venerdì 30 novembre 2018

CARMELO CALTAGIRONE, The Iron Man (2014)


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The Iron Man è il primo lavoro del chitarrista Carmelo Caltagirone, registrato in piena autonomia nel 2014 e rimasterizzato oggi insieme ai due lavori successivi. Le ritmiche, ridotte all’osso, non aiutano le composizioni ad emergere come dovrebbero e l’attitudine sperimentale di questo esordio finisce per non convincere mai del tutto, seppure idee melodiche e spunti da cui partire siano anche presenti. L’autoproduzione fa il resto, soffocando in parte le intuizioni del giovane artista, che comunque quattro anni fa appariva ancora piuttosto acerbo nel songwriting e poco fluido nelle esecuzioni, con brani che, sì scorrono via piacevolmente, ma appaiono bisognosi di una maggiore cura per decollare davvero. Le cose migliori sono i riff del siciliano, che forse calati in un contesto di gruppo e con arrangiamenti ad hoc, elemento troppo trascurato in questa sede, potrebbero esaltarsi e non rimanere affossati dalle divagazioni di Carmelo, che, è bene dirlo, probabilmente non puntava molto sulla scrittura quanto più su una forma libera, un flusso dove al centro della scena c’è solo lui con la sua chitarra. (Luigi Cattaneo) 

The Iron Man (Video) 


 



  

venerdì 23 novembre 2018

LADY REAPER, Mise en abyme (2018)


Secondo album per i Lady Reaper (Simone Calderoni alla voce, Federico Arzeni alla chitarra, Stefano Coggiatti alla chitarra e alle tastiere, Gabriele Grippa al basso, alla chitarra e alle tastiere, Berardo Di Mattia alla batteria), figlio della loro passione per l’heavy classico, quello dei Black Sabbath e degli Iron Maiden, reso però con personalità ed una certa poliedricità, tanto che non è difficile scovare trame progressive tra le pieghe di Mise en abyme. La tanta carne al fuoco che invade l’album trova nella Valery Records l’etichetta ideale per esprimere con eclettismo la propria visione musicale, che partendo da un background hard finisce per sfumarsi in sezioni poliedriche, regalandoci momenti di pura tensione drammatica, profonda e tenebrosa. L’intro iniziale funge da apripista per The eternal carnival, dove la componente metal diviene predominante e lascia trasparire nel break centrale le doti tecniche in possesso dei romani. Abracadabra, breve e oscura, ci porta alla seguente Another me, pezzo coinvolgente e stilisticamente perfetto. Fragments si sviluppa come una malinconica ballata elettrica, sei minuti abbelliti anche dalla voce di Hekàtè dei W.H.I.P., prima di Buried in my dreams, brillante esempio di heavy dai contorni progressivi, irrobustito dalla presenza di Valerio Cascone, frontman dei bravissimi Ozaena. Stops the mops torna su territori più canonici, mentre Mr Nick : Diabolical Bets è la sintesi del percorso dei romani, una suite in tre parti con tanto di gran finale, crossover di metal, prog, teatralità e grandeur epico, in cui risuona forte la tromba di Davide Simoncini, altro ospite dell’album. Chiude il lavoro la potente Headless ride, vicina ad alcuni episodi dei Death SS e un outro strumentale dal sapore sinfonico che mi ha invece ricordato l’approccio alla materia dei seminali Savatage. Come back di ottimo livello, assolutamente consigliato a tutti i fan dell’heavy e anche ai progsters dalla mentalità più aperta. (Luigi Cattaneo)
Mr Nick : Diabolical Bets (Video)
 
 
 
 

giovedì 22 novembre 2018

PEAKS, Peaks (2017)



