Progressive Rock&Metal ma anche una panoramica su Jazz, Blues, Folk, Hard&Heavy, Psichedelia, Avanguardia, Alternative, Post Punk, Dark Rock.
Un blog sulle sfumature della Musica.
Uscito nel 2020, Capatosta
è il primo lavoro del duo acustico Coffee & Flowers (Gianluca Niccoli
voce, piano, Alessandro Moschini chitarra, basso, balalaika). L’album oscilla
tra pop e cantautorato venato di jazz, un disco che vive di momenti gradevoli
alternati a qualche caduta di tono evidente. When you fall in love è un
discreto inizio, complice anche il piacevole inserimento nel tessuto di Melany
Sax (al sax per l’appunto), mentre Vivere senza te è un brano pop
piuttosto piatto, prima della breve strumentale Windy night e di Sun
and wind, buon pezzo dal sapore folk. Peccato che Cenere torni a
battere territori pop stereotipati, funziona meglio Notte di strada, ma le
cose più interessanti vengono lasciate al trittico finale formato da Broken
voice (di nuovo con Melany Sax), Wild sage (dove troviamo anche la
voce di Carmela Fiorello) e Castles in the air, tenue conclusione di un
esordio acerbo ma con intuizioni e idee da sviluppare maggiormente. (Luigi
Cattaneo)
Nati a Prato nel 2013, i
Tanks and Tears (Matteo Cecchi synth, voce, Claudio Pinellini chitarra, synth,
Francesco Ciulli batteria, Lorenzo Cantini tastiere, synth) ritornano sul
mercato con un full dopo sette anni dall’esordio Aware. Il nuovo Timewave
sposta il sound del quartetto dal post punk di matrice britannica ad una
cupa darkwave fatta di synth ed elettronica, aspetto che aveva già
contraddistinto il maxi-singolo Nightmare, pubblicato sul finire del
2022. Lo scorrere del tempo e la ciclicità degli eventi fanno da sfondo ad un
lavoro vigoroso, marziale e oscuro, che guarda con consapevolezza agli anni ’80
del genere (Cabaret Voltaire, Clock DVA, Joy Division), tra ritmiche d’impatto,
sintetizzatori che donano una certa plumbea atmosfera all’insieme e la chitarra
di Pinellini a disegnare traiettorie in pieno stile post punk, mentre a
corollario troviamo temi come l’autoisolamento e la depressione, esposti in
maniera lucida e determinata. Ne sono esempio la title track, tipicamente
ottantiana nel suo incedere, Darkside, cupa ma al contempo catchy, Haze
of lies, distorta e dai tratti epici e S.O.F.T., omaggio darkwave
brillante e fresco, nonché chiusura di un ritorno coinvolgente e suggestivo.
(Luigi Cattaneo)
Ho incontrato
recentemente Vitantonio Gasparro parlando dell’ultimo lavoro di un altro
talento della Gleam Records, Worlds beyond di Antonello Losacco, un
disco che mi ha permesso di approcciarmi a questo Introducing conoscendo
in parte lo stile del vibrafonista. Ovviamente trattandosi di un album proprio
ci sono delle differenze con l’opera sopra citata, ma la scelta di appoggiarsi
ad una sezione ritmica (Giuseppe Venezia al contrabbasso, Giovanni
Scasciamacchia alla batteria) pone le due uscite vicine almeno empaticamente. Gasparro
insegue una sua visione, e se è normale scorgere qualche riferimento a mostri
sacri come Lionel Hampton, Milt Jackson e Gary McFarland, è anche facile apprezzare
le idee e le soluzioni personali di Introducing, che vengono sviluppate
con gusto ed eleganza. Il carattere introduttivo di Interferenze apre le
porte di Groove it in your bag, che mostra le prime interessanti
evoluzioni ritmiche, su cui si destreggia agile Gasparro. L’atmosfera muta
nella seguente Without a sun, si fa carica di attesa sulle note
ragionate del contrabbasso, che dialoga con il vibrafono prima di un crescendo
immaginifico fantasioso e creativo. Non sono affatto da meno Pigro e Rob’s
trouble, strutturate e compatte, approcciano con intelligenza e cura
fraseggi intensi e mai banali. Dancing wanderers risulta invece
variopinta nel suo incedere sinuoso, mentre ci catapulta in un jazz club anni ‘30
Darn that dream, che omaggia il pianista americano Jimmy Van Heusen. La riproposizione
alternativa di Rob’s trouble chiude un esordio raffinato e suggestivo.
