Arriva dal lontano 1971
questo reperto storico firmato Modern Art Trio, unico lavoro in studio del
gruppo formato da Franco D’Andrea (pianoforte, piano elettrico, sax), Franco
Tonani (batteria, tromba) e Bruno Tommaso (contrabbasso). Siamo alla terza
ristampa del disco (stavolta per l’ottima Gleam Records), una nuova edizione che
nella forma in mio possesso ricorda graficamente quelle della BTF dedicate al
progressive italiano dei ’70, comprensiva di booklet che definire generoso ed
esaustivo è poco (motivo in più per acquistarla). Un album affascinante, in cui
spicca la grande libertà esecutiva dei musicisti, ma anche la coerenza con cui
sviluppano i suoni delle sei composizioni (cinque originali e una personale
interpretazione di Ain’t necessarily so di Gershwin), oltre che la
grande professionalità che già albergava in interpreti ancora giovani. La complessità
strutturale con cui il trio porta avanti un discorso fatto di serialismo e free
jazz, un unicum nel panorama italiano di quel periodo, è una delle ragioni che
hanno portato alla storicizzazione di questa pubblicazione nei decenni, ma
anche l’estro, che dipinge scenari inconsueti e suggestivi, è chiave di lettura
per comprendere a fondo l’opera.
Lo studio di inedite forme portarono Tonani e
D’Andrea, a partire dal 1967, quando si ritrovarono vicini di casa a Roma, a
comporre guardando alle nuove tendenze allora presenti e la scia
avanguardistica emanata è arrivata sino ai nostri giorni, perché questo è il
destino dei dischi che marchiano un’epoca, ossia travalicare il concetto di
tempo per essere identificati come modello. Certo qualche riferimento a mostri
sacri come Ornette Coleman, Archie Sheep e Don Cherry è ravvisabile, un modo di
intendere che ritroviamo nella lunga Un posto all’ombra, tra
improvvisazione ardita e articolati incontri tra le parti, ma il nodo con le
avveniristiche pulsioni americane si manifesta nel controllo polistrumentistico
del trio, che soggiogava alla propria ferrea visione i timbri disponibili,
creando un interplay fantasioso e audace, come nella conclusiva Beatwiz (magistrale
ed evocativo l’archetto utilizzato da Tommaso nel tema di contrabbasso). Free e
rigore avanzano quindi di pari passo, tra ricerca sulla musica seriale e spinte
innovative extraeuropee, punti d’appoggio su cui Modern Art Trio ricava un’esperienza
unica all’interno del jazz (progressivo?) italiano, che si propagherà per
Tommaso nei suoi dischi da solista e in D’Andrea nei seminali Perigeo, oltre
che nei lavori da leader (Tonani lascerà invece il mondo del jazz nel
1980). Per acquistare l'album è possibile visitare la pagina https://gleamrecords1.bandcamp.com/album/modern-art-trio (Luigi Cattaneo)