Più un disco di
Claudio Rocchi o degli Effervescent Elephants quello pubblicato dalla Psych Out
di Cosimino Pecere (divulgatore consapevole di tante realtà profondamente
underground)? Traccia dopo traccia ci si accorge che le 2 anime musicali si
sono incontrate e hanno sviluppato una linea comune che ha portato ad un lavoro
sincero e discretamente piacevole. Rocchi è autore di vecchio corso e sa
come affascinare a distanza di più di
quarant’anni dalle sue prime apparizioni, gli Effervescent sono un gruppo che
ha fatto della psichedelia la propria ragione di vita (sono in attività dagli
anni ’80). Rocchi e il gruppo hanno dialogato a distanza e le varie tracce sono
nate dalla mente e dalla chitarra di Lodovico Ellena per poi essere articolate
dal pensiero, dalla voce e dallo stile di Claudio. Anche così però il risultato
risulta positivo e c’è una coesione di fondo da non sottovalutare, come se le
idee trovassero un loro naturale percorso. Di nuovo in pentola non bolle nulla,
sia chiaro, ma brani come Gli Apostoli,
in cui spicca anche il flauto di Domenico Salussolia, l’iniziale invettiva di Niente di meno, semplice ma fortemente
incisiva (Niente di meno, che ridere
forte, a questa politica. Vedrai che sorpresa se ridono tutti, sarà un’altra
musica… Esistono porte che portano altrove, apriamole subito) o la
conclusiva e strumentale Rigel’s trail mostrano
un cantautore ancora desideroso di esprimere il suo fabbisogno di spiritualità
e una band che ha le giuste capacità per assecondare urgenze espressive che
rimandano agli anni ‘70 di Rocchi, pur non mettendosi musicalmente da parte ma
facendo valere esperienza e personalità. Non tutto luccica però e un paio di
episodi scontano forse un eccessiva prolissità (Apollo & le Muse, La Mecca) che non fa decollare del tutto i
pezzi in questione che avrebbero probabilmente beneficiato di una maggiore
sintesi. Claudio Rocchi & Effervescent Elephants, pur con qualche limite, è
un album che interesserà sicuramente gli amanti di un certo cantautorato folk
di matrice psichedelica ma potrebbe incuriosire anche quelli più affezionati
alla stagione d’oro del progressive rock (ma dimenticatevi suite di matrice
classica e affini). Da diffondere anche perché una delle ultime prove
discografiche di Rocchi prima della sua prematura scomparsa avvenuta giusto
qualche giorno fa. (Luigi Cattaneo)
Progressive Rock&Metal ma anche una panoramica su Jazz, Blues, Folk, Hard&Heavy, Psichedelia, Avanguardia, Alternative, Post Punk, Dark Rock. Un blog sulle sfumature della Musica.
mercoledì 26 giugno 2013
venerdì 21 giugno 2013
SURSUMCORDA, Musica D'acqua (2013)
Parlare dei Sursumcorda (nome che arriva da un detto popolare che
significa su con la vita, che a sua volta proviene da una parola latina
traducibile con in alto i cuori) cercando di tenere a distanza le emozioni che
mi suscitano è impresa ardua. Tentando di avere un certo distacco critico
continuo a pensare già dal precedente La porta dietro la cascata come
questo gruppo, attivo anche e soprattutto nel settore delle colonne sonore,
che ha vinto tanti premi in Italia non abbia ancora raggiunto il giusto
status, se non tra gli addetti ai lavori. Solito problema italico, dirà
qualcuno di voi, dove in classifica si trovano personaggi che di musicale han
ben poco. Lungi da me voler proporre i Sursumcorda al prossimo Sanremo (che poi
perché non sdoganare musica strumentale anche nella città dei fiori?) ma questa
è una band che ha uno stato qualitativo davvero sopra la media. In questo nuovo
Musica d’acqua trovano spazio le musiche che hanno caratterizzato Francesco
e Bjorn di Fausto Caviglia, un documentario sul rapporto tra un autistico e
il suo educatore che ha vinto ben 9 premi nel 2012 (fa rabbia pensare che
robetta come Amici abbia tutto il risalto del caso), Amir, un
film di Jerry D’Avino e le musiche di un laboratorio creativo (www.raccortisociali.it). Ma sotto quale etichetta si possono
piazzare i Sursumcorda? Non è semplice dirlo. Si potrebbe parlare di un folk
sui generis con contaminazioni etniche e spinte orchestrali, anche per via dei
tanti strumenti utilizzati dai milanesi (salterio, kalimba, sansula, xilofono,
dulcimer, benjo, kora, viella, guzheng e una serie di strumenti acustici, a
corda e ad arco), ma la loro particolarità è sicuramente l’elemento più curioso
e interessante che balza all’orecchio. Un’atmosfera intima e sognante
fortemente espressiva che si snoda attraverso 11 brevi tracce strumentali che
