martedì 28 novembre 2023

SKANNERS, Greatest Hits (2021)

 

Arrivano alla raccolta celebrativa i leggendari Skanners, gruppo di Bolzano che esordì nel lontano 1986 con lo storico Dirty Armada. Una carriera iniziata più di 40 anni fa, quando dei giovani appassionati di heavy metal misero in piedi quella che finirà per diventare una delle formazioni più rappresentative per quel tipo di sound in Italia. Music for the Masses estrapola per l’occasione 15 tracce dal vasto repertorio della band, omaggiando tutti i 7 album prodotti sinora (16 con l’aggiunta di un inedito, Under the grave, peraltro ottimo). Scorrono così sul lettore brani storici come Rock Rock City, Wild e Undertaker, pezzi di metà carriera di grande livello, tra cui Time of war e Soul finder, ma anche trame più recenti che rispondono al nome di Hard and pure e The eye, che mostrano come il progetto sia più vivo che mai. Uscita fondamentale per chi vuole scoprire (o riscoprire) l’iconica band di Claudio Pisoni e Fabio Tenca. (Luigi Cattaneo)

Under the grave (Video)



lunedì 27 novembre 2023

PIETRO CIANCAGLINI, Consecutio (2023)

 

Nuovo album per Pietro Ciancaglini (High Five Quintet, LTC), straordinario contrabbassista accompagnato in questo Consecutio (uscito per GleAm Records) da Pietro Lussu (Fender Rhodes, pianoforte), Armando Sciommeri (batteria) e Chiara Orlando (voce), un disco di composizioni proprie figlio della grande esperienza del musicista, che negli anni ha suonato con Enrico Pieranunzi, Enrico Rava e Paolo Fresu (giusto per citarne qualcuno). Indiscutibile la tecnica esecutiva di Ciancaglini (qui impegnato sia al basso che al contrabbasso), così come raffinato risulta il lavoro di arrangiamento dei singoli movimenti, prezioso corollario di brani di puro jazz, impeccabile e realizzato con grande costrutto. Un disco che va ascoltato con cura per comprendere l’eleganza strutturale delle tracce, oltre che cogliere l’enorme bagaglio del romano, autore di una grandissima performance, sia quando il suo strumento si amalgama alla band, sia quando si muove come solista, disegnando tessiture timbriche sempre di grande interesse. Complessità strumentale, ricchezza melodica e spirito improvvisativo si uniscono all’interno di un crescendo fatto di soluzioni elettriche ed acustiche, a braccetto nell’infondere sostanza ad un lavoro di notevole spessore. (Luigi Cattaneo)

Big souls (Video)



sabato 25 novembre 2023

GIANT HEDGEHOG, Im Siel (2022)

 


Primo full lenght per i Giant Hedgehog, quartetto formato da Patrick Aguilar (basso), Moritz Nixdorf (batteria), Niklas Tieke (chitarra) e Thomas Mrosek (sax), autore di un lavoro interamente strumentale (ad esclusione di un piccolo cameo di Stella Polaris). Im siel è un disco ottimo, un crescendo di soluzioni ora più atmosferiche ora più aggressive, spesso sottolineate dagli interventi, belli e precisi, di Mrosek, che si muove splendidamente all’interno di un quadretto a tinte autunnali. I tedeschi costruiscono trame emozionali con sicurezza e profondità, suonano liberi, esplorando situazioni diverse tra loro, citando band come Van Der Graaf Generator, King Crimson e in parte Kayo Dot, come nell’impressionante title track di 23 minuti, compendio del suono sviluppato dal gruppo. Pur con riferimenti certi la personalità non manca, basti ascoltare la meraviglia esposta in Einkehr, le brillanti intuizioni di Gemurmel aus dem Brunnen e l’intrigante Damals am Teiche, splendidi momenti di un esordio davvero ben scritto e arrangiato. I tedeschi, dopo un ep e un maxi single, paiono pronti per essere maggiormente conosciuti nel resto d’Europa, soprattutto se le tante idee presenti saranno confermate nel prossimo album, banco di prova per capire se i Giant Hedgehog hanno davvero tutte le carte in regola per una carriera più luminosa. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 22 novembre 2023

TIME MACHINE, Shades of time (1997)

 

