mercoledì 11 luglio 2018

AURORA LUNARE, Translunaggio (2018)


Partire dalla fine degli anni ’60 per arrivare ai giorni nostri in soli nove pezzi tributo ad un genere che oramai si aggira sui cinquant’anni di età. Questa la sfida e il divertimento dietro il nuovo capitolo targato Aurora Lunare (Mauro Pini alla voce e alle tastiere, Stefano Onorati al pianoforte, alle tastiere e alla chitarra, Luciano Tonetti al basso e alla chitarra acustica e Marco Santinelli alla batteria), un percorso che parte dalla lontanissima A whiter shade of pale dei Procol Harum, resa con grazia anche per la presenza di Alessandro Corvaglia alla voce (uno dei primi cantanti della band negli anni ’80 e successivamente grande protagonista con La maschera di cera) e Gianluca Milanese al flauto (i più attenti lo ricorderanno negli Aria Palea). Gamma, sigla dell’omonimo sceneggiato firmata da Enrico Simonetti, era già stata proposta da Fabio Zuffanti nel suo progetto L’ombra della sera, mentre qui è più fedele all’originale. Gradevoli le rese di Fino alla mia porta del Banco del Mutuo Soccorso, con Corvaglia nuovamente presente e Marco Severa al flauto e al sax e Hommage à Violette Nozières degli Area, dove troviamo Ares Tavolazzi, bassista originale del gruppo, Severa al flauto e Giuseppe Tonetti al baglamas, strumento somigliante al bouzouki. Riuscita Don’t kill the whale degli Yes di fine ’70, mentre il clima da soundtrack torna con Connexion dei Goblin, brano tratto da un film di Luigi Cozzi. L’atmosfera muta in Lorenzo di Phil Collins, dove il ritmo africano diviene irresistibile, prima delle belle versioni di The party dei Marillion e Trading my soul dei Flower Kings. La realizzazione di questo omaggio è stata perseguita con lo scopo di riunire cover uscite in tempi diversi su varie compilation, un piacevole diversivo in attesa di un nuovo album di inediti dopo la buonissima prova del 2013. (Luigi Cattaneo)
 
Translunaggio (Album Trailer)
 

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