(Luigi Cattaneo)
Chi si era innamorato
delle sonorità di Earthly paradise, esordio del 2020 degli Anandammide,
progetto di Michele Moschini (voce, chitarra, organo, synth, batteria), non
potrà che rimanere ancora affascinato dall’incontro tutto settantiano tra folk,
psichedelia e progressive, marchio di fabbrica anche del nuovo Eura. Registrato
con musicisti provenienti da più parti d’Europa (Pascal Vernin basso, Lelio
Mulas basso, Stella Ramsden violino, Audrey Moreau flauto, Lisa Isaksson voce,
Sebastien Grignon violoncello, Lorenzo Castigliego chitarra), l’album mantiene
istanze acustiche morbide e soavi, un viaggio intimo, quasi sussurrato, introspettivo
e catartico, giocato spesso sugli interventi del flauto e degli strumenti ad
arco, che donano ancora maggiore consistenza ad un’opera veramente molto
riuscita.
L’iniziale Carmilla apre in maniera molto delicata Eura,
che prosegue con A song of greed, introdotta da un synth molto anni ’70,
si muove tra arpeggi acustici e parti folk in cui emerge il lavoro raffinato
degli archi, oltre che la vocalità della Isaksson. La trama non muta con Post-Atomic
Reverie, malinconica e tenue, prima di Phantom limb, brillante
traccia psych folk, e I am a flower, che chiude con molto garbo il lato
A del disco. La title track introduce la seconda parte, dove ritroviamo
nuovamente la Isaksson, perfetta in questo brano dal sapore più progressivo,
mentre The orange flood, con i suoi 7 minuti, presenta in maniera
decisa diverse caratteristiche del suono targato Anandammide. Lullaby N.11 è
puro folk, Dream N.1 replica l’andamento lieve ed elegante, The
anchorite è l’ottimo finale di un ritorno corposo e ricco di suggestioni.
(Luigi Cattaneo)
RatingUrli: il terzo videoclip “Lo zoo dei pensieri miei”
Il 6 giugno è uscito il nuovo videoclip tratto dall’album d’esordio del duo
“Ho scavato la fossa
Luna piena di spritz
Sto a pezzi di cuore
Nuota affoga nel drink”
27 maggio 2024 _ Celebrare il primo compleanno con un video che riversa sullo schermo quello che è il fil rouge degli otto brani che compongono il primo album del progetto musicale RatingUrli: le relazioni.
Definito da Rockit “un lavoro diretto ma multiforme, di rapimento immediato ma ontologicamente complesso”, l’album, prodotto da Tomato Music Lab e distribuito da DistroKid, ad un anno di vita festeggia con questo videoclip, in uscita il 6 giugno.
Tre minuti e sedici secondi di pulsazioni dark-industrial sporcate e poi centrifugate, che conservano tratti oscuramente psichedelici.
In scena un teatrino dai colori pastello edulcora l’aspetto informe e decadente di animali alieni e onirici che si incontrano e si scontrano. Una sorta di inquietante ricreazione, in questo parco giochi angusto e sadico che è la nostra mente, dove si ricorda e ci si confonde, sperimentando salti e cadute, amore, rabbia, sconforto e nostalgia.
Lo zoo dei pensieri miei, terzo videoclip del duo RatingUrli, prodotto da Pigs&Rats Movies, uscirà su tutti i canali web ufficiali della band giovedì 6 giugno 2024 alle ore 12.
RatingUrli è il nome del progetto musicale al cui interno prendono voce Alan Grime e La Ny. Provenienti da trascorsi musicali e artistici vari, entrambi con la passione per l’arte visiva e le arti performative, nelle quali hanno fondato le loro professioni, si incontrano nell’estate del 2021 per dar vita ad un progetto sfaccettato, che si radica in un background punk noise anni ‘90, per diramarsi in sonorità elettroniche e industrial dal tono cupo e dai testi onirici.