Nel materiale da recuperare che ogni estimatore dell’hard & heavy nostrano dovrebbe salvaguardare dal trascorrere del tempo non possono mancare i Time Machine, formazione rilevante del progressive metal nazionale. Citati spesso per Act II: Galileo, la band formata dal bassista Lorenzo Dehò e dal chitarrista Ivan Oggioni, nel lontano 1997 pubblica questo buonissimo ep, Shades of time, 30 minuti circa tra heavy e prog, con uno sguardo che oscilla verso gli anni ’80 del genere. Il gruppo, sovente variabile, per l’occasione presenta, oltre ai due membri fondatori, Morby (voce storica dei Sabotage e di lì a poco dei Domine), Joe Taccone (chitarra), Nicola Rossetti (batteria) e Stefano Della Giustina (sax), una delle line up più convincenti nella storia dei Time Machine. Stupenda l’iniziale e ottantiana Silent revolution, notevole la carica interpretativa di 1000 rainy nights, prima di New religion, ancora attuale, complice il raffinato lavoro di scrittura e arrangiamento posto. L’omaggio ai Black Sabbath di Heaven and hell è un buon ponte con la successiva Never – ending love, piuttosto gradevole e ben costruita, mentre la conclusiva Past and future (già presente nell’ep Project: time scanning) è ingentilita dall’intervento di Della Giustina, ottimo finale di un album che se fosse stato arricchito da qualche altro brano avrebbe forse avuto una maggiore e meritata considerazione negli anni a venire. (Luigi Cattaneo)

1000 rainy nights (Video)



lunedì 20 novembre 2023

CLAUDIO FASOLI NEXT 4ET, Ambush (2023)

 

Ci siamo spesso occupati delle uscite discografiche di Claudio Fasoli, leggenda del jazz italiano e personaggio multiforme, autore un passo avanti, capace di guidare con gusto modifiche strutturali alla sua band e di conseguenza al suono globale dei suoi dischi. Non fa eccezione il nuovo Ambush, registrato insieme a Simone Massaron (chitarra, elettronica), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso) e Stefano Grasso (batteria), ossia il NeXt Quartet, collaudato con il precedente e fortunato lavoro. Dieci brani legati tra loro, da ascoltare come una suite, con momenti di profonda commozione, sussurri emotivi che vibrano all’interno di una partitura brillante, composita ma allo stesso tempo molto narrativa. Fasoli, come sovente capita, unisce classicismo a intuizioni del tutto personali, riconoscibili, dove le pause diventano forma comunicativa e si sposano con la consapevolezza che l’elettronica può essere applicata come componente per far risaltare con maggiore efficacia le intime suggestioni delle trame. Il sax di Fasoli si muove così, in tutta la sua struggente eleganza tra le ritmiche corpose di Grasso e Rantzer, oltre che tra le fantasiose trovate dell’eclettico Massaron, in un turbine di attimi fugaci e raffinate fughe. Ricerca, visione e coraggio segnano il passo dell’ennesimo ottimo album del Maestro veneziano. (Luigi Cattaneo)

Off (Video)



mercoledì 15 novembre 2023

DEADBURGER FACTORY, La chiamata (2020)

 


A distanza di sette anni dal sontuoso cofanetto La fisica delle nuvole, Deadburger Factory propose nel 2020 La chiamata, seconda parte di un dittico iniziato proprio con il precedente disco, l’altro lato dello specchio, secondo l’idea della band formata da Vittorio Nistri (tastiere, elettronica), Simone Tilli (voce e strumenti vari), Alessandro Casini (chitarra), Carlo Sciannameo (basso). Più concreto e meno aleatorio, questo ultimo album del gruppo si stacca dal passato senza allontanarsene del tutto, mantenendo intatto lo spirito sovversivo, un’anarchia contestualizzata dall’abbondante utilizzo di doppie batterie all’interno dello stesso pezzo, un tripudio di tamburi che acuisce la forza d’urto di un prodotto libero e provocatorio. Tantissimi quindi i batteristi presenti nell’opera, ma gli ospiti si sprecano come da consuetudine, una famiglia allargata che finisce per inglobare elementi world, folk, psichedelici e jazz, amalgamati all’interno di brani come Tamburo sei pazzo (fondamentale la presenza di Alfio Antico), Blu quasi trasparente, Tryptich (omaggio a Max Roach) e Manifesto cannibale. La chiamata era la conferma del coraggio dei toscani, sempre particolari e affascinanti, capaci di variare e sorprendere ad ogni uscita discografica. In attesa di un nuovo capitolo (va segnalato il progetto Ossi della coppia Nistri-Tilli del 2022) la riscoperta di certe perle del nostrano underground è d’obbligo. (Luigi Cattaneo)

martedì 14 novembre 2023

LA MACCHINA OSSUTA, Ricochet (2023)

 


