giovedì 29 giugno 2023

BELOW CARBON, Il comunicato stampa



Below Carbon è nato dalla collaborazione di tre amici di lunga data che si sono separati per l'università. Ci conosciamo da oltre 20 anni e abbiamo suonato insieme in passato, condividendo le nostre prime esperienze musicali nel piccolo paese della Sardegna di cui tutti siamo originari. 

Il progetto è nato quando abbiamo realizzato che, dopo tutto questo tempo, avremmo voluto ricominciare a scrivere musica insieme, in onore dei vecchi tempi, e abbiamo iniziato a collaborare  a distanza su una versione semplice di una traccia, che ha creato le basi per il nostro lavoro successivo.


Attualmente siamo tra l'Italia e il Regno Unito e stiamo gestendo il progetto completamente a distanza. Le nostre intenzioni musicali sono molto coese e non abbiamo mai sentito l'esigenza di provare insieme. Pertanto, ognuno di noi ha registrato autonomamente la propria parte e io (Enrico) ho avuto il compito di mixarla e produrre i brani.


Le nostre influenze musicali spaziano da Tool, Puscifer e Porcupine Tree a tutto il movimento grunge; da accenni di King Crimson e Pink Floyd a molta musica elettronica, sino ad arrivare a band più "estreme" come Meshuggah, Animals as Leaders e Gojira.


I contenuti musicali che proponiamo sono tutti legati al nome della band: Below Carbon, legato al cambiamento che la nostra società sta attraversando rispetto ad aspetti positivi e negativi conseguenti all'evoluzione tecnologica. Curiosamente, nella tavola periodica degli elementi, il "Silicio" - elemento base di tutta la tecnologia - si trova proprio sotto il "Carbonio", elemento base della vita organica. Abbiamo trovato questa coincidenza molto interessante e deciso di usarla come tema e nome per la band.


Come ho accennato la nostra prima composizione sarà inclusa nel nostro prossimo lavoro ma, visti i lunghi tempi di gestazione, abbiamo deciso di procedere e pubblicare i nostri primi due brani strumentali: "Overture" e "Fragments".


"Overture" è stato il nostro primo singolo. Abbiamo scritto la canzone come introduzione al nostro stile musicale, ricco di sonorità contrastanti generate dall'uso di sintetizzatori, elementi orchestrali e una chitarra a 8 corde, che di solito è lo strumento portante delle composizioni. Il significato della brano è ben rappresentato dall'artwork, realizzato da un fumettista anch'egli sardo, che raffigura un direttore d'orchestra integrato con un cyborg. Questo evidenzia tre cose: il nostro stile musicale, la direzione generale della musica e della società nella nostra era moderna e il costante contrasto tra Silicio e Carbonio. Speriamo di aver espresso tutto ciò con la nostra musica.


Overture: https://open.spotify.com/track/2EZpeOYsh7rUaJiygAK2yH?si=6b28a5ad10284ff8 


Poi è arrivato "Fragments", il nostro secondo singolo. Si tratta di un brano dalla struttura meno comune: non si sa davvero dove stia andando fino a quando non finisce. In questo caso volevamo concentrarci sulla trasformazione - anche qui rappresentata nell'artwork da un uomo che si vede allo specchio come un cyborg. I frammenti emergono dallo specchio incrinato ed entrano nella realtà. I due elementi principali (i frammenti) sono le prime sessioni di corda e la prima linea di basso. Questi due elementi lottano per tutta la canzone fino a quando si trasformano e convergono nell'ultimo riff. Se si presta sufficiente attenzione si nota che le due linee si sovrappongono costantemente l'una all'altra, in un crescendo di intensità e aggressività. 


Fragments: https://open.spotify.com/track/2dcxFL5LUYqSkUfs9vwaSS?si=7243f69dbbe545da 

La nostra terza pubblicazione è "Out and Within", il primo brano che abbiamo composto insieme il primo ad avere un testo e un cantato.

È una traccia di 7 minuti trascina attraverso diversi stati d'animo e paesaggi sonori. È una canzone introspettiva che porta l'ascoltatore in un viaggio di autoscoperta ed esplora il delicato equilibrio tra vulnerabilità e determinazione. Rappresenta una riflessione sul senso della vita e un desiderio di crescita personale. La canzone vuole invitare gli ascoltatori a riflettere sul proprio percorso introspettivo, superare gli ostacoli e assumersi la responsabilità delle proprie azioni attraverso una consapevolezza di sé. "Out and Within" è un invito a "essere il proprio amico", accettare il flusso e riflusso della vita e intraprendere un viaggio metaforico osservandosi da un punto di vista esterno.


