I Feronia sono un
quartetto di Torino nato nel 2015 grazie alla volontà di Elena Lippe (voce),
Fabio Rossin (chitarra), Daniele Giorgini (basso) e Fabrizio Signorino
(batteria) e alla loro passione per l’heavy metal e il progressive dai tratti
epici. Tecnica e melodia si sposano all’interno di un debut improntato su una
forma canzone strutturata, in cui spiccano i riff di Rossin, la voce della
brava Lippe e una sezione ritmica decisamente compatta. Un occhio di riguardo i
Feronia lo hanno avuto per i testi (opera della vocalist), in quanto le liriche
si ispirano ad una visione ecologica che sceglie di vedere l’essere umano come
parte di un delicato ecosistema di cui tutti siamo chiamati a prenderci cura e
non meno importante risulta la scelta del monicker (Feronia fa parte del
pantheon delle Dee Italiche) per definire al meglio il progetto del gruppo.
L’inizio è assolutamente meritevole, Priestess
of the ancient new è l’opener perfetta per introdurci nel mondo dei
torinesi, subito raddoppiata da Atropos,
pezzo in cui Rossin si esalta tra riff e soli. Al limite del thrash (ricordando
anche alcune cose degli Eldritch) risultano la debordante Wounded healer e l’aggressiva Garden
of sweet delights, due momenti intensi e piuttosto potenti, mentre Humanist con i suoi sette minuti si
avvicina maggiormente al metal progressivo. Flee
flight e Innocence sono più
classicamente heavy, pur non dimenticando di instillare spore prog ma di
buonissimo livello sono anche le massicce Depths
of self delusion e Exile,
irruenti ma con pathos. Thumbs up! è
il momento più particolare, si avvicina al crossover ma si apre ad un breve frangente dal sapore fusion,
prima della conclusiva e battagliera A
new life. Anima era è un bel
prodotto e conferma la passione dell’Andromeda Relix nel ricercare ensemble di
valore (a prescindere dal genere) e per di più italiani, un attenzione che
andrebbe decisamente premiata da parte del pubblico. (Luigi Cattaneo)
Priestess of the ancient new (Video)