Attivi dal lontano 1998, La macchina ossuta è un progetto di Alessio Colosi (voce) e Francesco Bottai (chitarra), tornati in pista qualche mese fa con il nuovo Ricochet, un lavoro registrato insieme ad un cospicuo gruppo di ottimi musicisti (completa il terzetto base la batteria di Cristiano Bottai). Un disco pieno di sarcasmo, ironia tagliente, poetica cantautorale dal taglio rock, crossover di suoni tenuti insieme da una scrittura matura e fuori dagli schemi, dettata dalla tanta esperienza del gruppo, che porta in dote contemporaneità e passato bilanciandolo con cura e metodo. Si sviluppano situazioni brillanti (Fede), malinconiche (eccezionale Chelsea Hotel), psichedeliche (la costruzione articolata di Avamposto balneare), in cui alternative, indie, pop e rock si legano in maniera sorprendente, elaborando arrangiamenti eleganti, finezze strumentali e tante idee al servizio della causa. (Luigi Cattaneo)


lunedì 13 novembre 2023

INGLESE & NANNETTI, Lavorare per distrarsi (2023)

 


Particolare lavoro firmato da Gabriele Inglese (voce, chitarra, flauto, organo, pianoforte, fisarmonica, percussioni) e Paolo Nannetti (voce, synth, fisarmonica, chitarra), che hanno iniziato a suonare insieme nel lontano 1972, giovanissimi e influenzati da quanta bellezza animava la penisola. Un’amicizia che ha sconfitto distanza e tempo, con Nannetti che, formati i Sithonia, chiama a raccolta l’amico e il suo flauto e lo stesso fa Inglese quando fonda i Filo Rosso, che vantano la fisarmonica di Paolo. Ma è solo nel 2023 che i due riescono a pubblicare un disco in coppia, Lavorare per distrarsi, tra echi del cantautorato settantiano di Guccini e De Andrè e tocchi folk prog. Insieme al duo troviamo Giovanni Inglese a violoncello e viola, presente in buona parte dell’opera, Giulio Soldati alla tromba e Oscar Inglese alle percussioni e ai campionamenti, bravi nel supportare le idee che troviamo in questo esordio, a partire da Caporale Milt, una folk song ispirata ad un fatto realmente accaduto lungo la linea gotica nell’inverno del 1944. Si susseguono brani come Negroes, in cui si rievoca la figura di George Jackson, My worthiness is all my doubt, delicatamente ispirata da Emily Dickinson e la lunga La penna di Hu, episodio progressivo e fiabesco che chiude un esordio curioso e gradevole. (Luigi Cattaneo)


venerdì 10 novembre 2023

DEAD POLLYS, Truth of tomorrow (2023)

 

Quarto disco per i punk rockers Dead Pollys, un quartetto formato da Nizze (voce), Juba (basso), Clabbe (chitarra) e Martin (batteria), che arriva con Truth of tomorrow alla seconda uscita per Too Loud Records. Furia e melodia vanno a braccetto in un album sparato fuori a gran velocità, 28 minuti tiratissimi, che profumano di Bad Religion e primissimi Offspring, ideale per ci cerca pochi fronzoli e tanta energia. Il particolare timbro di Nizze caratterizza l’assalto senza sosta di brani come 94, Yes, Sir e So you wanna be a hero, esempi cardine del sound di questo concept distopico che descrive un mondo in preda all’orrore. Piacevolissima scoperta questi svedesi ed ennesimo lavoro interessante pubblicato da Too Loud, sempre attenta nello scandagliare l’underground a caccia di talenti e suggestioni. (Luigi Cattaneo)

My name is worry (Video)



giovedì 9 novembre 2023

ATOM MADE EARTH, Songs for a dreamer (2023)

 


Terzo lavoro per il progetto Atom Made Earth, band formata da Daniele Polverini (voce, piano, chitarra, synth), Lorenzo Giampieri (basso) e Daniele Duranti (batteria), che seguiamo dal primo Morning glory (2016), album che già metteva in luce le tante doti dei marchigiani. La conferma arrivata con Severance (2019) e il nuovissimo Songs for a dreamer (in cui troviamo anche il contributo vocale di Mariachiara Caraceni) completano una trilogia fatta di shoegaze, post, psichedelia e dream pop. Polverini cesella il suo personale laboratorio solista in un disco dalle sonorità rarefatte, molto immaginifico, una colonna sonora che si sviluppa lungo 9 tracce dal taglio cinematografico, in cui è impossibile non apprezzare la sottile malinconia di Asleep, l’aria da soundtrack che si respira in Rain market e l’articolata Natural during. Il vinile in edizione limitata è la classica ciliegina sulla torta di un album suggestivo ed elegante. (Luigi Cattaneo)

martedì 7 novembre 2023

EMILIANO D'AURIA, First rain (2023)

