Disco postumo per i
Frentrum, band di Antonio Pasquini (Ant), scomparso prematuramente nel 2020, qui
omaggiato con un disco, Aprutium, a cui hanno partecipato diverse
personalità del nostrano black metal. I brani, rimasti strumentali per diversi
anni, vedevano Ant (chitarra, basso, synth, testi) e Draughar (batteria)
protagonisti di un black old school dal sapore esoterico, qui interpretato da
un cospicuo numero di amici, che si sono calati con rispetto nelle gelide
atmosfere dei Frentrum. Immutato cantico è l’intro acustico che ci
conduce a Sentiero delle nebbie, un pezzo che ricorda i Mayhem degli
esordi, con Daughar che presta la sua voce in una traccia inframmezzata dai
versi stranianti di Funeral blues, poesia di Wystan Hugh Auden. Riff maligni
e sonorità alla Darkthrone marchiano Dove dimorano le pietre e Linee
di vette, con le parti vocali di Hesperus (del progetto Hesperia, di cui
abbiamo parlato da queste pagine) e Loris Lord (Khephra, Speculum Mortis),
mentre ritroviamo il periodo ambient di Burzum nella lunga Auden.
Antonius Block e il suo dialogo con la morte nel cult Il settimo sigillo si
incastrano perfettamente tra le note di In a timeless land,
contraddistinta dai passaggi acustici della chitarra di Felis Catus (Francesco
Cucinotta già con Malauriu e Sinoath). Inaspettata la cover cantata da Necro di
Come together dei Beatles, oscura e opprimente è la successiva Mistica
del vuoto, dove invece troviamo Furius dietro il microfono. G/AB (voce dei
Deviate Damaen) e Iblis (basso e voce), si dedicano all’outro Dies irae ant
onius block, epitaffio di un lavoro che celebra la figura di Ant e la fa
rivivere con passione e cuore. (Luigi Cattaneo)
Aprutium (Full Album)
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