Out and Within: https://open.spotify.com/track/71abryJc5DiZeMgHmfVDFx?si=fc5b68e5f4514fff 


martedì 27 giugno 2023

RATINGURLI, RatingUrli (2023)



Esordio omonimo per i RatingUrli, duo formato da Alan Grime e La Ny, un bel trip elettronico, suggestivo e dark, uscito qualche settimana fa dopo 1 anno e mezzo di lavorazione. Suoni vigorosi e industrial seguono testi che sanno essere surreali ma anche onirici, oscuri e al contempo lievemente ironici, un EBM ottantiana rivista alla luce di una certa personalità, che emerge netta in poco più di 20 minuti. Non si rimane impassibili dinnanzi ad episodi come Sei lo zoo dei pensieri miei, Muri & Scogli o Ti aspetto in solchi d’alba, brani malinconici, introspettivi ma anche pieni di speranza. In attesa di un full più corposo RatingUrli è un primo passo gradevole e scritto con cura, capitolo iniziale di una band che mostra già una certa attitudine, oltre che idee chiare su come sviluppare il proprio messaggio. (Luigi Cattaneo)


venerdì 23 giugno 2023

DEADBURGER FACTORY, La fisica delle nuvole (2013)

 


Uscito nel 2013 in un lussuoso cofanetto contenente un libretto, un miniposter e tre album, La fisica delle nuvole era il quinto lavoro dei Deadburger, uscito però sotto la denominazione Deadburger Factory, in quanto collettivo aperto. Chiudo oggi questa disamina con il disco che dà il titolo all’opera (gli altri due sono Puro Nylon Microonde e vibropletti), un album che si sviluppa attorno ad una formazione allargata di ben otto elementi (Simone Tilli voce e tromba, Alessandro Casini chitarra acustica, Carlo Sciannameo basso fretless, Giulia Nuti viola, Irene Orrigo flauto, Pino Gulli batteria, Massimo Giannini percussioni, Vittorio Nistri tastiere e loop), una piccola orchestra psichedelica che non disdegna di aprirsi a collaborazioni esterne (Paolo Benvegnù, Enrico Gabrielli, Giulia Sarno, Marina Mulopulos). Tra psichedelia, R.I.O., prog e forma canzone, la band si muove eccelsa e senza timori, sviluppa sonorità differenti rispetto ai due capitoli presenti nel box (anche perché nato da uno spettacolo teatrale diretto da Silvia Bagnoli) e convince anche in questo caso, riuscendo ad abbinare ricerca stilistica e suggestione, avanguardia e melodia (Cose che si rompono, Deposito 434). Visioni poetiche che scandagliano l’anima (la superba title track ma anche Wormhole), sperimentazione mai fine e sé stessa, passaggi complessi e sempre finemente arrangiati fanno di questo lavoro un inno alla creatività, dote che abbonda nella musica dei Deadburger Factory. Cofanetto da recuperare e da ascoltare senza fretta, gustandosi le idee, ostinate e contrarie, di un ensemble affrancato da ogni vincolo, imprevedibile e libero. (Luigi Cattaneo)

martedì 20 giugno 2023

MONJOIE, Tanto tempo fa prima del caos (2022)

 

Ci siamo spesso occupati dei lavori Monjoie, una band che per qualità e continuità meriterebbe davvero una maggiore visibilità, e non fa eccezione l’ultimo Tanto tempo fa prima del caos (sempre per Lizard Records), un ritorno al cantato italiano dopo And in thy heart inurn me e Love sells poor bliss for proud despair. Anche in questo nuovo episodio del gruppo formato da Alessandro Brocchi (voce, chitarra, tampura, tastiere), Valter Rosa (chitarra, bouzouki), Davide Baglietto (tastiere, low whistles, scacciapensieri, musettes), Alessandro Mazzitelli (basso, tastiere, chitarra, dulcimer, glockenspiel) e Leonardo Saracino (batteria) troviamo una miscela di folk, dark e cantautorato di pregevole fattura, raffinato ed elaborato all’interno di una forma canzone sognante e intrisa di emotività. Le suggestive atmosfere di brani come Febbre o Vento sono esemplificativi della ricerca melodica dei liguri, maestri nel creare misurati affreschi sonori, lievi ma intensi, malinconici e ammalianti. Da segnalare le presenze di Fabio Biale al violino nelle delicate trame di Dogma e Edmondo Romano al chalumeau (una sorta di antenato del clarinetto) nell’ottima Caino, altri splendidi episodi dell’ennesimo stupendo disco targato Monjoie. (Luigi Cattaneo)

