mercoledì 28 aprile 2021

THE FENCE, Everyday (2019)

 

Primo album (dopo due ep) per i The Fence, quintetto formato da Alessandro De Palma (voce), Matteo De Biasi (chitarra), Claudio Falcaro (basso), Federico Favaro (batteria) e Alessandro Tagliapietra (synth, piano e organo). Everyday è figlio di un certo pop rock, quello di Keane e Coldplay, ma si fa più articolato per via di influenze che rimandano a Muse e Queen, il tutto rivestito da un alone di malinconia che sovente serpeggia nelle trame create dai veneti. Doti tecniche e di scrittura sono la base di un progetto già discretamente solido, con diversi spunti freschi e radiofonici, brani che davvero potrebbero piacere ad un pubblico più mainstream se le radio nazionali avessero più curiosità e meno interessi economici. Le composizioni si sviluppano attorno a melodie apprezzabili, all’interno di strutture complessive non così scontate, vedi l’ottantiana verve di Haunted by ghosts o la successiva title track. Molto valida anche Aereoplane, così come avvincente è Delirium, prima della carica di Everlasting love, ruffiana al punto giusto per conquistare al primo ascolto. L’elegante chiusura di At night everything changes è l’ideale conclusione di un disco foriero di buone vibrazioni e piuttosto coinvolgente, primo passo di un percorso che può regalare un ulteriore crescita futura. (Luigi Cattaneo)

Haunted by ghosts (Official Video)



domenica 25 aprile 2021

ADAMAS+IBRIDOMA, Route 77 Acoustic Split Album (2017)

 

Interessante split album acustico nato durante un tour in Grecia per Adamas e Ibridoma, due realtà del metal tricolore che nel 2017 hanno unito le forze per questo piacevole Route 77 (riferimento alla strada che unisce l’Umbria alle Marche). I primi quattro brani sono ad appannaggio degli Adamas, con l’ottimo inedito Tears I never cried e Morphine su tutte (tratta dall’esordio Heavy Thoughts), brani pieni di pathos e malinconia. La seconda parte vede gli Ibridoma calarsi nell’acustico prediligendo la lingua italiana, con Nebbia e Natalia brillanti esempi del lavoro svolto per la riuscita di questo split. Chiude il disco Eyes of a stranger, che vede le due formazioni unirsi e suggellare un’amicizia in musica con risultati davvero piacevoli. (Luigi Cattaneo)


giovedì 22 aprile 2021

CURT CANNABIS, Saved my life (2020)

 


Esordio per Curt Cannabis, cantante, autore e produttore, che nel 2019 ha deciso di dare vita al progetto insieme a Brian Dinger (chitarra e tastiere), Brian Bundy (basso) e Matt Call (batteria). Saved my life è l’ep d’esordio di questo quartetto punk rock, forte di un’attitudine live e di una certa vivacità complessiva, complice anche la durata ridotta dell’opera, che si lascia ascoltare con brio. La struttura piuttosto semplice dei brani favorisce il tipico impatto punk, abbinato però a melodie pop rock discretamente radiofoniche, un ascolto quindi facilmente fruibile ai più. Ne sono prova l’iniziale The face, piccolo manifesto del sound della band, ma anche la vibrante Pushing paper bridges e la gradevole melodia di Falling sensation. Divertente A story, classicamente pop punk My own, prima di So you say e Make me laugh, piacevoli episodi conclusivi di un disco che può trovare più di un estimatore nei fan di Green Day, Millencolin e Blink 182. (Luigi Cattaneo)


martedì 20 aprile 2021

WILDKING, Back Home (2020)


 

