 28
·Malibran a Belpasso (CT)
·PFM a Grosseto
·Le Orme a Seriate (BG)

Sabato 29
·Massimo Giuntoli a Milano
·Riverside a Milano
·Real Dream a Foligno (PG)
·PFM a Roma
·Le Orme a Castel S. Giovanni (PC)