andrebbero correlate alle immagini per via di quella potenza visionaria
intrinseca e che viene fuori comunque con inaudito fervore. Pur se il disco
vive di progetti diversi tra loro i Sursumcorda mantengono ispirazione e
suggestione, riuscendo a essere raffinati e originali pur senza perdere di
vista la comunicabilità della propria arte, in un equilibrio solido e
consistente. Folk che vaga tra radici mediterranee ma cerca sviluppi
sudamericani e tocchi balcanici, in un susseguirsi di chicche in cui si nota la
classe dei musicisti coinvolti, tra cui spiccano i due chitarristi Giampiero
Sanzari e Piero Bruni (che suonano diversi strumenti), Simone Rossetti Bazzaro
al violino (ma anche alla viola e alla viola d’amore) e gli inserimenti del
pianoforte di Giulio Pomponi e della tromba di Raffaele Kohler. Ma tutti i
presenti hanno spiccate qualità a conferma di una realtà italiana poco conosciuta
ma piena di talento. (Luigi Cattaneo)
Entropia (Video)
mercoledì 19 giugno 2013
FORZANOVE, Autoanalisi (1981)
Dopo
aver ascoltato svariate volte il disco in questione mi fermo a pensare a quanto
doveva essere complicato e difficile suscitare interesse nei non appassionati
di progressive durante gli anni ’80, un periodo dove certe sonorità apparivano
(ahimè) già stantie. Ma come i Forzanove quante altre band si trovavano in
questa situazione? Centinaia, probabilmente, che non hanno avuto nemmeno la
fortuna di esprimersi attraverso un disco come invece è capitato ai veneti. La
band di Eraclea riuscì a trovare un contratto con una piccola etichetta
discografica di Milano, la Top Records, per pubblicare l’album d’esordio Autoanalisi. Ma
di fronte a che disco ci troviamo? Sicuramente Autoanalisi non è un disco prog alla Yes o alla Genesis, quindi
nessuna suite o brani dalla struttura particolarmente complessa. Anzi, i
Forzanove prediligono la forma canzone e pongono grande attenzione verso
momenti intimi e comunicativi. D’altronde, proprio come mi ha confessato
Claudio Causin, chitarrista e massimo compositore del gruppo, il loro era un
rock influenzato dal progressive, onesto e di fervido entusiasmo, quello di una
band che dopo aver ascoltato per un intera decade il meglio della musica
targata ’70 decide di dar vita ad un lavoro figlio diretto di quella passione. La
title-track, potente e ben rifinita, apre il disco e subito emerge l’ottimo
lavoro d’insieme, che convince appieno anche senza mostrare momenti individuali
particolarmente interessanti. Il punto di forza del brano appare proprio il
voler creare un suono compatto e scevro di ogni eccesso strumentale. Un mattino si presenta intensa e ben
dosata tra momenti soffusi (la prima parte) e maggiormente viscerali (la parte
finale) in cui spicca la voce sofferta di Piero Bianco, carismatico e capace di
ricordare in alcuni passaggi la rabbia di Alvaro Fella dei Jumbo.Toni da
ballata per Hai vinto tu, con la voce
di Bianco sostenuta dalle tastiere di Mauro Pascal e dalla chitarra di Causin
che nel finale esegue anche un’ interessante solo, primo vero momento solistico
del disco. Le successive Lo specchio e
Vieni, dai mettono in mostra il lato
più rock del gruppo. Lo specchio, pur
non convincendo totalmente, mette in evidenza il grande lavoro della sezione
ritmica, mentre Vieni, dai sembra un
vero e proprio omaggio, sia musicale che testuale, ai Garybaldi di Nuda. Il lato B si apre con Avessi un paio d’ali, delicata ballata
di grande semplicità che sembra scritta apposta per esaltare le qualità
interpretative di Bianco che, a dire il vero, riesce ad esprimersi su ottimi
livelli sia in brani come questo sia in pezzi più tirati e ruvidi. Vicino alla
P.F.M. di Suonare Suonare, la successiva Fermatevi un po’, che però non lascia grandi segni. Molto più
interessante Deserto, decisamente
fresca e vigorosa, giocata nuovamente sulla grande partecipazione collettiva
del gruppo, un momento d’insieme che spinge, questa volta, il brano in direzione
decisamente progressiva. LP chiuso da Coming
with a traveling band, unico brano cantato in inglese ed energico omaggio
del gruppo al rock blues, altra grande passione del bravo Causin. Autoanalisi non è sicuramente un
capolavoro o un disco memorabile ma è ben fatto perché ricco di pathos e di
cuore, dove emerge la grande passione, oltre che la qualità, dei singoli
musicisti per suoni di un passato non così lontano. Inoltre i veneti hanno il
merito di aver provato ad emergere in un contesto musicale ormai differente da
quello di qualche anno prima e le difficoltà risultavano sicuramente ampliate.
