domenica 24 gennaio 2021

OFFICINA F.LLI SERAVALLE, Tajs! (2019)

 

Conosciuto soprattutto per essere il fondatore degli storici Garden Wall, Alessandro Seravalle ha sempre mostrato uno spirito trasversale e curioso, che lo ha portato nel corso del tempo a sperimentare senza porsi particolari freni interpretativi. Tajs! è un disco del 2019 nato in famiglia, dalla collaborazione con il fratello Gianpietro, duo che si è diviso equamente i compiti tra chitarre effettate, synth, elettronica allucinata, note di piano che affogano in disturbanti samples, suoni digitali e vibrazioni stranianti. Claudio Milano (NichelOdeon, InSonar) è l’interprete perfetto per la sperimentale Danzatori di nebbia, mentre l’ambient elettronico di Ausa mostra l’indole di un progetto pieno di sorprese, tra beat nevrotici e passaggi più atmosferici. Aritmetica dell’incurabile omaggia il filosofo e saggista Emil Cioran con un momento maggiormente sognante e dal sapore post, l’inquietante Vuoto politico sottolinea un discorso di Bettino Craxi al Parlamento Italiano nel 1992, prima di Saturno, che chiude in maniera disturbante la prima parte del lavoro. Nyc Subway late at night vira su un vibrante jazz rock, anche grazie al sax di Clarissa Durizzotto, che lascia poi il posto alla minacciosa angoscia di Bewusstsein als verhangnis. Ci avviciniamo alla conclusione con le oscure visioni di Insonnia, che evolvono nelle trame Orwelliane della techno Distopia e in quelle visionarie dell’ottima Decostruzione, in cui ritroviamo ancora l’elegante sax della Durizzotto.  Elettronica, avanguardia, jazz progressivo, psichedelia, tutto si fonde per dare vita ad un disco pieno di sensazioni, in cui i Seravalle hanno fuso nuovamente le loro personalità, confermando quanto di buono avevano espresso con il precedente Us frais cros fris fics secs. (Luigi Cattaneo)

Saturno (Video)



giovedì 21 gennaio 2021

ALTARE THOTEMICO, Selfie Ergo Sum (2020)

 

Tornano gli Altare Thotemico a distanza di sette anni da Sogno Errando, con la line up che ora vede Gianni Venturi (voce e testi) accompagnato da Marika Pontegavelli (piano, synth e voce), Agostino Raimo (chitarra), Giorgio Santisi (basso) e Filippo Lambertucci (batteria e percussioni), oltre che Emiliano Vernizzi al sax e Matteo Pontegavelli alla tromba, due special guest che con i loro fiati hanno donato ancora maggiore spessore al lavoro. Selfie Ergo Sum è probabilmente il disco più compiuto degli emiliani, intriso di poesia, riprende le radici settantiane che sempre hanno ispirato la band ma le imbeve di una sensibilità del tutto personale, fatta di sperimentazione e groove. Come diceva Goethe, costruire il futuro con elementi del passato, concetto che Venturi e soci applicano alla perfezione, complici anche i diversi progetti del leader, dai Tazebao ai Qohelet, passando per i suoi lavori in solitaria, esperienze che hanno finito per influenzare anche questo nuovo tassello Thotemico. Prog, ethnojazz, psichedelia, cantautorato, tutto si fonde per dare vita ad un album pieno, corposo, capace di evocare e di far riflettere, con tematiche forti (il cambiamento climatico, il razzismo, la fine dell’empatia) ma trattate con eleganza da Venturi, che insieme alla Pontegavelli dà vita a piccoli capolavori come Non in mio nome, Madre terra o Luce bianca. Per maggiori informazioni e per acquistare l'album potete visitare il sito www.altarethotemico.it (Luigi Cattaneo)

Selfie Ergo Sum (Video)



mercoledì 20 gennaio 2021

PANTHEØN BAND, Five lines (2020)

 