Caino (Video)



sabato 17 giugno 2023

THE BUSTERMOON, The other pocket (2023)

 


The other pocket è il nuovo lavoro dei liguri The Bustermoon (Federico Stagno voce, Stefano Stagno chitarra, Andrea Monaci basso, Fulvio Grisolia batteria), un disco dove il quartetto ha ben amalgamato ballate dal taglio folk, country rock e accenni di punk californiano, uno scenario che rimanda a Zac Brown, John Butler e The Beach Boys. La band sembra guardare soprattutto agli anni ’90 e le atmosfere conferite al prodotto, così come le storie e i racconti narrati, fanno pensare ad un’epoca sempre più lontana. Ricordi e suggestioni scandite con buona padronanza, che convince in particolare negli episodi più folk, una strada che forse andrebbe intrapresa in toto viste le soluzioni adottate, godibilissime e spesso ricche di pathos. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 14 giugno 2023

CIRCUS NEBULA, The second coming (2022)

 


È un vero piacere ritrovare i Circus Nebula dopo l’omonimo esordio del 2017, un disco dove emergeva netta la passione per l’hard & heavy, portata avanti per ben 30 anni e condivisa sul palco con band come Dogs D’Amour e Death SS. A rendere giustizia al quintetto formato da Mark Ash (voce), Alex The Juggler (chitarra), Bobby Joker (batteria), Michele Gavelli (tastiere) e Deva Silence (basso) è però l’ultimo arrivato, The second coming, edito nel 2022 dall’Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa. Il passo in avanti del gruppo di Forlì in termini di songwriting, sicurezza e cura del particolare appare evidente sin dalle iniziali note di Jerusalem’s lot, 23 minuti perfetti, in cui troviamo le varie anime dei Circus Nebula, una memorabile suite divisa in 7 movimenti che si sviluppa tra metal, progressive e psichedelia. Potentissima e oscura Burn witch burn, mentre le distorsioni di Coulrophobia ci conducono prima alla nera psichedelia di Sleepin’ gods lie, e poi alla frenetica Age of reckoning. La conclusiva Burnin’ tree ci riporta al progressive, ottimo epitaffio di un album a tratti clamoroso per bellezza e intensità, un lavoro che meriterebbe davvero una visibilità maggiore e un sostegno totale da parte di quanti ascoltano questa musica. (Luigi Cattaneo)


lunedì 12 giugno 2023

FRANK PILATO, Spettri (2016)

 


Oggi facciamo un passo indietro, al 2016, quando Frank Pilato, in collaborazione con la regione Toscana e il progetto Toscana100band, diede alla luce Spettri, secondo lavoro del chitarrista fiorentino. Sulle solide ritmiche di Francesco Micieli (batteria) e Luca Giachi (basso) si sviluppa il lavoro chitarristico di Pilato, tra partiture in odore di progressive, dettami fusion e ricerca capillare del particolare, cosa che accade sin dall’iniziale 6711 Yucca ST. La title track fa il paio, esecuzione splendida in cui Pilato aggiunge un velato uso dei synth, all’interno di una trama sonora uggiosa e dai contorni dark. La breve Oktophobie (omaggio a Stockhausen) vede Micieli al berimbao (strumento a corda percossa), poco più di due minuti che fungono da collante con Psicomagia, dove invece troviamo le tastiere di Lorenzo Furferi, bravissimo nell’inserirsi in modo misurato in un episodio decisamente atmosferico. Ci si avvicina alla conclusione dell’ep dapprima con Golden vanity, caratterizzata da uno splendido lavoro ritmico su cui si muove agile Pilato, oltre che dallo spoken di Stefano Chianucci (autore anche delle liriche), e poi con L’innamorato, in cui ritroviamo l’apporto di Furferi, gradevole finale di un album pieno di ottimi spunti. (Luigi Cattaneo)


giovedì 8 giugno 2023

SUPERHORROR, Devilish whisper (2023)

 