Peccato non essere riusciti a creare più nulla, ma, come ho già detto, chissà
quante band... (Luigi Cattaneo)
Autoanalisi (Video)
sabato 15 giugno 2013
CAMELIAS GARDEN, You have a Chance (2013)
La Fading Records, pur se etichetta ancora
giovane e da poco in pista, dimostra di avere ad ogni uscita le carte in regola
per stabilizzarsi con decisione all’interno del sempre più popolato progressive
italiano e non solo. D’altronde essere una costola della già affermata Altrock
vorrà pur dire qualcosa. Quindi dopo band celebrate per esordi di spessore come
Sanhedrin, Ciccada o Ske (giusto per citarne qualcuna) il catalogo si arricchisce
con questi Camelias Garden, segno di un sottosuolo sempre più vivo e fervido di
immaginazione. La stessa che utilizzano i romani per l’esordio You Have a Chance, in cui si ritrovano
le sensazioni già vissute per gruppi storici del prog come gli Acqua Fragile e
i Camel o altri più attuali come La Maschera di Cera, gli Hostsonaten e il
progetto Cavalli Cocchi-Lanzetti-Roversi. La band, nata da un’idea del
polistrumentista Valerio Smordoni, si è ampliata e ha di conseguenza incluso diverse
influenze che sono vive, presenti, ma che non diventano preponderanti l’una
sull’altra. Folk progressivo pieno di grazia e sensibilità che davvero non fa
pensare ad un gruppo di esordienti, vista la maturità con cui è stato inciso.
Appaiono pregevoli il lavoro di Manolo D’Antonio, che con la sua chitarra acustica
tratteggia buona parte delle tracce e quello di Smordoni, che con le sue
tastiere vira in territori vintage, in special modo quando utilizza il
Minimoog, come nella parte strumentale di The
Remark, un omaggio alla P.F.M. e al suono d’annata di Flavio Premoli.
Smordoni, factotum della band, oltre a essere un abile strumentista, si
dimostra un cantante dotato di espressività e la sua voce si sposa più che bene
con il clima che si respira lungo tutto il platter e inoltre i toni acustici
che popolano il disco sembrano pensati apposta per la sua ugola. Basti
ascoltare la delicata melodia di Knight’s
Vow o la trascinante Mellow Days,
bellissimo esempio di come si possa essere vintage pur mantenendo una certa
freschezza, merito anche di capacità compositive indubbiamente di buonissimo
livello. Tutto l’album è arrangiato in maniera accorta, studiate nei minimi
dettagli appaiono le armonizzazioni vocali compiute dal gruppo e si denota una
voglia di rimanere aggrappati al progressive senza forzare la mano verso suite
e canoni prestabiliti, prediligendo un approccio più semplice ed immediato alla
materia. You have a chance è un disco
che non presenta novità stilistiche ma risulta comunque ricco di atmosfere
sognanti, di brani dal sapore delicato e realmente intensi. Piccolo gioiellino. (Luigi Cattaneo)
Knight's Vow (Video)
mercoledì 12 giugno 2013
FEM, Epsilon (2012)
Forza Elettro Motrice.