Il primo lavoro in studio del progetto Peaks (Lorenzo Canella alla chitarra e ai synth, Cisko Foreen alla batteria, GG Rock ai synth) è un breve ep (poco meno di 15 minuti) che si sviluppa sull’interplay tra fraseggi acustici e le oblique melodie dettate dai sintetizzatori, un disco delicato e dalle forti atmosfere cinematografiche. Ovviamente la brevità del prodotto lascia solo trapelare gli sviluppi futuri del trio e non è dato sapere se questa uscita, legata ad una rivista pubblicata dalla loro etichetta, la Jetlow Recordings, sia in realtà una boutade momentanea o qualcosa di più concreto. Ciò che è certo è che GG (Parker Barrow, mente proprio della Jetlow e membro dei validi The Wankerss) lascia da parte il rock e si cimenta insieme ai suoi compagni di avventura in un breve e tenue racconto, fatto di chitarre arpeggiate e synth che strizzano l’occhio anche a Mogwai e Sigur Ròs, un piccolo e gradevole viaggio che meriterebbe un passo successivo, magari più corposo e strutturato. (Luigi Cattaneo)
The fall (Official Video)
 

ARMONITE, And the stars above (2018)

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Gli Armonite sono un duo formato da Jacopo Bigi (violino) e Paolo Fosso (piano, tastiere e composizione) e il nuovo And the stars above (seguito di The sun is new each day, disco che fu prodotto da Paul Reeve, già al lavoro con i Muse) vede la partecipazione di una serie di ospiti tra cui Colin Edwin (conosciuto per la sua militanza nei Porcupine Tree), Giacomo Lampugnani e Alberto Fiorani al basso, Corrado Bertonazzi, Emiliano Cava e l’olandese Jasper Barendregt alla batteria. La proposta, quasi interamente strumentale, vive sull’interplay tra i due factotum della band, una musica capace di suggerire immagini, filmica nel suo avanzare tra delicati momenti corali, frazioni classicheggianti e umori progressive, una scrittura che tradisce l’amore di Fosso per le soundtrack e che fa il paio con la distribuzione firmata dalla Cleopatra Records, etichetta di Los Angeles. Gli Armonite, partendo da questi presupposti, scandiscono la loro visione sonora districandosi in un melting pot interessante e soprattutto sempre a fuoco (basti ascoltare l’ottima District Red, con il violoncello di Marcello Rosa, la spumeggiante What’s the Rush o l’entusiasmante Blue Curacao), anche nei pochi momenti cantati, tra cui spiccano The march of the stars e Clouds collide, entrambe con la particolare voce di Maria Chiara Montagnari. Da segnalare anche due bonus track conclusive, la raffinata A playful day, scolpita magnificamente da un quartetto d’archi e l’elegante piano solo di The fire dancer. (Luigi Cattaneo)
Blue Curacao (Video)

mercoledì 21 novembre 2018

ALDI DALLO SPAZIO, Quasar (2018)



Nati nel 2015, gli Aldi (Awesome Lysergic Dream Innovation) dallo Spazio, sono un quintetto formato da Dario Federici (voce e tastiere), Davide Mosca (chitarra), Simone Sgarzi (chitarra), Marco Braschi (basso) e Lorenzo Guardigli (batteria). Un monicker così particolare offre da subito l’idea di trovarci al cospetto di un progetto che guarda alla psichedelia e Quasar effettivamente non tradisce le attese, irrorando però la materia con forti punte progressive, in un connubio riuscito tra Pink Floyd e vecchio progressive. Non si fatica a essere coinvolti dalla passione che emerge dai cinque brani di questa autoproduzione, tutti ricchi di spunti interessanti e ottime trovate, tanto che si finisce per rammaricarsi di una produzione che poteva esaltare maggiormente le dinamiche create dai ravennati. La partenza di Long time lover chiarisce subito la direzione dell’album, con un attacco che ricorda la freschezza della P.F.M. e si sviluppa in territori marcatamente rock, con un chorus immediato che si stampa in testa con facilità. Davvero un buonissimo inizio, introduzione alla prima suite che incontriamo, The distance, che si divide tra temi al limite del kraut, dark prog, e psichedelia, un crogiuolo di emozioni e liricità davvero notevoli per una band all’esordio. Little Piggy Will è un affresco di fine anni ’60, Santana (a freedom song) mi ha ricordato il mood dei grandi Iron Butterfly, mentre la conclusiva suite Epiphany, tra echi space rock, svisate folk, psichedelia e marcati accenni al prog settantiano, chiude un disco intenso e meritevole di attenzione da parte del pubblico più devoto a certe sonorità. (Luigi Cattaneo)
Long Time Lover (Video)

  

venerdì 16 novembre 2018

IL SENTIERO DI TAUS, Macrocosmosi (2018)