Ultimo lavoro, in tutti i sensi, per i Superhorror, che hanno deciso di chiudere la loro ventennale carriera con il nuovo Devilish whisper. Mi sono già occupato di loro ai tempi di Hit Mania Death, ed è un piacere ritrovarli così in forma, tanto che il rammarico per questa decisione è davvero parecchio vista la qualità complessiva di questa release. Le coordinate a base di r’n’r, hard rock e sleaze sono sempre le stesse, basti ascoltare brani come Holy water o Back to the graveyard, aggressivi, disinvolti e decisamente contagiosi. I veronesi, caposaldo dell’horror metal/punk italiano si congedano con un album fresco e genuino, così com’è stato tutto il loro percorso sin dagli esordi di due decadi fa. (Luigi Cattaneo)

EMANUELE D'ALFONSO, Musica sei (2022)

Attivo sin dagli anni ’90, sia come solista che come voce dei Ruvidi, Emanuele D’Alfonso arriva oggi a pubblicare il suo primo disco, Musica sei, un lavoro composto prevalentemente da cover (tra cui brani di Grignani, Ferro, Zucchero, Negrita). Un paio di gradevoli inediti completano il quadro, dipinto insieme ad ottimi professionisti come Max Gelsi, Andrea Fontana, Massimo Bonano, Roberto Balbo e Ivan Geronazzo (giusto per citarne qualcuno). Un primo passo discografico che è omaggio alla musica italiana, in attesa di qualcosa di più corposo e personale che ci faccia conoscere meglio le doti di scrittura del musicista friulano. (Luigi Cattaneo)

Musica sei (Video)


 

lunedì 5 giugno 2023

GAIA MATTIUZZI, Inner core (2022)

 

Uscito sul finire del 2022, Inner core è l’ultimo album di Gaia Mattiuzzi, un disco dove il jazz incontra l’elettronica dando vita ad un album dal forte respiro internazionale. Con la Mattiuzzi (voce) troviamo Alessandro Lanzoni (pianoforte), Gabriele Evangelista (contrabbasso) e Enrico Morello (batteria), oltre ad una serie di ospiti che hanno donato consistenza ad un’opera che va assimilata con la dovuta attenzione, viste le tante idee messe sul piatto. Gaia in questa sua seconda uscita utilizza un linguaggio contemporaneo dal sapore progressivo, attuando uno studio sulle liriche di James Joyce che risulta perfettamente convenzionale al lavoro certosino sui suoni sviluppato dall’ensemble, con la voce che scava nello spettro timbrico, costantemente alla ricerca di maggiori possibilità espressive. Calix riprende una composizione di Phil Miller e Robert Wyatt e vive dell’apporto creativo del pianista Alfonso Santimone, che ha elaborato la parte elettronica in post produzione. Espediente che ha marchiato anche le ottime The last flower in my hair (Philipp Gropper al sax, Elias Stemeseder ai synth e Ludwig Wandinger all’elettronica), About the end of love (in questo caso il vestito elettronico è di Wanja Slavin) e Winds of may (frutto dell’incontro con il producer Grischa Litchtenberger e Gropper). Inner core è anello di congiunzione tra elegante elettronica, vibrante jazz, pulsioni classiche e spirito avant, un altro tassello nell’evoluzione del percorso della Mattiuzzi, che ha firmato un lavoro di grande sostanza, impeccabile nei contenuti per tutta la sua durata e trasversale come solo i grandi sanno fare. (Luigi Cattaneo)

The last flower in my hair (Video)



giovedì 1 giugno 2023

Me vs Myself, Aiòn (2022)

 


Terzo album per Giorgio Pinardi sotto il monicker Me vs Myself, un disco dove il milanese continua la sua ricerca sperimentale sull’uso della voce, unico strumento presente e manipolato elettronicamente con sapienza per creare qualcosa di organico e altamente suggestivo. La world music del progetto e le influenze etniche mostrano la grande cultura di Pinardi, che stavolta guarda maggiormente all’Africa, terra misteriosa e sempre affascinante, trattata con rispetto ma anche curiosità in brani come Yielbongura o Rwty. Un viaggio tra le tradizioni, non solo quelle del continente africano, che si uniscono alle derive gospel, funk e blues che animano la proposta, un calderone congeniale alla spiritualità libera di Giorgio, che si esprime con vigore tra le note di Sgriob e Leys, tra gli episodi meglio riusciti di Aiòn. L’improvvisazione di cui è intriso il materiale proposto porta la creatività dell’autore ai suoi massimi, una ricerca fatta di scoperte e soluzioni inedite, variegate dinamiche e brillanti conclusioni espressive, pur trovandoci dinnanzi ad un lavoro per sola voce. Dopo Yggdrasill e Mitclàn è un piacere constatare come Pinardi sia riuscito a creare l’ennesimo album di spessore per il suo progetto. (Luigi Cattaneo)