Storie distopiche da un
mondo cybernetico nel nuovo disco di Enio Nicolini and the Otron, lavoro
nuovamente privo di chitarre (la line up prevede oltre Nicolini al basso l’ex
Unreal Terror Luciano Palermi alla voce, Gianluca Arcuri ai synth e Damiano
Paoloni alla batteria) e con il basso del leader impegnato a creare linee
melodiche e ritmiche di spessore, lungo 37 minuti di heavy dal sapore
futuristico. Chi conosce la carriera di Nicolini (The Black, Unreal Terror,
Akron) è consapevole della grande voglia del musicista di guardare sempre
avanti, caratteristica che ben si sposa con questo progetto e con l’attuale Hellish
Mechanism, con l’elettronica e i synth che vestono certe atmosfere
suggestive dettate dalla narrazione e la sezione ritmica che esplode e
sottolinea i passaggi più grevi e in odore di thrash metal. Il quartetto mostra
una certa personalità nel proporre classico e moderno, che si legano tra di
loro grazie al basso preponderante del leader, che firma trame cariche di
elettricità e decisamente plumbee. Nota finale per il brano L’osservatorio,
cantato in italiano (unico dell’album), mette in risalto un’altra anima della
band, un elemento che potrà essere senz’altro preso in considerazione per
eventuali sviluppi futuri vista la riuscita della composizione. (Luigi
Cattaneo)
Final clash (Video)
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