Come back per Il Sentiero di Taus, progetto conosciuto dagli amanti del progressive rock per La grande perla del 2013 e che dopo cinque anni di attesa arriva alla pubblicazione del nuovo e ambizioso Macrocosmosi, edito da Lizard Records sotto la supervisione di Fabio Zuffanti. Prog che guarda ai settanta, col tema religioso che rimanda ai lavori di Rovescio della Medaglia, Latte e Miele, J.E.T., ma anche ai Genfuoco di Dentro l’invisibile, con incursioni in territori hard che sottolineano i momenti più concitati di questo concept sulla genesi del macrocosmo, un racconto sulla metamorfosi dell’uomo a divinità e i segreti della setta curda mesopotamica Yazidi. Gennaro Lucio Zinzi (voce, chitarra, flauto e tastiere), Tiziano Taccini (chitarra), Jesus (basso) e Claudio Buonfiglio (batteria), dividono il disco come un’opera rock, con tutto quello che ne consegue a livello di scrittura e impulsi. Il tema mistico-religioso non facilità la scorrevolezza del prodotto ma un discreto dinamismo e alcuni ottimi momenti (Era moderna, Al Jilwah) innalzano la qualità media, conquistando ascolto dopo ascolto, tra brevi distorsioni, ritmiche dispari e vellutati passaggi flautistici. L’aspetto melodrammatico viene incanalato in un contesto tipicamente vintage, dai suoni al cantato, con l’eccezione di alcuni fraseggi più vicini al metal, aspetto interessante, seppur non di certo nuovo, che amplia la zona di movimento del quartetto. La cura per l’aspetto testuale del racconto (aspetto complesso per l’argomento affrontato) mostra la voglia di non fallire dei lombardi, a cui va aggiunta l’attenzione per l’aspetto melodico della narrazione, un romanticismo progressivo contraltare di alcuni momenti più hard, trademark di un disco evocativo, passaggio importante per ulteriori sviluppi futuri su cui continuare a lavorare con costanza e impegno per crescere ulteriormente. (Luigi Cattaneo)
Era moderna (Video)
 

giovedì 15 novembre 2018

DESOUNDER, Desounder (2018)


Nati cinque anni fa come Rider’s Bone da un’idea di Martino Pighi (batteria) ed Eleonora Nory Mantovani (voce), la formazione, dopo i consueti cambi di line up, si stabilizza con l’arrivo di Nicolò La Torre (chitarra) e Matteo Valle (batteria), un quartetto che trova il proprio punto di forza nell’impatto live e che con il monicker Desounder affronta la prima prova in studio (dopo aver firmato per la veronese Andromeda Relix). Rock contemporaneo capace anche di guardare ai classici, senza fronzoli ma con qualità tecnica, melodico e aperto all’inserimento di pulsioni blues e black, come suggeriscono i concerti di spalla a Mike Terrana, all’indimenticato Rudy Rotta, a JC Cinel e agli stralunati The Mentalettes. L’iniziale Man from the moon è perfetta per introdurci nell’universo del quartetto, con il suo andamento serrato e la voce della Mantovani in primo piano. Dear John presenta una raffinata sezione fiati, che aggiunge groove alla proposta, Pain torna su territori maggiormente rock, mostrando aggressività e una giusta dose di irruenza, complice anche la partecipazione di Alessandro Zara della prog band Il Rumore Bianco, ospite che ritroviamo anche in I take my time, una ballata elettrica che mette in mostra anche un’altra veste della compagine veneta. Prisoner è un altro momento vibrante e dal cuore rock, mentre un introduzione blues apre le porte di King of nothing, che poi si sviluppa tra riff hard e un chorus accattivante. The void of absence accentua il lato drammatico della proposta, con Zara e la Mantovani autori di una prova convincente e molto sentita, che punta sull’aspetto emotivo di una delle tracce più riuscite dell’intero lavoro. Save our souls mostra l’innata capacità della band di creare soluzioni che abbinano con efficacia impatto e grandi aperture melodiche, un trademark che accompagna per intero questo esordio e che non fa difetto nemmeno nella conclusiva You fall again, epitaffio di un disco coinvolgente e pieno di sana passione. (Luigi Cattaneo)
Official Album Teaser
 

domenica 11 novembre 2018

LAVIÁNTICA, The experience (2018)