Secondo disco per i Wildking, brianzoli ma con il cuore ben piantato nella tradizione made in USA, quella di Jimi Hendrix e ZZ Top, ma anche dei contemporanei Popa Chubby ed Eric Sardinas con i suoi Big Motor. Con queste premesse ovviamente non possiamo non trovarci dinnanzi ad un rock blues con ascendenze sudiste, elementi presenti nei due ottimi singoli che hanno anticipato il lavoro, la dirompente Long way back to home e la potente cavalcata di Circus. Rena Brambilla (chitarra), Andrea Brambilla (basso e voce) e Silvio Figini (batteria) puntano molto sull’impatto, che sfiora l’hard in più circostanze, prediligendo riff poderosi e ritmiche solide, che portano a brani incisivi e diretti (basti ascoltare Make it right o l’accattivante Roll the dice). La band ha immagazzinato la lezione dei mostri sacri a cui si ispira, li omaggia senza scimmiottarli, rende gloria a suoni che hanno fatto la storia del rock, il tutto riletto con cuore e pathos. Il decennale progetto ha un’anima, e forse proprio ora si è concretizzato del tutto, perché Back home è davvero un disco compatto e ispirato, verace, senza trucchi e senza inganni, convincente proprio per questa dote naturale di suonare vero e credibile. (Luigi Cattaneo)






domenica 18 aprile 2021

ABOUT:BLANK, Anthology of a cave (2019)

 

Secondo album per gli About:Blank, quintetto formato da Marco Venturelli (voce), Alessandro Ambrosio (chitarra), Francesco Mazziotti (chitarra), Enrico Scorzoni (basso) e Raul Zannoni (batteria), che con Anthology of a cave firma un album maturo e davvero molto interessante. I bolognesi concepiscono un’opera che richiama alla mente i lavori di Steven Wilson, Pain of Salvation, A Perfect Circle e Tool, con la parte elettrica che ben si sposa con frangenti acustici, ed esempio ne sono brani come Giants, che ci mostra una band rodata e con ottime capacità di songwriting, e la lunga Orpheo, memorabile traccia di quasi 8 minuti. Ro-Both presenta una prima trama più vicina al crossover, peraltro accuratamente maneggiata dalla band, Autoimmune disease si carica di malinconia, mentre Mirror mountain non fa altro che confermare quanto gli emiliani siano attenti a trovare i giusti accorgimenti melodici all’interno di strutture complesse e articolate. The cave è un altro momento molto intricato ma al contempo suggestivo, che fa il paio con Unnecessary, una doppietta che mostra tutta la qualità d’insieme del collettivo, un lavoro di squadra che è punto di forza e collante di tutto il lavoro. Disco che si chiude con l’atipica One more, un brano crossover tout court, quasi una bonus track per quanto si allontani dalle atmosfere sin qui create ma comunque gradevole epitaffio di un album intelligente e appassionante. (Luigi Cattaneo)

Giants (Official Video)



venerdì 16 aprile 2021

LIGHTPOLE, Daylight (2020)

 

Secondo lavoro per i Lightpole, di cui avevamo parlato ai tempi di Dusk, uscito nel 2018 per Overdub, e che qui si ripropongono in maniera del tutto autoprodotta con il nuovo Daylight. Eug Iommi (voce e programming), Claudio Marc (chitarra, programming, synth e soundscapes), Davide Tox (moog, tastiere, piano e synth) e Dominguez Marcos (batteria, percussioni e pads elettronici) confermano quanto di buono era emerso con il debutto, a corredo di una produzione che esalta la matrice elettronica di un sound a cavallo tra psichedelia e dark. La cura per il dettaglio e la finezza compositiva del quartetto fanno di pezzi come Lunar Horse Ride o First step to the Sun dei piccoli gioiellini, dove tutti gli elementi del ricco background si bilanciano in maniera ottimale. La matrice inglese del sound è preponderante e colora le ottime Shoot down e Damned conjunctions (arricchita dall’uso del Rhodes di Iommi), ma è nel complesso che Daylight risulta interessante ed estremamente gradevole, lasciando trasparire come la band abbia ancora parecchie cartucce da sparare. (Luigi Cattaneo)

Great wheel (Official Video)




mercoledì 14 aprile 2021

LAIKA NELLO SPAZIO, Dalla provincia (2019)

 