Sul palco, le sonorità graffianti e potenti, si mescolano a gesti teatrali e proiezioni di videoarte realizzate dagli stessi artisti, per dare vita ad un’esperienza coinvolgente a 360°.
Un'arpa tra le antenne del Monte Giogo e una chiamata spirituale dallo spazio: è The Callling, il nuovo singolo di Arthuan Rebis, uscito il 6 giugno 2024 e accompagnato da Shades of Yggdrasill.
The Calling, scritto da Alessandro Cucurnia, in arteArthuan Rebis, vede la partecipazione del percussionistaTimer Shinee dell’artista lituanoMr Jumbo.
La “Chiamata degli Dèi” è un invito a forgiare la mente compassionevole, e questi dèi sono soprattutto le potenzialità della mente dell’illuminazione, presenti in ogni essere, e rappresentate nel videoclip da uno Stupa buddhista in miniatura, che appare nella ex base Nato sulle alture del Monte Giogo in Lunigiana. In questo luogo, durante la Guerra Fredda, sono stati trasmessi i primi segnali di internet. Internet, che oggi diamo per scontato, nei secoli passati sarebbe stato inteso come “magia”, ma più di milleduecento anni fa in Tibet già si nascondevano i testi sacri non solo nei luoghi impervi, ma anche nei campi immateriali dell’etere/mente, sapendo che in futuro sarebbero stati riscoperti dai Terton, coloro karmicamente destinati. Adesso le antenne del Monte Giogo, creativamente bonificate, hanno inviato e ricevuto simbolicamente messaggi di contemplazione della natura ultima della mente, della “Mahamudra”, così detta dai tibetani; mente che spoglia da ogni barriera, manifesta spontaneamente solo qualità positive.
Il video, dai tratti lievemente “lynchiani”, è stato realizzato dalla videomaker Maddalena Andreoli, ed è nato da un’idea di Timer Shine (Nicola Caleo) e di Arthuan, i quali hanno anche prodotto il brano assieme all’artista lituano Mr Jumbo. La musica comprende un cantato in inglese, avvolto da pads, percussioni elettroniche e metalliche, tamburi sciamanici, tablas, arpa celtica e nyckelharpa. Il sound unisce quindi stili arcaici e futuristici, una nuova wave, celtica e spirituale, che nel finale omaggia ritmicamente e armonicamente persino il Bowie di Little Wonder.
Shades of Yggdrasill è invece un brano più morbido e celtico, prosecuzione dei sentieri tracciati dall’arpista e cantanteAlan Stivell.
Nel mese di maggio 2024 è uscito un altro singolo di Arthuan Rebis ft. Timer Shine: Ethereon: una canzone epica dai tratti nordici, con tecniche canore gutturali simili a quelle della Mongolia, che anticipa la continuazione del romanzo fantasy e musicale di Arthuan Helughèa – Il Racconto di una Stella Foglia, pubblicato da Eterea Edizioni nel 2023.
