mercoledì 29 giugno 2022

STUCKFISH, Days of innocence (2022)

 

Terzo lavoro per gli Stuckfish, realtà inglese poco conosciuta qui in Italia ma davvero meritevole di attenzione, che con il nuovissimo Days of innocence (uscito ad aprile 2022) continua il percorso iniziato con Calling (2018) e The watcher (2019). Il quintetto formato da Adam Sayers (batteria), Gary Holland (tastiere), Phil Morey (basso), Ade Fisher (chitarra) e Phil Stuckey (voce), ha l’innata dote di sviluppare passaggi catchy su un tessuto di rock progressivo sinfonico, memore della lezione dei mostri sacri dei ’70 ma anche del new prog ottantiano di Pendragon e Iq, soprattutto per il gusto melodico e il pathos dei crescendo che troviamo lungo il racconto. Nascono da queste intenzioni spunti emozionali superbi (Different ways), costruzioni complesse (Painted smile) e composizioni dal sapore antico e canterburyano (Thief in the night), elementi trainanti di un album evocativo e raffinato, che emergono con forza anche nelle trame di Age of renewal e nella title track, ennesimi momenti delicati e ricchi di suggestione. Da citare anche GameChanger (bel singolo scelto per il lancio del disco), Yearn, con i suoi contorni jazzati, e Nevermore, gradevole traccia che sfiora l’hard rock, brani che completano un ritorno davvero convincente, per una delle tante band che meriterebbero una maggiore esposizione e che vedrei benissimo in una delle prossime edizioni del 2Days Prog + 1 di Veruno. (Luigi Cattaneo)

GameChanger (Video)



lunedì 27 giugno 2022

SHAKE ME, Lullaby for demons (2021)

 

Nato nel 2009, il progetto Shake Me di Luca Albarella (voce e produzione) affonda le radici nell’hard rock, un sound che guarda al passato storico del genere ma con un occhio anche sul contemporaneo, condito con punte di elettrorock niente affatto disprezzabili. Un crossover di Bon Jovi, The Cult e Poisonblack, con la scelta della lingua inglese (il lavoro precedente era in italiano) che appare funzionale nel far emergere melodie dal respiro internazionale, come avviene in Alive, pezzo marchiato dalle tastiere di Mark Basile dei DGM o Savage love, dove invece è protagonista la chitarra infuocata di Giacomo Castellano (Piero Pelù, Elisa, Gianna Nannini). Il tocco del fuoriclasse Ricky Portera (Stadio, Lucio Dalla) impreziosisce Shadows, con il siciliano (ma emiliano d’adozione) che si esprime non solo alla chitarra ma anche al basso. In The heretical Alex De Rosso (Dokken) trascina con la sua sei corde il brano in territori affini proprio al gruppo americano, mentre Lascivious è una delicata ballata ingentilita dal sax di Antonio Farabella. L’intero album è davvero ben scritto e suonato e i nove anni passati tra le due pubblicazioni hanno fatto maturare consapevolezza e cognizione di poter fare ancora meglio, complici anche gli ospiti scelti, che oltre a portare prestigio hanno acuito professionalità e sicurezza esecutiva. (Luigi Cattaneo)

Album Teaser



domenica 19 giugno 2022

PONTE DEL DIAVOLO, Sancta Menstruis (2022)

 

Secondo passo di una trilogia iniziata nel 2020 per i Ponte del Diavolo (Erba del Diavolo alla voce, Segale Cornuta alla batteria, Abro e Laurus entrambi al basso, Nerium alla chitarra), che scelgono nuovamente il formato ep (una limited edition in 100 copie) per il recente Sancta Menstruis, lavoro tanto breve quanto interessante che ha permesso loro di suonare ultimamente con un’altra band di assoluto valore del nostro underground come i Messa. Doom, psichedelia, occultismo e dark si intrecciano nei 14 minuti del disco, a partire dalla strumentale 13, disturbante introduzione a The unborn e Un bacio a mezzanotte, intrise di atmosfere tetre, wave e hard, con i due bassi che ovviamente costruiscono un muro ritmico non indifferente, su cui si eleva la performance di Erba del diavolo, regina gotica di un rituale arcano e spiritato. Band da seguire con attenzione, in attesa del terzo capitolo, sempre un ep in uscita nei prossimi mesi. (Luigi Cattaneo)

Un bacio a mezzanotte (Video)



sabato 18 giugno 2022

MARCO MATTEI, Out of control (2021)

 