Arriva da Rho (Milano) questo trio formato da Vittorio Capella (basso e voce), Simone Bellomo (basso) e Marco Carloni (batteria), autore di un sound solido e compatto, che pesca a piene mani dal post punk, dal noise e dall’alternative rock. Dalla provincia è un debutto convincente, uscito per Overdub nel 2019, capace di mostrare un’attitudine sincera e la convinzione di una scrittura consistente e decisa, con soluzione spesso cupe e oscure, profonde nel suo avanzare lungo dieci brani dove le pulsioni ritmiche sono protagoniste indiscusse della struttura complessiva, nel solco di una tradizione che sembra rifarsi ai primi Marlene Kuntz e ai Massimo Volume, percorso seguito anche dai contemporanei Egon e PNGazers. I due singoli scelti per il lancio del disco, Il cielo sopra Rho e La scala di grigi, sono esemplificativi dello stile della band, aggressivo e ricco di distorsioni, senza particolari sovrastrutture e per questo immediato e diretto. Il disagio che si percepisce chiaramente dalla fusione tra musica e testi, tra fughe impossibili e crepe sociali, obbliga a più di una riflessione, a partire da un monicker che inchioda ad un evento discutibile. Laika finiamo per essere anche noi ascoltatori, imprigionati in un quotidiano sempre meno umano, con un’esile speranza che fiancheggia sovente elettriche bordate noisy, in un disco fatto di energia e cuore, forza e pathos. (Luigi Cattaneo)

La scala di grigi (Video)



martedì 13 aprile 2021

TOMMASO VARISCO, All the seasons of the day (reissue 2021)

 


Ancora in piena pandemia e in attesa di riprendere l'attività live, Tommaso Varisco ha pubblicato una reissue, solo digitale, di alcuni brani non arrangiati ma scritti nel periodo di All the seasons of the day, più alcune outtakes che non sono entrate nell'album ufficiale

I brani in questione ci vengono presentati dall'artista stesso

Lake (intro e coda): durante le registrazioni del pezzo c'era questo giro di basso interessante ma che andava a riempire troppo, quindi lo abbiamo tolto ma riproposto qui. Per quanto riguarda la coda si è optato per un solo con diamonica nel disco, mentre in questa reissue si recupera il solo originario con chitarra elettrica.

Afternoon: è il brano a cui tengo di più. Questa versione non a clic con acustica e voce registrate assieme mi piaceva talmente tanto che volevo riregistrare batteria, basso ed elettrica sopra questa; abbiamo poi deciso per una versione "più professionale". 

I still cannot understand: come con Afternoon chitarra + voce registrate assieme, in questo caso la versione era troppo lunga e veniva dopo Coffee (12 min), quindi abbiamo tenuto quella del disco (con voce registrata dopo). 

Hey d (ukulele version): questo è proprio un divertissement. L'ukulele non era previsto nell'album, invece si comincia proprio con lui, quindi gli abbiamo reso "omaggio" con questa versione dove la fa da padrone.

Molte canzoni erano state escluse, ho quindi organizzato una nuova session a disco ultimato dove ho registrato e recuperato i pezzi che potete sentire nella reissue. Fra queste segnalo Blind to see, che è il primo brano che ho scritto in assoluto e I see, che meritava di essere arrangiata e inserita nel lavoro, che è il resoconto di un sogno con alcuni estratti da Il piccolo principe.

Di seguito diversi link dove ascoltare o acquistare questa gustosa versione di All the seasons of the day. (Luigi Cattaneo)



domenica 11 aprile 2021

JUGGERNAUT, Neuroteque (2019)

 


Terzo disco per i romani Juggernaut, che confermano quanto di buono avevano espresso con il precedente Trama, meraviglioso esempio di psichedelia progressiva abbinata a iniezioni di post metal e sludge. Anche l’ultimo Neuroteque, uscito nel 2019 sempre per Subsound Records, dimostra come il quartetto formato da Andrea Carletti (chitarra, sitar, samples), Roberto Cippitelli (basso, glockenspiel e synth), Matteo D’Amicis (batteria) e Luigi Farina (chitarra e synth), sia una delle migliori realtà del genere in Italia, forti di una creatività e di una fantasia che li ha portati a creare un percorso dove eclettismo e armonia vanno a braccetto. Le composizioni si muovono lungo coordinate psichedeliche che lasciano trasparire l’amore per i Pink Floyd, imbevute però di forti pulsioni oscure figlie del metal, inquiete e nervose, hanno il pregio di trasportare in lande cupe, dove ci si perde tra synth spettrali, ritmiche dispari e vortici elettrici stoneriani. L’attitudine moderna ricorda band contemporanee come L’ira del Baccano, Malclango e The Whirlings, un sound immaginifico, ponte tra le varie anime della band ed ennesima dimostrazione di come la Subsound sia una garanzia dell’italico underground. Per acquistare l’album potete visitare la pagina https://juggernautrome.bandcamp.com/album/neuroteque (Luigi Cattaneo)  

venerdì 9 aprile 2021

GOLD MASS, Space (single 2021)