Esordio per la Pantheøn Band, gruppo formato da musicisti di grande esperienza, che calcano i palchi nostrani da decenni con vari progetti (Tommy Conti al basso, Massimo Canfora alla chitarra, di cui abbiamo parlato ai tempi dell’uscita di Create your own show, Mario Quagliozzi alla batteria, Marco Quagliozzi alle tastiere e Maurizio Cerantola alla voce, che i più attenti ricorderanno per essere stato il cantante degli Shout e per aver inciso diversi brani per le soundtrack dei film di Lucio Fulci, Claudio Fragasso e Bruno Mattei, tra cui l’immortale Living after death). Il quintetto è autore di un hard rock imparentato con l’AOR, solido e molto melodico, figlio diretto di Whitesnake, Warrant e Survivor. Five lines è quindi un concentrato di sonorità vintage, classico ma esaltante per la sua purezza, per la qualità di brani trascinanti, ruffiani al punto giusto e suonati ottimamente da una band che non nasconde gli stilemi da cui attinge ma li esalta con professionalità e doti di scrittura, fieri militanti di lunga data del rock tricolore. (Luigi Cattaneo)

On the way (Official Video)



sabato 16 gennaio 2021

LE PIETRE DEI GIGANTI, Abissi (2019)

 

L’Overdub Recordings negli anni ha esplorato con consapevolezza crescente l’alternative italiano, circuito sempre fervido di band che tentano di emergere dal fittissimo underground nostrano. Non fanno eccezione Le Pietre dei Giganti, quartetto formato da Lorenzo Marsili (voce e chitarra), Francesco Utel (chitarra e tastiere), Francesco Nucci (batteria e percussioni) e Niccolò Pizzamano (basso), che dopo l’ep Fanno Male del 2016 ha pubblicato nel 2019 Abissi. Un album corposo, ruvido, con ampio uso di distorsioni, uno stoner rock imparentato col noise e il grunge, che si fa carico di raccontare l’angoscia e il senso di annegamento dei giorni nostri, a partire da Vuoto, traccia iniziale che traccia il solco dell’inquietudine che anima i toscani. La lente dell’odio rallenta e mostra una costruzione sonora attenta e accorata, che si evince anche nell’ottima Greta, dove la matrice grunge si fa più forte, con qualche rimando anche agli Alice in Chains. DMA spinge di nuovo sull’acceleratore, la title track è un’oscura marcia, cupa e tenebrosa, mentre Canzone del sole si tinge di una sinistra carica noisy. Mattine grigie ricorda alcuni episodi targati Marlene Kuntz, prima di Stasi e della conclusiva Trieste (La casa vuota), altri frangenti molto interessanti di un disco pieno di idee e qualità. (Luigi Cattaneo)

Greta (Video)


    

martedì 12 gennaio 2021

ROSSOMETILE, Desdemona (2020)

 

Nati 25 anni fa per mano di Rosario Runes Reina (chitarra) e Gennaro Rino Balletta (batteria), i Rossometile continuano nel percorso che li vede unire heavy sinfonico, power metal e folk, elementi che nutrono anche il nuovo Desdemona, registrato insieme a Ilaria Hela Bernardini (voce) e Pasquale Murino (basso). Questo quinto album mostra una certa solidità di idee e scrittura, sempre più raffinata e rifinita, con strutture proprie di un certo grandeur orchestrale che trovano il contraltare medievale nell’utilizzo attento di strumenti come la ghironda e la cornamusa, senza dimenticare le piccole ma significative parti legate alla musica popolare, dettate dal suono particolare del tin whistle e da quello più conosciuto del bouzouki. La title track mette in mostra da subito i canoni epici del racconto, delicata e ben orchestrata è la seguente Oblivion, mentre vicina ai Rhapsody è Hela e il corvo. Sole che cammina è una tenue ballata piena di grazia e molto immaginifica, così come Storie d’amore e peste, che si muove sulla stessa scia folkeggiante e chiude egregiamente la prima parte dell’album. Rosaspina è tipicamente power, prima di XOX Arcana, tra i momenti più intensi del lavoro, e Whales of the baltic sea orchestra, strumentale davvero suggestivo. Boia misericordioso è una traccia che si tinge di intensa drammaticità, la splendida malinconia di Canzone del tramonto è il finale di un disco ricco di anima e pathos. (Luigi Cattaneo)