Esordio per Marco Mattei, chitarrista già al lavoro con i DeBlaise (prog rock band con un ep all’attivo) e i The Sundogs (una tribute dei Rush), qui impegnato nella composizione di un lavoro corale, con un nutrito e sorprendente numero di musicisti (tutti di altissimo livello), perfetti nel dare voce alle intuizioni folk e progressive contenute in Out of control, un concept tutto da scoprire, curato nella scrittura e con una minuziosità di arrangiamento davvero notevole. Marco ha dato libero sfogo alla sua creatività e così sono nati pezzi come Would I be me e On your side, marchiate da una sezione ritmica incredibile, formata da Jerry Marotta (Peter Gabriel) alla batteria e Tony Levin (King Crimson, Peter Gabriel) al basso, More intense, dove invece troviamo Clive Deamer (Portishead, Radiohead, Robert Plant) alla batteria o Void, altro momento dove Mattei sceglie una coppia ritmica ragguardevole, con Fabio Trentini (Le Orme, Markus Reuter) al basso e Chad Wackerman (Zappa, Allan Holdsworth) alla batteria, tutti episodi dove le soluzioni melodiche risultano raffinate e molto comunicative. Non mancano momenti più prog, con il tris finale a formare una lunga traccia di 7 minuti circa e Tomorrow, in cui Mattei si destreggia anche al basso e al bouzouki. Out of control è un mirabile esempio di come si possa coniugare nel 2022 folk e prog, west coast e world, pop e cantautorato, risultando credibile e nel contempo lontanissimo da ogni forma di effimero consumismo musicale che sempre più imperversa, volenti o nolenti, nelle nostre vite quotidiane. (Luigi Cattaneo)

Tomorrow (Video)



giovedì 16 giugno 2022

SUEZ, The bones of the earth (2021)

 

Uscito nel corso del 2021, The bones of the earth è il quarto disco dei Suez, band di Cesena in giro da oltre 20 anni formata da Luigi Battaglia (voce e synth), Ivan Braghittoni (chitarra), Marcello Nori (batteria) e Manuel Valeriani (basso), un concentrato di new wave e alternative davvero suggestivo e ricco di anima. Hard to say ci mette poco a incanalarci in un percorso fatto di Film School ed Editors, quelli più delicati e atmosferici, We are the universe è il perfetto singolo apripista, mentre Robert prima e la title track poi rimandano al post punk ottantiano di Joy Division e The Cure, intriso di elettricità e malinconia. Stessa sorte per Harriet, densa e compatta, ottimo è invece l’intreccio di Hit the man, brano pulsante sin dalle battute iniziali, senza speranza Humanity is dead, altro momento di assoluto livello. La doppietta finale formata da Best place e Kobane non fa altro che confermare quanto di buono ci sia in questo ritorno molto pregevole, atteso ben 8 anni, un’eternità che ha permesso al quartetto di lavorare con calma su un disco che non conosce cali, a riprova di un substrato wave ancora vivo, seppur limitato, nella nostra penisola (basti pensare agli enormi Estetica Noir o ai bravissimi Egon). (Luigi Cattaneo)

Humanity is dead (Video)



mercoledì 15 giugno 2022

ZOLDER ELLIPSIS, Entropy Override (2022)

 

Dietro il progetto Zolder Ellipsis troviamo l’americano Tom Aldrich (tastiere, piano e organo, già con i Four Bags), accompagnato in questo Entropy Override da Sean Moran (chitarra), Chad Langford (basso), Thèo Lanau (batteria) e Ivo Bol (elettronica). All’interno di questo stralunato album (uscito per la nostrana Lizard Records) troviamo la magia di Zappa, una vena jazz che tocca punte di R.I.O., il kraut settantiano e un certo sperimentalismo elettronico che non guasta. Frutto di un’intensa settimana di jam, in cui la band ha trovato da subito feeling, coesione e il necessario interplay, con Aldrich che ha dato ampio spazio compositivo agli ottimi interpreti riuniti sotto la sigla Zolder Ellipsis, scelta che ha portato ad una coralità fondamentale per la buona riuscita del prodotto, che vive di alcuni momenti davvero validi come Craig gets reanimated o The antidote game. Un’opera che mette insieme il già citato Zappa con gli Area, i Weather Report e gli Henry Cow, un viaggio sì nell’avanguardia ma aperto a pulsioni e commistioni, una dote che fa di Entropy override un lavoro immaginifico e comunicativo, all’interno di un percorso scevro da forme precostituite. (Luigi Cattaneo)

Craig gets reanimated (Video)


 

sabato 11 giugno 2022

MAHOGANY FROG, In the electric universe (2021)

 

Settimo album in studio per i Mahogany Frog, una realtà poco conosciuta in Italia ma che con l’ultimo In the electric universe non fa altro che confermare la qualità della loro proposta, fatta di psichedelia strumentale, progressive, jazz rock ed elettronica. Graham Epp (chitarra, tastiere, elettronica e tromba), Jesse Warkentin (chitarra, tastiere ed elettronica), Scott Ellenberger (basso, tastiere, elettronica e tromba) e Andy Rudolph (batteria, tastiere ed elettronica) continuano la loro ricerca spasmodica sul suono, sempre più pieno e corposo, con una cura evidente per strutture intricate e spunti melodici ben calati all’interno del contesto. Si sviluppano così temi davvero notevoli come Psychic Police Force e Floral Flotilla, brani sospesi e ipnotici si susseguono, da Theme from P.D. a CUbe 1, con una certa spinta elettronica che funge da cornice per il quadro, una costruzione che è complesso di elementi e insieme ordinato di fattori. Ne sono esempio anche le restanti Octavio e ((Sundog)), sperimentali ed eccentrici episodi dove i canadesi decostruiscono la materia, che rimane invero dinamica, ricca e valorosamente espressiva. (Luigi Cattaneo)