GOLD MASS annuncia la pubblicazione di un nuovo lavoro entro l’estate, un EP di 4 pezzi, interamente prodotti dall’artista. Il primo singolo Safe, è stato pubblicato lo scorso novembre, ed è seguito da un secondo singolo, Space, in pubblicazione il 2 aprile. Per questo nuovo lavoro l’artista si spinge ulteriormente verso un terreno ostinatamente elettronico, andando a ricercare un suono sempre più minimale e scuro rispetto all’album di debutto Transitions, prodotto da Paul Savage (Mogwai). In questo nuovo EP viene dato ancora più risalto alla voce, che letteralmente sostiene il resto della composizione, che risulta quindi appesa alla linea vocale. Le pause, il silenzio, così presenti in questo nuovo lavoro, offrono all’ascoltatore un’occasione per visualizzare grandi spazi e per pensare e riflettere, lasciandosi trasportare da un immaginario suggestivo e inquieto. 


Space è una canzone di contemplazione, contemplazione dello spazio, dell'immensità, del tempo, della vita e della nostra morte. L'universo è composto per il 4% da materia comune, di cui noi stessi siamo fatti (elettroni, protoni, neutroni e neutrini), per il 23 % da materia oscura e per il restante 73% da energia oscura, di cui non sappiamo assolutamente niente se non che esiste. L’universo ha da sempre affascinato il genere umano, che ha osservato e studiato la volta celeste fin da quando siamo apparsi sulla terra. L'universo letteralmente ci ridimensiona. E la sua contemplazione ci porta a pensare che tante delle cose su cui basiamo la nostra esistenza sono inconsistenti. La storia del genere umano è stata soprattutto un susseguirsi di lotte per il potere e per l'accumulo di ricchezze, anche a discapito degli altri. Gli astri sono testimoni silenziosi di questo spettacolo che il genere umano mette in scena da millenni. Ma in fondo gli umani sono mossi da sempre da un unico vero bisogno originario, che è quello di essere riconosciuti, visti, amati e protetti. Perché viviamo una vita di cui non possiamo capire il senso, e a differenza degli altri animali, noi ne siamo perfettamente consapevoli e questo non può che spaventarci. (Luigi Cattaneo)

Space (Official Video)



martedì 6 aprile 2021

KAOUENN, Mirages (2021)

 


Kaouenn è l’alter ego di Nicola Amici, già chitarrista e sassofonista di Butcher Mind Collapse, Lebowski e Jesus Franco & The Drogas, nonché bassista di Daudane e Tommy Lorente et La Cavaliere. In piena autonomia Nicola (qui diviso tra chitarra, basso, synth, organo, xaphoon, sax, voce, samples e programming) ha già firmato un esordio nel 2016 e il nuovo Mirages conferma le intuizioni elettroniche, ambient e psichedeliche del marchigiano, una sperimentazione che i muovo nel solco tracciato da act come C’mon Tigre, The Lay Llamas e Peaking Lights. Psychic nomad mostra da subito tutto il potenziale immaginifico della musica di Nicola, una personale soundtrack che prosegue con l’interessante sviluppo creativo di Immaterial jungle e con la lunga Reachin’ the stars, il brano dove emerge meglio nitido il variopinto background dell’autore di Jesi. Mirage noir conferma l’attitudine per atmosfere suggestive, aiutato dalla chitarra del sempre curioso Above The Tree, Indina conferma la ricerca su un suono personale e riconoscibile, mentre Flood of light è un altro momento molto creativo. La conclusiva K2, con Sara Ardizzoni alla chitarra, è uno dei frangenti più intensi del lavoro, che presenta anche una valida bonus per la versione in vinile, Into a ring of fire. Per acquistare l'album potete visitare la pagina https://kaouenn.bandcamp.com/album/mirages (Luigi Cattaneo)

domenica 4 aprile 2021

DEAFCON5, Feel (2020)

