Esordio per i Mèsèglise, band a cavallo tra folk,
cantautorato e progressive, nata da un’idea di Paolo Nannetti (autore di parole
e musica, nonché tastierista e fisarmonicista della formazione), Marco
Giovannini (voce dei Sithonia) e Maurizio Lettera (batteria). L’assenza è un album che in realtà ha
pochi punti di contatto con il prog e che mira a colpire l’ascoltatore
soprattutto attraverso una scrittura semplice e scevra da eccessi ma non per
questo banale o scontata. Giovannini si stacca da quanto fatto con i veterani
Sithonia per affrontare un percorso più lineare, senza orpelli e molto
melodico. Qualche spunto prog inevitabilmente si palesa nel tocco tastieristico
di Nannetti e in qualche frangente strumentale cucito all’interno della forma
canzone ma il tutto è riconducibile ad un gradevole folk cantautorale che
probabilmente non attirerà l’attenzione dei progster più accaniti. L’iniziale 16 Marzo spiana la strada e non lascia
adito a fraintendimenti, con tanto di chorus di facile presa. La title track ha
una lieve vena malinconica, mentre ha un mood più progressivo Il Fiore e la Finestra. Ottima
l’atmosfera nostalgica di Stelle di
Lefkos, il break simil prog di Sole
in città e la suadente classicità di Così
è stato. Più leggera ma comunque piacevole è F.T.M., ma è solo un momento prima della cantautorale La risposta e delle oscure La fotografia e Trasparenze. Chiudono il lavoro con garbo Un ottimo atleta e la breve Mare
di cartone, due momenti delicati e soavi, un po’ come tutto il disco. L’assenza è un album indirizzato
soprattutto a chi ama il cantautorato e pone attenzione all’aspetto testuale e
non solo a quello musicale, qui comunque curato, soprattutto in fase di
arrangiamento e nella scelta dei suoni. Un applauso anche alla Lizard, sempre
attenta nello scoprire e dare spazio a piccole e meritevoli realtà. (Luigi
Cattaneo)
Trasparenze (Live)