Full Album (Video)


   

domenica 10 gennaio 2021

ARDITYON, Ardityon (2019)

 

Esordio assoluto per gli Ardityon, heavy metal band di Treviso formata da Albert Marshall (chitarra, ex Altair, di cui abbiamo parlato per il suo validissimo Speakeasy), Valeriano De Zordo (voce dei Firelips), Diego Bordin (basso dei Mind Crusher) e Denis Novello (batteria), che si presenta con un debutto potente e aggressivo, che non disdegna affatto melodie immediate e chorus di grande impatto. Il tema della Prima Guerra Mondiale è l’evento da cui partire, la tragedia delle  morti innocenti, la drammaticità di eventi a cui mai si è preparati e da cui la band in qualche modo prende il nome (gli Arditi erano corpi speciali volontari, reparti d’assalto fondamentali nel conflitto). La botta iniziale di Ardityon è il biglietto da visita ideale, ma anche Our music è una dichiarazione d’intenti, istantanea di un quartetto formato da ottimi strumentisti, che hanno curato egregiamente la costruzione di brani che conquistano ascolto dopo ascolto. Tradizione e modernità vanno a braccetto e colorano le trame di Archons attack e Guilty of homicide, composizioni che mostrano attitudine, ritmiche corpose e fraseggi chitarristici notevoli, a sostegno della voce pressoché perfetta per il genere di De Zordo. Bellissima Pain of the world, una semi ballad molto coinvolgente, prima del thrash metal di Ancient enemy e della trascinante Zombie Apocalypse, con echi di Iced Earth, Judas Priest, Accept e Primal Fear. Glory day e Daily Holocaust chiudono un lavoro godibilissimo, senza cadute di tono, perfetto per tutti gli amanti del genere. (Luigi Cattaneo) 

Album trailer


     

sabato 9 gennaio 2021

VIRTUAL TIME, Pictures (2019)

 

Progetto ambizioso quello dei vicentini Virtual Time (Alessandro Meneghini alla batteria, Luca Gazzola alla chitarra, Marco Pivato al basso e Filippo Lorenzo Mocellin alla voce), che in un periodo dove il digitale è sempre più presente nelle nostre vite, pubblicano un cofanetto di 5 cd (4 di inediti e uno registrato dal vivo), coraggioso compendio di un percorso artistico coronato dalla collaborazione con la Go Down Records. Quello in mio possesso è però un condensato, una selezione delle tracce più significative di questa pentalogia, scostante nel suono, che abbraccia alternative, rock e hard ma non nella qualità, davvero molto alta per tutto il disco. Le influenze di Led Zeppelin, Muse e Rival Sons sono ben amalgamate all’interno di brani come Charmed, High Class Woman o Nowhere land, ottimi brani di un lavoro che però non conosce cali e che mi ha convinto nella sua totalità. Ottimo punto di partenza per scoprire l’ennesima grande band del catalogo Go Down, sempre attenta a quanto succede sul territorio veneto e punto di riferimento dell’italico underground alternativo. (Luigi Cattaneo)  

High Class Woman (Video)



mercoledì 6 gennaio 2021

GIULIO ALDINUCCI & MATTEO UGGERI, Bureau (2020)

 