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The experience è il secondo album dei Laviàntica, band romana nata sul finire degli ’80 come Alterego, sulla scia di gruppi come Marillion, Twelfth Night, Ezra Winston e Leviathan. Dopo Clessidra del 2013 (di cui avevamo parlato su queste pagine) ha deciso di dare una svolta al proprio sound, ora interamente strumentale, sinfonico e suonato con bravura da Daniele Sorrenti (flauto, minimoog e vibrafono, già con gli storici Semiramis), Luciano Stendardi (piano e tastiere), Paolo Musolino (tastiere e chitarra acustica), Marco Palma (chitarra), Paolo Perilli (basso) e Marco Rovinelli (batteria). Il concept racconta in musica l’esperienza di Galbat, un essere immaginario proveniente da uno spazio immateriale, che decide di esplorare il nostro mondo fisico, a lui ignoto (l’intera storia è descritta con efficacia nel booklet). Ovviamente narrare senza l’ausilio testuale prevede la grande capacità di saper comunicare, di trasportare in un mondo immaginifico dove le note suggeriscono emozioni, un filo narrativo non semplice da gestire che rende la prova del sestetto ancora più meritevole di sostegno. I primi due pezzi sono la sintesi dei nuovi Laviàntica, The journey e Breathing flower riassumono in venti minuti complessivi sfumature settantiane, delicati interventi flautistici e raffinate tastiere, tra Camel, prog classicheggiante e romanticismo, strutture tenui pur nella loro complessità, a cui si aggiungono le note di Fabrizia Pandimiglio al violoncello nella seconda composizione. Closer si assesta su buoni livelli, tra parti lievi e robuste intrusioni dei sintetizzatori, a cui fa eco Artificial thought, pezzi che confermano le doti di scrittura e le migliorie sostanziali rispetto al recente passato. La soave e impalpabile The wait introduce Traveler, ottima conclusione di un come back che mostra il salto di qualità avvenuto in questi cinque anni dai capitolini. (Luigi Cattaneo).
 
The Journey (Video)
 

mercoledì 7 novembre 2018

SIRJOE PROJECT, Letze Baum (2018)


Dietro il monicker SirJoe Project si cela Sergio Casamassima, noto per la sua lunga  militanza nei bravissimi Presence, con cui ha realizzato svariati lavori sin dalla fine degli anni ’80 (l’ultimo in ordine temporale è Master and following del 2017). Letze Baum è il suo primo da solista, registrato in piena autonomia e con l’aiuto dei soli Alessandro Granato per quel che riguarda le parti vocali e Mario Mutti per i testi, nasce da un concetto ambientalista spesso attribuito ad un capo indiano, ossia come l’avidità del genere umano stia portando alla distruzione del pianeta e dell’uomo stesso. Il progressive rimane l’approdo sicuro di Massimo, che instilla parti elettroniche (una delle sue passioni), bordate heavy, passaggi delicati e lievi tocchi di natura etnica, dettati soprattutto dall’utilizzo di voci campionate, che donano alla struttura, in alcuni punti, una straniante aurea world. La curiosità di Casamassima è basilare per la riuscita di un album che non dimentica il dark prog del gruppo di origine, accostabile per intensità e tratti inquieti, lungo 70 minuti che conquistano anche per aspetti melodici curati che rendono il complesso godibile, avvincono all’interno di un percorso strutturato e con ampi sviluppi. Il napoletano mostra tutte le sue doti in brani fantasiosi come Deadly waltz, I need time o la lunga strumentale Anyway (forse la perla del disco) ma è l’opera nella sua interezza a convincere e a ripresentare Casamassima ancora una volta su ottimi livelli di scrittura ed estro compositivo. (Luigi Cattaneo)
Album Trailer (Video)
 

giovedì 1 novembre 2018

ITALIAN POST ROCK MOVEMENT FEST


Tutti gli appassionati di Post-rock sono invitati a Trieste il 16 e 17 novembre per vedere live, sul palco del Loft di Trieste, i The Chasing Monster che presenteranno il debut Tales, i Löve, progetto solista di Micaela Carlotta Amore, gli interessanti EUF, il duo Aria Motifs, i Winter Dust freschi del nuovissimo Sense by erosion, i suggestivi Il Giardino degli Specchi di Oltremare, i Red Light Skyscraper di cui ci siamo occupati proprio da queste pagine per il buonissimo Still the echo e gli ottimi Quiet is the new Loud

