Nati nel 2000 a Verona,
i Real Illusion raggiungono il traguardo del debut e una solidità di formazione
(Manuel Fabi alla voce, Luca Pegoraro alla chitarra, Stefano Negro alle
tastiere, Marco Beso alla batteria e Luigi Di Carlo al basso) che li ha portati
alla firma per l’Andromeda Relix, etichetta sempre più attenta alle realtà del
territorio veneto. L’hard & heavy di matrice classica si sposa con
un’attitudine ottantiana e con sprazzi di prog metal melodico che mostrano una
band già con una propria fisionomia, vintage nelle influenze che rimandano a
Deep Purple e Ronnie James Dio. Impheria è
un esordio già discretamente maturo, che nei testi affronta lo smarrimento e
l’insicurezza dell’uomo di oggi, già a partire dall’iniziale Real illusion, pregna delle atmosfere
tastieristiche di Negro e con la voce di Fabi da subito incisiva per
espressività e calore. Colpisce l’immediatezza di Master of the twilight, pezzo trainato da una valida melodia
cardine che ben si sposa con la matrice hard prog, così come interessante
risulta la tirata verve di Wandering.
Another day another stone è il
singolo promozionale, una riuscita ed emozionante ballata che ha tutte le carte
in regola per trainare l’album anche al di fuori del circuito metal in cui si
muove la band. Leggero calo con Out of my
life, un hard rock che forse avrebbe giovato di una minor prolissità,
mentre si torna su buoni livelli con Living
after death, pezzo che vive sulla passionalità espressa dalla voce di Fabi
e dall’ospite Jessica Passilongo. Gradevoli anche My faded angel e Burning,
trascinante song d’impatto tra Rainbow e Deep Purple, prima della conclusiva
title track, 10 minuti progressivi e con una coda finale strumentale davvero
interessante. Il gruppo ha sfornato un esordio avvincente, che seppur ha
qualche naturale calo mostra delle capacità interessanti che se affinate
potranno fare la differenza nel futuro prossimo del quintetto. (Luigi Cattaneo)
Another day another stone (Video)