sabato 25 febbraio 2023

DEADBURGER FACTORY, Microonde Vibropletti (2013)

 

Uscito nel 2013 in un lussuoso cofanetto contenente un libretto, un miniposter e tre album, La fisica delle nuvole era il quinto lavoro dei Deadburger, uscito però sotto la denominazione Deadburger Factory, in quanto collettivo aperto. Dopo aver parlato del primo capitolo, Puro Nylon, oggi mi occuperò di Microonde Vibropletti, uno split dove la prima parte è ad appannaggio di Vittorio Nistri e la seconda vede protagonista Alessandro Casini. Nistri firma 4 brani per solo forno a microonde, una follia che incredibilmente regge, un unicum di ricerca esasperata ma stimolante, avanguardia mai fine a sé stessa (sublime Strategia del topo), un urlo di protesta verso ciò che è codificato che sa anche emozionare, lungo 15 minuti circa che definire coraggiosi è poco. Casini invece si affida alla sua chitarra ma suonata usando vibratori come pletti, una seconda parte di album sperimentale e audace, un ibrido oscuro di suoni e improvvisazioni, capace di essere intenso (Il dentista di Tangeri) e raffinato (Cuore di rana). Un lavoro breve ma che incide, pieno di idee e sospinto dalla voglia incessante di fregarsene di qualunque stereotipo. (Luigi Cattaneo)



venerdì 24 febbraio 2023

ALECO, Il sapore della luna (2021)

 

Dopo l’altalenante ma gradevole esordio del 2020, L’ultima generazione felice, Aleco, ossia Alessandro Carletti Orsini, nel 2021 pubblicò Il sapore della luna, un lavoro dal forte taglio pop, con uno sguardo che spesso si andava a posare sugli anni ’80, come nel caso delle due parti della title track (cantate insieme a Martina De Cesare e GiuliaLuz), con la prima molto leggera e solare (persino troppo) e la seconda dal taglio maggiormente cantautorale. Composto insieme a Andy Micarelli (che suona tutti gli strumenti e si è occupato anche degli arrangiamenti) mostra interessanti idee come Godi e t’amo (in cui troviamo la De Cesare), dove l’elettronica incontra curate orchestrazioni, e dispiace non sia stato ulteriormente sviluppato, perché la struttura della traccia meritava un approfondimento. Con poco mordente No agosto no, un altro brano molto legato all’estate e al pop ma la scrittura appare piuttosto scontata, mentre Dalmazia, tenue e delicata, tratta il tema dell’accoglienza e dell’appartenenza con semplicità, trasmettendo emozioni in maniera del tutto naturale. Un pizzico di jazz non guasta e colora la piacevole E me ne vado via, prima di Due cose (ancora con GiuliaLuz), che invece ha un approccio elettronico ben costruito, soprattutto nelle strofe, più convincenti rispetto al chorus. La conclusiva Io sono eternamente felice mostra come Alessandro abbia le carte in regola per creare piccoli bozzetti cantautorali decisamente più interessanti rispetto alla sua versione pop. (Luigi Cattaneo)

Godi e t'amo (Video)



GHOST HORSE, Il bene comune (2022)

 


Composto nell’inverno 2020/21, periodo nero per i lockdown da Covid 19, Il bene comune dei Ghost Horse è un lavoro nato grazie a scambi digitali e incontri dal vivo, che hanno dato vita ad un album dove le anime di Dan Kinzelman (sax, clarinetto), Filippo Vignato (trombone), Glauco Benedetti (tuba, tromba, eufonio, flicorno), Gabrio Baldacci (chitarra), Joe Rehmer (basso) e Stefano Tamborrino (batteria) si sono unite prediligendo una certa libertà d’espressione. Il jazz per noi è un approccio, non è né un genere specifico né uno stile. Ci interessa mettere in dialogo fra loro linguaggi e culture musicali differenti, lasciando ampio spazio al rischio e all'imprevedibilità. Ci sentiamo uniti dalla volontà di esplorare soluzioni musicali atipiche e poco accomodanti, cercando di mettere in discussione i ruoli tradizionali dei vari elementi in gioco, sia che si tratti del ruolo dei musicisti o degli strumenti all'interno dell'organico specifico, sia che si tratti dell'utilizzo e del montaggio di varie influenze o usanze sonore. Un modo di agire espresso dal gruppo che ritroviamo in brani come Q e Ebo, in cui si denota come il sestetto sia riuscito ad orientarsi all’interno di strutture complesse e di non facile assimilazione, quelle di Warsaw, con la sua buona dose di sperimentazione, e della title track, scandita da un loop dove si innestano con maestria le trame sviluppate da ogni musicista, in un vortice di jazz, avanguardia e improvvisazione, finale di un lavoro onirico e audace. (Luigi Cattaneo)





martedì 21 febbraio 2023

FRENTRUM, Aprutium (2022)