Inizio concerti: ore 21:00, entrata gratuita

Nella playlist "Italian Post-rock" (
https://spoti.fi/2Jawya3 ) troverai i lavori delle band che parteciperanno al festival

MARIA ELENA CRISTIANO, Me and the Devil (2018)

 

 Me and the Devil trae spunto dalla leggenda che aleggia attorno alla figura di uno dei padri del blues, Robert Johnson, divenuto improvvisamente celebre nella prima metà degli anni Trenta. Il grande chitarrista amava raccontare ai suoi colleghi musicisti di aver ottenuto il dono di suonare così mirabilmente la sua fedele sei corde, grazie a un patto stretto con il Maligno. Il romanzo si ispira a questa macabra storia, per porre un interrogativo diverso: se non fosse l’uomo a proporre al Diavolo la sua anima in cambio di fama, successo e denaro, ma fosse Satana a invaghirsi dell’anima di un mortale, cosa accadrebbe?  La trama si svolge fra il Mississippi della fine degli anni ‘30 e le assolate spiagge della California della metà degli anni ‘80. I protagonisti sono quattro musicisti rock di Van Nuys, sobborgo industriale di Los Angeles, alle prese con la difficile e tortuosa ricerca del successo, con il fantasma di Robert Johnson e con Satana in carne e corna. Il carismatico leader della band, un italo americano dalle belle speranze infrante, coinvolgerà, suo malgrado, i suoi compagni di avventure, sbornie e divertimento, in una giostra infernale dove lecito e illecito, bene e male, sesso e amore, si confonderanno in un turbinio di soldi, successo, fama e vizio. La vita dei quattro cavalieri del rock, divenuti improvvisamente idoli dello show business, sarà distrutta e ricostruita dall’oscuro signore che manovra le menti, i pensieri e i cuori dei membri della band …

Maria Elena Cristiano nasce a Roma, dove ancora risiede. Laureata in Medicina, è direttrice di un'agenzia di servizi letterari, il Babylon Café. Ha all'attivo due romanzi: L'isola delle bambole (Europa Edizioni, febbraio 2016) e Immortali (Kimerik, gennaio 2012).

Di seguito il link per acquistare Me and the Devil https://www.amazon.it/Devil-Odissea-Digital-Maria-Cristiano-ebook/dp/B073C9SKSM/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr&fbclid=IwAR0v9XqgSJrgaohZwvTkoWS5Yy5HheCuKGpqEdvIv-BYB55OF7NwWz3zmJI

CONCERTI DEL MESE, Novembre 2018

Venerdì 2
·Napoli Centrale a Brescia
·Il Segno Del Comando a Genova

Sabato 3
·Pavlov's Dog al Giardino di Lugagnano (VR)
·Napoli Centrale a Milano
·Marygold a Pastrengo (VR)
·Wandering Vagrant a Subbiano (AR)


Domenica 4
·La Zuccheria ore 17 a Lainate (MI)

Sabato 10
·Coscienza Di Zeno alla Casa di Alex di Milano
·La Bottega del Tempo a Vapore ad Acerra (NA)


 Venerdì 16
·Osanna a Milano

Sabato 17
·Osanna al Giardino di Lugagnano (VR)

·Riccardo Zappa a Romano d'Ezzelino (VI)
·Andromeda Relix Fest a Pastrengo (VR)


Domenica 18
·Sonata Island Quartet alle 17 a Lainate (MI)

Venerdì 23
·Le Orme + The Trip a Torino

Sabato 24
·Between The Buried And Me + Tesseract a Parma
·The Coastliners a Lido di Ostia (Roma)
·Kingcrow a Roma
·The Forty Days a Zero Branco (TV)
·Prog61 ad Asciano Pisano (PI)

Domenica 25
·Syndone a Torino

·Gus G al Legend di Milano

Venerdì 30
·North Sea Radio Orchestra a Piacenza