martedì 23 luglio 2013

NEO, Neoclassico (2011)


Può un trio scandagliare e perforare con tale veemenza schemi  jazz di riferimento conducendo lontano la proposta in modo da costruire concetti distanti dall’essere precostruiti e di maniera? Sì, soprattutto se la libertà e l’urgenza di esprimersi non vengono incatenate. E in questo la Megasound è regina. Il nuovo Neoclassico (che arriva dopo Water Resistance del 2009) dei Neo va inquadrato (se si può) dove già avevamo posto band originali e fantasiose come No Hay Banda Trio, Tribraco e Ay!, prodotte proprio dall’etichetta romana. Inoltre la registrazione e il missaggio effettuati da un mostro sacro come Steve Albini presso il suo studio di Chicago, conferiscono ulteriore qualità ad un prodotto già buono di suo. Provando a dare qualche indicazione viene logico pensare a John Zorn e ai suoi Naked City, laddove il jazz di Ornette Coleman (e del seminale The Shape of Jazz to come) viene filtrato attraverso scariche noise in cui imperversa una furia punk (Il Dente del Pregiudizio) o ancora, sentire il sax tenore di Carlo Conti mitigare la violenza quasi fisica della chitarra di Manlio Maresca e la batteria di Antonio Zitarelli. Il taglio avanguardistico e decisamente complesso (Ruins soup) si placa in episodi più immediati (Blues), segno di come i tre sappiano giocare anche su registri differenti, sempre rimanendo in un campo in cui è facile perdere la bussola. Perché i Neo risultano dei veri costruttori di situazioni in cui gli intrecci tra le varie parti strumentali devono essere sezionati e analizzati per essere realmente leggibili, soprattutto se non si è propriamente affini con certe sonorità. La musica dei Neo rimane comunque legata a quel jazz da cui tentano di allontanarsi, anche nei momenti più free, avant rock o noise (Mechanical Disfunction) ed è impossibile non soffermarsi sulle doti squisitamente tecniche che esprimono i tre interpreti del progetto. La decomposizione e la restaurazione di certi elementi jazzati paiono essere il marchio di fabbrica di Neoclassico (Unjustified Restrictions, La Sindrome di Erode). Un lavoro ostico, eccessivo e intrigante, in cui melodie e certezze strutturali si annullano a favore di incastri ritmici deliranti e pieni di insano fervore. Tra rispetto per la tradizione e slanci moderni. (Luigi Cattaneo)
 
Il Dente del Pregiudizio (Video)
 
 
 
           

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