CUbe (Video)



venerdì 10 giugno 2022

HELLFOX, The call (2022)

 

Uscito ad inizio anno, The call è il debut della All Female Band Hellfox (Greta Antico alla voce, Gloria Capelli alla chitarra, Priscilla Foresti al basso e alla voce e Federica Piscopo alla batteria), quartetto che si muove sulla linea di confine tra alternative metal e death, soprattutto per il dualismo tra linee melodiche di facile fruizione e l’utilizzo del growl (un vago ricordo delle Kittie emerge da lontano). In quest’ottica il lavoro della Capelli e della Foresti diviene fondamentale, all’interno di un background complessivo fatto di Amorphis, In Flames e Dark Tranquillity, influenze trapiantate attorno ad un sound moderno e decisamente ancorato al presente. Una mezz’ora sicuramente brillante, in cui spiccano momenti ben costruiti come Haunted, Our lady of sorrows e Bleeding machine, tra gli episodi migliori di un primo passo tanto breve (30 minuti circa) quanto godibile. (Luigi Cattaneo)

Our lady of sorrows (Video)



venerdì 3 giugno 2022

ZONEM, Sono dentro di me (2022)

 

Disco di debutto del progetto ZoneM, dietro cui si cela Beppi Menozzi (tastierista di Il Segno del Comando), che ha creato un’opera corale insieme ad una serie di musicisti che si sono calati nelle atmosfere di Sono dentro di me con grande professionalità (troviamo membri di Sadist, Il Segno del Comando, Jus Primae Noctis, Will ‘o’ Wisp, Toolbox Terror e Gipsy Trojka). Un lavoro dal taglio cinematografico, immaginifico nel suo sviluppare temi dal sapore dark, cupi e ansiogeni, con un’andatura che può ricordare anche l’opera rock, qui annerita da contorni gotici. Goblin, John Carpenter e i suoi Lost themes, i seminali Emerson Lake & Palmer ma anche i contemporanei Syndone, oltre la band madre di cui fa parte Menozzi, sono solo alcuni nomi che emergono durante l’ascolto dell’album, che dopo l’introduttiva Nessuna uscita inizia a macinare rock progressivo con Arkham, che omaggia il Lovecraft di I colori dello spazio, prima di Cospirazione, che invece vive di sprazzi orchestrali e dissonanze di contrasto. Cthulhu si tinge di hard e paga un altro tributo a Lovecraft, l’ottima strumentale Amigdala, la drammatica Peshtigo e la particolare Merrick, sono tra le cose migliori di questo esordio targato Black Widow Records. Menzione a parte per Incubo, onirica e visionaria, e soprattutto per le cinque sezioni di Bestia, tra prog, dark e soundtrack, conferma di quanto sia abile Beppi, non solo come musicista ma anche come autore. (Luigi Cattaneo)

Arkham (Video)



mercoledì 1 giugno 2022

MILESOUND BASS, Everything's normal (2021)

 


Everything’s normal è il nuovo disco del progetto MileSound Bass, one man band milanese dove la creatività viene incanalata attraverso l’uso poetico di synth, drum machine, software, vocoder e tastiere, un concentrato di elettronica che diviene colonna sonora di una musica aliena, che parla di mondi onirici e di vita oltre la nostra. Questo è un concept album dedicato al mondo dei sogni, argomento che studio da oltre 15 anni. In particolare l’attenzione è rivolta alla vita all’interno del mondo onirico. Con queste poche parole l’autore introduce il lavoro, che parte benissimo con Are we still dreaming?, registrato insieme a Noemi Mazzoni, che con il suo violino dona una certa atmosfera al brano. Non è da meno Lost in a lucid dream, dove invece troviamo il piano di Gabriele Costantini, prima che la Mazzoni faccia la sua ricomparsa nell’altrettanto valida Sleep paralysis, mentre Paranoid dream(er) conferma la natura filmica del progetto, soundtrack di un viaggio irrequieto e nervoso. La lunga False awakenings mostra il carattere eclettico dell’album, il finale ci regala l’elegante title track e l’emozionante risveglio dal sonno di After the night. Per acquistare Everything’s normal potete visitare la pagina https://milesoundbassofficial.bandcamp.com/album/everythings-normal . (Luigi Cattaneo)