 

Prestigiosa uscita per Emiliano D’Auria, pianista alla guida di un quartetto formato da Luca Aquino (tromba), Giacomo Ancillotto (chitarra), Dario Miranda (contrabbasso) e Ermanno Baron (batteria), un lavoro, questo First rain, realizzato sull’isola norvegese di Giske, luogo lontano e magico che ha influenzato la scrittura del disco uscito per Losen Records. Il marchigiano arriva al suo quinto album davvero in grande forma, perché First rain è un racconto visionario, ricchissimo di immagini e riferimenti ai grandi spazi, un flusso atmosferico che sa essere rarefatto ma anche molto concreto, basti ascoltare brani come The storm around stillness o Birth and rebirth of the birds. Le evocative note dell’iniziale title track, la raffinata verve della poetica Looking for love e l’elegante The man without nose mostrano il grande affiatamento dei cinque musicisti, oltre che doti tecniche rilevanti, il tutto finalizzato alla realizzazione di un percorso comune, un lavoro d’equipe funzionale al risultato complessivo. Le idee sviluppate da D’auria trovano conforto in un sound personale, lirico, suggestivo in ogni suo aspetto, anche crepuscolare in alcuni passaggi, una malinconia che si fa sottile ma non diventa mestizia, perché lo sguardo è rivolto a quella prima pioggia che tutto purifica, una speranza di rinascita che è luce tenue ma viva. (Luigi Cattaneo)

First rain (Video)



sabato 4 novembre 2023

ENDLESS HARMONY, Emerge (2023)

 

Nuovo lavoro per gli Endless Harmony, quartetto formato da Pamela Zamboni Pèrez (voce), Giuseppe Saggin (batteria), Matteo Signorato (basso) e Riccardo Cipriani (chitarra) un disco tanto breve, 28 minuti, quanto convincente e godibile. 7 brani ben suonati e piuttosto aggressivi, oscuri senza essere eccessivamente plumbei e soprattutto ricchi di melodie che entrano in testa sin dai primissimi ascolti. Hard rock, alternative, new metal, il tutto elaborato alla luce di una maggiore compattezza, che ha portato i veronesi ad esaltare la ricerca del groove, con pezzi che vengono arricchiti anche da una produzione cristallina, solo uno degli aspetti significativi di questo ritorno. Energici in ogni momento dell’album, gli Endless Harmony colpiscono in tracce come In the meantime, Suffer o Another place, confermando la bontà del rooster della Vrec Music Label, sempre attenta ad esaltare l’underground nostrano (e non solo). (Luigi Cattaneo)

Demonized (Video)



venerdì 3 novembre 2023

LUCA & THE TAUTOLOGISTS, Paris Airport '77 (Tautology vol.2) (2023)

 


Arriva al suo esordio Luca Andrea Crippa, esperto musicista qui accompagnato dai suoi The Tautologists, ossia Ruben Minuto (basso, mandolino, chitarra, parlammo di lui ai tempi dell’uscita di Think of paradise, disco assolutamente da riscoprire), Leandro Diana (chitarra) e Deneb Bucella (batteria), oltre che Ricky Maccabruni (piano), quasi un quinto elemento visto il notevole apporto fornito al lavoro. Luca pare guardare all’America, quella del roots rock e dell’alternative country, radici che permettono di giocare con i suoni e le definizioni, di essere liberi da steccati che servono solo a frenare la creatività di una band dotata di classe ed energia. Si susseguono così brani come la title track, Dreams become promises o Same old youngster, che mostrano coesione, eleganza negli arrangiamenti e una certa capacità compositiva da parte di Crippa, autore di tutte le 14 tracce di questo Paris Airport ’77 (Tautology vol.2). Strutture elaborate vanno di pari passo con melodie che lasciano traccia sottopelle, si espandono all’interno di un contesto articolato e disinvolto (su tutte Winter heights and my falldowns, con ZOWA a manovrare tutto il carico elettronico della traccia), con testi che vanno approfonditi e compresi (un plauso anche per il ricco booklet che completa il CD, cosa non scontata di questi tempi). Da segnalare anche le tre parti di Things got their name from a spell, con tanto di coda strumentale, e From dawn till late (che vede la partecipazione di Marcello Cosenza alla chitarra), finale di un ottimo debutto, che va ascoltato con cura per assaporare al meglio le varie direzioni della musica di Luca e della sua band, bravissimi nel sintetizzare con gusto le tante anime dell’American music. (Luigi Cattaneo)