Nei prossimi mesi, Arthuan e Timer Shine saranno in tour per l’Italia e l’Europa, sia con la formazione Arthuan Rebis Duo che con il gruppo neomedieval pagan folk In Vino Veritas. Le date sono disponibili nel sito dell’artista: www.arthuanrebis.com
Secondo album dal titolo
piuttosto esemplificativo per gli Autoradio, che con Ultrapop firmano un
lavoro leggero ma variopinto, brillante, accattivante e suonato con cura. Gli spunti
prettamente pop ovviamente non mancano, ma vengono amalgamati all’interno di un
contesto dove vivono retaggi cantautorali e pop rock, basti ascoltare Bomba
in casa, Franco, Benvenuti a tutti o Io ti comprerei, ricchi
di ironia e verve. Le ottime armonie vocali di Ultrapop sostengono un
album immediato ma non banale, gradevole nei dettagli posti, sia quando i
piemontesi propongono composizioni maggiormente vivaci, sia quando si
cimentano, con gusto, in ballate dal sapore romantico. Tutto il disco si
caratterizza comunque per una certa solarità di fondo, che rende i pezzi
godibili e creativi, proprio come ci spiega il quintetto. L’album raccoglie
gli ultimi anni del nostro percorso musicale. Ogni traccia ha una propria
storia ed è un pezzo del puzzle. Abbiamo lavorato su tutte le canzoni durante i
concerti prima ancora di inciderle, e volevamo che l’intesa e l’energia del
palco si riflettessero nel disco. Il risultato è un album vivace dove non
mancano tuffi nel profondo e slanci di leggerezza. Ultrapop è disponibile
per l’ascolto e l’acquisto al seguente link https://open.spotify.com/intl-it/album/6UpRICDi0LdaOe820ViRcG
. (Luigi Cattaneo)
Gran bel ritorno per i
Faveravola, band formata addirittura da otto elementi (Giancarlo Nicorelli
tastiere, voce narrante, Adriano Durighetto basso, Paolo Coltro batteria,
Alessandro Secchi voce, Consuelo Marcon violino, Gianluca Tassi chitarra
elettrica, Renato Bettello flauto, sax soprano, Flavio Miotto chitarra
acustica) che con il nuovo Castrum Zumellarum conferma l’amore per atmosfere
fiabesche, già emerse nel precedente La contea dei cento castagni del
lontano 2006. Sono passati quasi 20 anni dal disco d’esordio, ma la voglia di
cimentarsi con un concept di matrice medievale persiste, trasportandoci con
enfasi nel castello di Zumelle (si trova in provincia di Belluno) per farci
conoscere la storia d’amore tra il cavaliere Murcimiro e Atleta, protagonisti
di un lavoro a cavallo tra opera rock progressiva e folk. Le Orme, Branduardi,
Il Castello di Atlante, influenze e connessioni che ritroviamo in brani come Il
rapimento, L’amore conquistato con la spada o Canto d’amore di un
menestrello, tra umori prog rock ed evocative partiture in cui divengono
fondamentali gli intarsi di Miotto, Marcon e Bettello, preziosi nel loro
arricchire di pathos la già emozionante proposta di Nicorelli (autore del
gruppo) e soci. Un plauso va anche a Bianca Luna per i suoi interventi vocali,
al Coro Sant’Anselmo (presente in Anno Domini DXXXV) e a Loris Furlan,
in questo caso non solo titolare della Lizard Records ma anche direttore
artistico del progetto e curatore degli arrangiamenti (insieme a tutti i
Faveravola). (Luigi Cattaneo)
Nati nel 2018, i The
Shakin’ Apes (Pierpaolo Sanna voce, Antonio Cocco batteria, Gavino Corrias
basso, contrabbasso, Salvatore Luzzu chitarra) ci propongono una gradevole
mistura di rockabilly e country, e, dopo l’ep omonimo del 2019, arriva ora Animal
farm, 20 minuti dove lo spirito r’n’r del progetto pervade lo stralunato racconto.
Abbiamo immaginato il concept di Animal farm ambientato in un saloon
fattoria, come si potrà dedurre già dalla copertina dell’album. I protagonisti
sono tutti compagni di scorribande di Marty, la nostra mascotte già annunciata
nel precedente ep. Anch’essi sono animali con caratteristiche umane: il lupo
allupato e ossessionato dalla gatta, il cavallo pazzo, il gallo ubriacone
sciupa galline, il vile coniglio, la gatta ammiccante dalla camminata
provocante. È uno spaccato di un qualunque locale o saloon, una vera e propria
fattoria degli animali in cui Marty si immerge perfettamente. È con queste
parole che i sardi firmano un disco perfetto per la resa live, una
caratteristica che non fa venire meno la dote di scrivere composizioni curate,
dalla bluesy The wolf al vivace r’n’r di Easy to tell, passando
per le sonorità country di The drunk rooster e quelle swingate di The
way you move, piacevoli episodi di un ritorno curioso e brillante. (Luigi
Cattaneo)