 

Disco postumo per i Frentrum, band di Antonio Pasquini (Ant), scomparso prematuramente nel 2020, qui omaggiato con un disco, Aprutium, a cui hanno partecipato diverse personalità del nostrano black metal. I brani, rimasti strumentali per diversi anni, vedevano Ant (chitarra, basso, synth, testi) e Draughar (batteria) protagonisti di un black old school dal sapore esoterico, qui interpretato da un cospicuo numero di amici, che si sono calati con rispetto nelle gelide atmosfere dei Frentrum. Immutato cantico è l’intro acustico che ci conduce a Sentiero delle nebbie, un pezzo che ricorda i Mayhem degli esordi, con Daughar che presta la sua voce in una traccia inframmezzata dai versi stranianti di Funeral blues, poesia di Wystan Hugh Auden. Riff maligni e sonorità alla Darkthrone marchiano Dove dimorano le pietre e Linee di vette, con le parti vocali di Hesperus (del progetto Hesperia, di cui abbiamo parlato da queste pagine) e Loris Lord (Khephra, Speculum Mortis), mentre ritroviamo il periodo ambient di Burzum nella lunga Auden. Antonius Block e il suo dialogo con la morte nel cult Il settimo sigillo si incastrano perfettamente tra le note di In a timeless land, contraddistinta dai passaggi acustici della chitarra di Felis Catus (Francesco Cucinotta già con Malauriu e Sinoath). Inaspettata la cover cantata da Necro di Come together dei Beatles, oscura e opprimente è la successiva Mistica del vuoto, dove invece troviamo Furius dietro il microfono. G/AB (voce dei Deviate Damaen) e Iblis (basso e voce), si dedicano all’outro Dies irae ant onius block, epitaffio di un lavoro che celebra la figura di Ant e la fa rivivere con passione e cuore. (Luigi Cattaneo)

Aprutium (Full Album)



lunedì 20 febbraio 2023

IGOR LEGARI, Arbo (2022)

 


Arbo è il nuovo lavoro di Igor Legari (contrabbasso), registrato con due straordinari interpreti, Marco Colonna ai fiati (clarinetto, sax, flauto) e Ermanno Baron (batteria), un trio notevolissimo di puro jazz, autore di un album raffinato e vibrante. Si alternano così la palpitante Ocelot, l’evocativa Roca e l’immaginifica Ultima Thule, brani simbolo di un disco suggestivo e suonato meravigliosamente bene. L’ Art Ensemble di Chicago e il suo bassista Malachi Favors Maghostut vengono omaggiati in Malachi, una delle fonti di ispirazione di Legari, perfetto nel creare insieme a Baron una sezione ritmica encomiabile su cui Colonna sviluppa melodie fiatistiche di innata classe. Il contrabbasso arrembante di Legari incontra visioni jazz folk ora matematiche e classiche, ora più libere e figlie di un costrutto improvvisativo che fa della libertà di pensiero un punto fermo, aspetto cardine di composizioni da ascoltare con la dovuta attenzione e da assaporare senza fretta. (Luigi Cattaneo)


sabato 18 febbraio 2023

MARKUS REUTER OCULUS, Nothing is sacred (2020)

 


Registrato a La Casa Murada nel 2019, uno dei centri nevralgici spagnoli della Moonjune Records, Nothing is sacred è l’ennesimo lavoro dove Markus Reuter, chitarrista e tastierista di cui abbiamo spesso parlato da queste pagine, mostra la propria duttilità e fantasia accompagnato, per l’occasione, da Asaf Sirkis (batteria, percussioni), Fabio Trentini (bassista conosciuto soprattutto per la sua militanza nelle Orme), David Cross (pianoforte, violino, storico membro dei King Crimson), Mark Wingfield (chitarrista veterano delle produzioni Moonjune) e Robert Rich (elettronica), un sestetto riunito sotto la sigla Oculus. Jazz, prog, avant, fusion, il tutto tenuto insieme dall’attitudine free della registrazione, apprezzabile modello di musica lontano da convenzioni e luoghi comuni, in cui le brillanti intuizioni dei fuoriclasse presenti si inseguono all’interno di un album dove ognuno ha messo del suo, in una session di studio dallo spirito totalmente libero. La profondità delle esecuzioni e lo sviluppo di melodie e armonie all’interno di un collage che richiama mostri sacri come Miles Davis e Joe Henderson, più che per il suono per la volontà di improvvisare trovando connessioni inesplorate e inaspettate fanno di Nothing is sacred un magma variopinto, capace di passare da attimi di quiete a momenti dissonanti in un lampo, una sfida che solo musicisti di tale spessore possono affrontare, guidati dalla voglia di unire le proprie doti per creare qualcosa che vada oltre il singolo. Cinque lunghe trame senza vincoli ma perfettamente amalgamate, in cui ritroviamo tutte le caratteristiche estemporanee di queste registrazioni Moonjune, sempre affascinanti e con al loro interno qualcosa di magico. (Luigi Cattaneo)  