 

Terzo disco per i Deafcon5, realtà tedesca poco conosciuta in Italia ma che meriterebbe una certa attenzione da parte degli appassionati di progressive, viste anche le influenze di band molto apprezzate come Rush, Queensryche, Eldritch e Threshold. Feel è un concept sulle intuizioni degli psicologi Carroll Izard e Paul Ekman, otto tracce che mettono insieme prog metal, melodie settantiane e fraseggi malinconici, con la chitarra di Dennis Altmann (impegnato anche al basso) che si muove tra riff fragorosi e soli di spessore, supportato dalle tastiere del bravissimo Frank Feyerabend e da una sezione ritmica corposa e fluida (Heiko Heizmann al basso e alle tastiere e Sebastian Moschuring alla batteria). Completa il quadro la buona prova di Michael Gerstle, voce capace di evocare sin dall’iniziale Uprising, dove spicca il lavoro raffinato d’insieme della band, che non disdegna affatto momenti individuali di ottima fattura. Straight between the eyes punta molto su un impatto hard epicheggiante, Ruthless conferma l’attitudine heavy dei tedeschi, mentre My unwanted bride chiude la prima parte del disco in maniera sontuosa, dieci minuti dove il quintetto sviluppa una partitura complessa e dinamica. Surprise torna su binari maggiormente prog metal, in maniera brillante e decisa, Dawn è introspettiva e delicata, prima dell’accattivante White house madness, arricchita dalla presenza di Imke Rehder alla tromba. Chiude l’album la progressiva The journey, lunga traccia in bilico tra suggestioni oscure, potenza metal e rifiniture classicheggianti, conclusione di un ritorno dove ha messo mano anche Simone Mularoni dei DGM, che ha prodotto e masterizzato l’opera. (Luigi Cattaneo)

Album Trailer    



   

venerdì 2 aprile 2021

MINUS, Round (2020)

 


Fondato da Luciano Berio, Tempo Reale è un centro di ricerca e produzione musicale ormai storico, che guarda con libertà all’applicazione di nuove tecnologie legate al suono, fattore che ha portato alla realizzazione, a partire dal 2012, di album in collaborazione con importanti musicisti, una collana di titoli che si arricchisce con Round dei Minus, un collettivo d’improvvisazione formato da Simone Faraci (pianoforte preparato, sintetizzatore, oggetti, live elettronics), Marco Giampieretti (sintetizzatore), Giovanni Magaglio (campionatore), Matteo Pastorello (no-imput mixer, radio, live elettronics), Federico Pipia (basso, live elettronics) e Niccolò Salvi (sintetizzatore), a cui vanno aggiunti elementi esterni che completano il quadro dei 4 pezzi presenti. Di base a Bologna, il gruppo punta tutto su un’improvvisazione free, elemento che contraddistingue questo esordio, fatto che ha portato gli attori coinvolti ad ascoltare chi esegue un determinato passaggio, seguendo regole comunitarie che hanno la meglio su passaggi individuali. Un modo di lavorare che ovviamente ha portato alla creazione di momenti parecchio ostici, dove parti jazzate si sposano con pesanti iniezioni di elettronica, in un turbinio elettroacustico che vive di sonorità differenti, a partire da Round #4, tredici minuti dove i bolognesi scelgono di affidarsi all’interplay tra i sassofoni di Giacomo Bertocchi (impegnato anche al clarinetto) e Filippo Cassani e il violoncello di Giuseppe Franchellucci. Pulsante Round #5, dove troviamo, oltre il già citato Bertocchi, la solida batteria di Michael Harding e la chitarra elettrica di Francesco Perissi, che abbiamo conosciuto con l’album Rossana. Pura elettronica in Round #6, mentre setting misto per Round #7, con i sassofoni di Cassani che incontrano le partiture elettroniche del collettivo, chiusura di un debutto coraggioso e adatto solo a chi è già avvezzo a queste sonorità. (Luigi Cattaneo)