Matteo Uggeri (field recordings e drones) degli Sparkle in Grey e Giulio Aldinucci (field recordings e beats), sono gli autori di Bureau, un esordio oscuro, fatto di ambient ed elettronica, suoni, rumori, piccole vibrazioni, pulsioni industriali. Il duo si muove lungo coordinate di non facile lettura, con un sound minimale che descrive senza stereotipi (Fire dome), ipnotizza (Inceneritore), diviene soundtrack di un viaggio del tutto personale (Ghiaccio). Ovviamente un lavoro del genere rischia di essere ermetico ai più, dark nel suo incedere straniante e inquieto (Zoo), a cavallo tra enigmatico sperimentalismo, glitch, ambient e noise. La partnership con la storica ADN certifica l’assoluta vena avanguardistica dei due, in una sorta di suite di 40 minuti che sviluppa il tema dell’alienazione della vita lavorativa attraverso field recordings catturati esternamente, loopati e rimodellati in beat, ritmiche, melodie arcane ed elementi drone. La lucida follia del disco non risparmia Dead flag beat e Chinese new year, mentre il finale di Inside the Bureau si avvale dei campionamenti di chitarra acustica di My dear killer e di quelli di batteria di Mattia Costa. Disco affascinante ma estremamente criptico. (Luigi Cattaneo)

sabato 2 gennaio 2021

MESMERISING, The clutters storyteller (2020)

 

Terzo disco per Davide Moscato, cantante e compositore che sotto lo pseudonimo di Mesmerising firma con The clutters storyteller un lavoro ricco di spunti melodici, dove la forma canzone viene esaltata da una band straordinaria formata da Fabio Zuffanti al basso, Martin Grice al sax e al flauto, Giovanni Pastorino alle tastiere, Simone Amodeo alla chitarra e Paolo Tixi alla batteria. Ballate malinconiche e strutture progressive si inseguono, cucendo influenze di fine ’60 inizio ’70 con altre più attuali, legate da un songwriting che riesce ad amalgamare con intelligenza le varie sfumature del progetto. Feel … my dream introduzione e incipit di un racconto che parte in maniera tenue e delicata, un’atmosfera che mi ha ricordato alcuni episodi dei Dream Theater di Metropolis Pt.2, soprattutto per il carattere immaginifico della traccia. In Ballad of a creepy night Grice dei Delirium punteggia con estro un brano di grande presa, mentre Slave of your shell ha un approccio A.O.R. ma un testo dal taglio filosofico che mostra la grande attenzione che Davide ha posto sul versante tematico del disco. Underground mette in luce il lavoro d’insieme della band, The vortex si avvicina all’horror con una scrittura che unisce prog e opera rock, prima di False reality, ballata soave e splendidamente arrangiata. La breve e fantasy In a different dimension si lega a The man who’s sleeping, altro momento dove emerge tutto il talento di Moscato e dei musicisti a sua disposizione. Chiusura affidata a The last time you called my name, struggente e progressiva conclusione di un album raffinato ed elegante. (Luigi Cattaneo)

Full Album (Video)



venerdì 1 gennaio 2021

VODA, Parallaxis (2020)

 

Iniziamo benissimo questo 2021 parlando del nuovo lavoro dei polacchi Voda, power trio formato da Radek Kopeć (chitarra, voce e pianoforte), Mikolaj Spendel (basso e contrabbasso) e Lukasz Piekarniak (batteria), che qualche mese fa ha dato alle stampe questo sontuoso Parallaxis. Si tratta di un doppio album live (con DVD) registrato a Cracovia la scorsa estate, sunto di una carriera a dire il vero che sin qui conta solo due produzioni, Onerare del 2015 e Amphibia del 2019, ma vista la bontà dell’esibizione dal vivo del terzetto viene facile pensare a nomi storici come Taste, Jimi Hendrix o i più attuali (cronologicamente parlando) Gov’t Mule, che hanno fatto dei live il vero motore della carriera. D’altronde i polacchi guardano proprio al rock blues più sanguigno, citando, magari inconsapevolmente, anche i seminali Groundhogs, oltre che ai Bakerloo di Clem Clempson, band storica e con visioni progressive ante litteram. Memorabili le versioni di Tame the time e S.O.S., ma non sono da meno nemmeno le monumentali Turnin’ around e Modern D-Grayed, che mostrano come questi arrangiamenti pensati per l’occasione si siano rivelati scelta del tutto azzeccata. Per maggiori informazioni e per acquistare i loro dischi potete visitare il sito https://vodatriopl.bandcamp.com/ (Luigi Cattaneo)

Modern D-Grayed (Video)