mercoledì 15 febbraio 2023

OLAMOT, Realms (2022)

 


Ep di debutto per gli Olamot, duo formato dai chitarristi, Daniele Boccali (Fictio Solemnis) e Edoardo Casini (Xenofaction, Desource) e dedito ad un death metal dai risvolti tanto tecnici quanto brutali, accostabile a band come Morbid Angel, Decapitated, Suffocation e Hate (la sezione ritmica è formata da Alessandro Cupici alla batteria e Alessandro Travetti al basso). Tra riff durissimi, ritmiche compatte e synth che donano un’atmosfera cupa e malsana, si sviluppano 15 minuti che abbinano la furia del death con sporadiche aperture melodiche e orchestrali, in cui gli umbri mostrano doti tecniche e compositive, che fanno di questo Realms un primo passo interessante e sicuramente base di partenza solida. I diversi ospiti presenti nell’album sono tutti perfettamente congeniali alle idee che vengono sviluppate (tra cui Jei Doublerice nell’ottima God’s wrath e Alec Lopez nella devastante Disciple of mysteries), ben strutturate all’interno di un contesto sempre molto pesante ma non parossistico, anche per la capacità di far coesistere con naturalezza i classici elementi old school con sprazzi sinfonici. In attesa di qualcosa di maggiormente corposo non posso che promuovere il progetto, che ha tutte le carte in regola per piacere, e non poco, agli amanti del genere. (Luigi Cattaneo)  

lunedì 13 febbraio 2023

IL WEDDING KOLLEKTIV & ANDREA FRITTELLA, 2084 (2023)

 


Terzo ep per Il Wedding Kollektiv (dopo Brodo e Il Wedding Kollektiv & female friends play SOUP, recensiti sul blog ai tempi delle loro uscite), un breve concept visionario tra musica e fumetto, nato dalla collaborazione con Andrea Frittella, fumettista romano autore di un booklet davvero sorprendente. È la voce del leader, Alessandro Denni (synth e batteria elettronica), a spiegare la genesi del nuovo lavoro. Le storie, che raccontano di un futuro distopico, avevano bisogno di immagini che rafforzassero l’impatto. Abbiamo quindi cercato un disegnatore che potesse trasformare in un racconto a fumetti i testi delle canzoni. Andrea Frittella ha accettato la sfida e ha disegnato in 8 tavole una storia che ha per protagonista una donna (che ha un numero di riconoscimento, il 2084) la quale si aggira in un mondo futuro desertificato e distrutto, accompagnata da quattro famosi musicisti che diventano i suoi ciceroni. Una storia anti-utopica che viene narrata nel fumetto attraverso i testi delle canzoni. Oltre a Denni troviamo nuovamente Tiziana Lo Conte (voce), Inke Kühl (violino, sax) e Claudio Moneta (chitarra), un quartetto oramai molto rodato che negli anni ha riscosso un certo interesse da parte di chi è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e fresco. La conferma arriva dall’ascolto dei brani di 2084, a partire dall’iniziale Quando i Residents si tolsero le maschere, il punto di partenza del racconto, tra elettronica sperimentale e forma canzone, prima di Tentacoli, intrisa di wave e psichedelia, e Il modello di sviluppo, più tenue e levigata. Chiude il disco Tra il futuro e l’incendio, forse il momento più strutturato dell’album e curioso finale dell’ennesimo ep da ascoltare con la dovuta calma. (Luigi Cattaneo)


giovedì 9 febbraio 2023

G.O.L.E.M., Gravitational Objects Of Ligh Energy And Misticism (2022)

 


Notevole esordio per i G.O.L.E.M. (Black Widow Records 2022), band in cui ritroviamo Paolo Apollo Negri (organo e synth), ex dei Wicked Minds, qui in compagnia di Marco Zammati (basso), Francesco Lupi (batteria), Emil Quattrini (piano e tastiere) e Marco Vincini (voce). Gravitational Objects Of Ligh Energy And Misticism è un disco che va a riprendere il discorso interrotto proprio dai Wicked Minds, hard rock che si fonde con il dark prog alla maniera di Atomic Rooster, Deep Purple e Uriah Heep. L’organo è uno degli elementi distintivi e introduce l’iniziale Devil’s gold, brano compatto che ci trascina di peso in un’epoca lontana, mentre Five obsidian suns parte soffusa per poi immergerci in un’atmosfera decisamente psichedelica, andando così a sviluppare una seconda parte libera da ogni vincolo. Grande hard rock in The logan stone, che ha al suo interno qualcosa di solenne ed epico, prima di The man from the emerald mine, decisamente sinfonica e sviluppata attorno al pregevole lavoro di Quattrini e di Negri, che si confermano protagonisti anche nell’ottima Marble eyes. La lunga title track finale mostra tutte le caratteristiche in dote al progetto, tra sprazzi oscuri, hard progressive, solismi entusiasmanti e una serie di idee ben sviluppate e davvero invidiabili, che fanno di questo debutto un album assolutamente da non perdere per gli amanti di certe sonorità. (Luigi Cattaneo)


mercoledì 8 febbraio 2023

ENIO NICOLINI AND THE OTRON, Hellish Mechanism (2022)

 


Storie distopiche da un mondo cybernetico nel nuovo disco di Enio Nicolini and the Otron, lavoro nuovamente privo di chitarre (la line up prevede oltre Nicolini al basso l’ex Unreal Terror Luciano Palermi alla voce, Gianluca Arcuri ai synth e Damiano Paoloni alla batteria) e con il basso del leader impegnato a creare linee melodiche e ritmiche di spessore, lungo 37 minuti di heavy dal sapore futuristico. Chi conosce la carriera di Nicolini (The Black, Unreal Terror, Akron) è consapevole della grande voglia del musicista di guardare sempre avanti, caratteristica che ben si sposa con questo progetto e con l’attuale Hellish Mechanism, con l’elettronica e i synth che vestono certe atmosfere suggestive dettate dalla narrazione e la sezione ritmica che esplode e sottolinea i passaggi più grevi e in odore di thrash metal. Il quartetto mostra una certa personalità nel proporre classico e moderno, che si legano tra di loro grazie al basso preponderante del leader, che firma trame cariche di elettricità e decisamente plumbee. Nota finale per il brano L’osservatorio, cantato in italiano (unico dell’album), mette in risalto un’altra anima della band, un elemento che potrà essere senz’altro preso in considerazione per eventuali sviluppi futuri vista la riuscita della composizione. (Luigi Cattaneo)

Final clash (Video)



domenica 5 febbraio 2023

MATER A CLIVIS IMPERAT, Atrox Locus (2022)

 


Imperdibile lavoro per gli amanti del dark questo Atrox Locus dei Mater a Clivis Imperat, quintetto formato da Isabella (voce), Samael Von Martin (chitarra, basso, tastiere, già con Negatron, Death Dies e Mad Agony), Tomas Contarato (batteria), Natalija Branko (pianoforte) e Alessio Saglia (organo, hammond, moog), uscito per la Black Widow Records nel 2022. Una sorta di concept dedicato ad alcuni posti definiti misteriosi del Veneto, una colonna sonora che rimanda tanto ad Antonius Rex e Jacula, quanto ai The Black, con un occhio di riguardo per il dark prog degli anni ’70. Uno squarcio nero apre l’album, Coemeterium, con Isabella che declama versi in latino (la lingua scelta per quasi tutti i testi del disco) su un tappeto d’organo maestoso, atmosfera sepolcrale che introduce la seguente 1974, più strutturata dal punto di vista compositivo, una piccola sinfonia che cita anche Goblin e Devil Doll, davvero un brano avvolgente e carico di fascino. Atmosfere filmiche settantiane contornano la title track ma anche Padova occulta (che vedono Elisa Di Marte alla voce soprano), Atrox poena in corde suo est è più psichedelica, anche grazie allo sviluppo imposto dalla chitarra di Von Martin, mentre Homo intime pauper est mostra la grande dote della band di innalzare soluzioni maggiormente architettate senza perdere di vista lo spirito originario del progetto. Anche la seconda parte del lavoro conferma la grande solidità di questo debutto, tra immagini nero pece, oscure partiture classicheggianti, hard prog, sezioni strumentali, lugubre heavy metal e soprattutto un susseguirsi di idee da brivido, che fanno di Atrox Locus uno dei dischi più interessanti del 2022 da poco terminato. (Luigi Cattaneo)  

sabato 4 febbraio 2023

LA CRUNA DEL LAGO, Schiere di sudditi (2022)

 

Primo lavoro per la prog band La cruna del Lago (Carmelo Arena voce e tastiere, Pino Polistina chitarra, Matteo Tuci basso e Andrea Bruni batteria), che esordisce con Schiere di sudditi, un disco che guarda al passato del genere con grande consapevolezza e una discreta personalità. Debutto in cui ritroviamo certi umori della P.F.M. ma anche del Banco, soprattutto per la capacità di creare melodie delicatissime e fraseggi intricati all’interno di una forma canzone elegante e brillante. Gli anni ’70 come riferimento, non solo quelli legati al progressive, e ne è un bell’esempio la fresca Giostra, azzeccata apertura dell’album. Cambi di tempo e di atmosfere nell’ottima Mantide agnostica, mentre Illogica distanza è una ballata che rimanda alle Orme settantiane. Interludio, immaginifico pezzo strumentale, introduce la lievemente psichedelica ElettroDrama, prima dell’hard prog di Stato e della conclusiva Acqua da Marte, maggiormente rock e vicina ad alcune cose della Premiata di Serendipity, finale di un primo passo creativo e curato. (Luigi Cattaneo)

Acqua da Marte (Video)



giovedì 2 febbraio 2023

MASSIMO GIUNTOLI, Piano warps (2016)

 

Uscito nel 2016, Piano warps di Massimo Giuntoli, rappresenta una delle tante anime del pianista, da sempre curioso ed eclettico nelle sue scelte, sia quando si muove in solitaria, sia quando lo troviamo in buona compagnia (basti citare il progetto Hobo con Eloisa Manera o U-Gene insieme a Silvia Cignoli). Massimo ha da sempre evitato paletti, seppure nel disco in questione si è focalizzato su un apprezzabile tentativo di comunicare solo ed esclusivamente attraverso il pianoforte (un Yamaha AvantGrand per l’esatezza). Un album equilibrato, che sviluppa piccoli bozzetti immaginifici (Sorry, it’s me again o Quick look inside) e composizioni ben più lunghe (Piano suite con i suoi 16 minuti ma anche la raffinata Dreamy waiter), figlie dell’amore di Giuntoli per Aaron Copland, Satie e la scena di Canterbury, con un occhio rispettoso al passato storico ma anche con la consapevolezza che certe melodie e certe atmosfere risultano, a chi non è lobotomizzato dalle insulse musichette che ci circondano nel quotidiano, affascinanti e senza tempo. Arte pura da ascoltare senza fretta, seducente nel suo citare senza essere pedissequa, una forma viva di classica contemporanea che rivela la personalità e lo spessore dell’autore. Per acquistare o ascoltare l'album potete cliccare sul seguente link https://massimogiuntoli.bandcamp.com/album/piano-warps (Luigi Cattaneo)


Expiatoria e Sator, data live all'Angelo Azzurro di Genova



Serata all'insegna delle sonorità oscure, psichedeliche e cimiteriali in quel di Genova presso L'Angelo Azzurro Club l'11 febbraio 2023...

Concerto unico nel suo genere che vedrà sul palco dell'Angelo Azzurro due band storiche dell'underground genovese, due concezioni diverse della parola doom, per un concerto da co-headliner assolutamente da non perdere.

 

ExpiatoriA: gruppo doom/dark/gothic metal nato a Genova nel 1987. Composta da 6 elementi, la band ha pubblicato il primo album, “Shadows”, per Black Widow Records e Diamonds Prod. in cd e vinile nel 2022. Un album da non perdere per tutti i fan di Mercyful Fate, Candlemass, old-school heavy metal e prog.

https://expiatoria-official.bandcamp.com/

 

Sator: sludge/doom metal dal 2013, il trio genovese ha pubblicato il terzo full length "Cleansing Rituals" nel 2022 per Argonauta Records, album che è stato accolto molto bene da stampa e fan. Devastanti sul palco, i Sator incorporano nel loro sound elementi di psichedelia, funeral e drone.