O più semplicemente FEM. In omaggio ad un periodo di nomi altisonanti, bizzarri
e di suoni che ad oggi vengono etichettati come vintage. Delineata la cornice,
il gruppo originario di Meda compone il quadro con un ep d’esordio, Epsilon, prodotto e distribuito in piena
autonomia. E il risultato è un disco che nella sua breve durata mette in luce
le passioni, le fonti da cui la band ha attinto, le sonorità e le strutture
guida dell’iniziale percorso svolto dai FEM. E allora si sente l’eco di gruppi
come PFM, New Trolls, Banco, Castello di Atlante, rivisitati con la loro
sensibilità e il loro stile, proprio come hanno fatto complessi contemporanei
(Torre dell’alchimista, Pandora, La Coscienza di Zeno). Se è vero che nulla di
nuovo o particolarmente originale viene proposto è anche vero che i 3 brani
presenti (più un introduzione) sono godibilissimi e non stancano anche dopo
ripetuti ascolti. Le trame strumentali appaiono l’aspetto più curato del
lavoro, soprattutto quelle del chitarrista Paolo Colombo e quelle
tastieristiche di Alberto Citterio alle prese con pianoforte, Minimoog, Hammond
e Mellotron. Buona l’esecuzione vocale di Giacomo Balzarotti, elemento che
potrebbe fare la differenza in futuro, viste le troppe band che danno ancora
poca importanza a quest’aspetto. Dei pezzi che compongono Epsilon il meglio riuscito è Noi,
granelli di sabbia, ottimo esempio di prog sinfonico in cui ritroviamo
tutti gli elementi tipici del genere. Le premesse fan ben sperare per un disco
più corposo che i FEM a quanto pare hanno già in cantiere, un concept su un
racconto del tedesco Kurd Lasswitz. In attesa magari di una distribuzione che
possa dare maggiore visibilità al progetto. (Luigi Cattaneo)
Nel mezzo del cielo (Video)
domenica 9 giugno 2013
OXHUITZA, Oxhuitza (2013)
Oxhuitza (nome del sito
archeologico di El Caracol, Belize) è il primo lavoro uscito per la nuova
Mirror Records, etichetta costola della AMS/BTF che vede la direzione artistica
di Fabio Zuffanti, che qui svolge con cura e attenzione il ruolo del
produttore. Su queste pagine abbiamo già avuto modo di parlare di questo progetto
strumentale di Luca Bassignani, bravissimo chitarrista di Massa Carrara, che
arriva a questo piacevolissimo esordio facendosi coadiuvare da Rossano Villa,
che sposta il sound verso lidi maggiormente tastieristici, colorando anche i
tre brani già presenti sul demo di nuove e affascinanti sfumature. Non da meno
la significativa presenza di Carlo Barreca (dai Fungus) al basso e al flauto,
che aggiunge ulteriore colore alle già buone basi create dalla penna di
Bassignani e la forza dinamica di Cristian Giannarelli alla batteria. L’album
trasuda idee rifinite con un certo gusto e fuoriescono le diverse influenze che
hanno portato alla realizzazione del disco. Sicuramente la presenza di Zuffanti
e Villa assume un certo peso nella gestione e nella successiva creazione di un
platter dove convivono la passione per l’hard prog nel tocco di Bassignani ma
anche un incisivo carattere da jam band che può far pensare agli Ozric
Tentacles, in special modo nelle parti più psichedeliche e visonarie. Gli
Oxhiutza risultano però più immediati e meno cervellotici degli inglesi, grazie
ad una scrittura fluida, fresca, in cui gli intarsi tra la chitarra di
Bassignani e le tastiere di Gabriele Guidi (tratte dal demo e riutilizzate per
l’occasione) e quelle di Villa (validissimo costruttore di melodie all’Hammond,
al Mellotron, al Moog, al piano e al Fender Rhodes) sono sempre piuttosto
evocativi. La capacità di mutare pelle è avvertibile nei passaggi jazzati o
funky che sono presenti qua e là nei sei brani, sempre pensati ed eseguiti in
maniera precisa e discretamente raffinata. Non mancano inoltre momenti più
tipici del prog sinfonico e altri ascrivibili alla fusion, per un risultato
finale suggestivo e indubbiamente interessante. Buona la prima per questo nuovo
nome del prog tricolore, ora è lecito aspettarsi, partendo da qui, ulteriori
sviluppi creativi. (Luigi Cattaneo)
Mano di Luna (Video)
sabato 8 giugno 2013
JACOPO PIERAZZUOLI & THE KING OF FIRE, Live at Spazio Sunomi (7/6/2013)
Il piccolo ma confortevole Spazio Sunomi di Via
Popoli Uniti, attento circolo culturale nel cuore di Milano, sta dando sempre
più spazio al jazz e questa volta a calcare il palco del locale è Jacopo
Pierazzuoli con i suoi King of Fire, freschi di pubblicazione con Almost Jazz per la Dodicilune. L’occasione
di poter presentare il disco dinnanzi ad un pubblico attento viene colta e
sfruttata alla perfezione dai musicisti. Il loro è un jazz che si contamina,
che parte da quella forma musicale ma si sporca strada facendo per via di un
approccio fisico, profondamente energico, soprattutto nelle ritmiche rock della
batteria di Pierazzuoli e del contrabbasso spesso martoriato dalla bravissima
Silvia Bolognesi. Un’anima jazz rock, quasi hard in alcuni passaggi, che si
stempera negli interventi lievi, efficaci e lirici di uno straordinario Achille
Succi al sax alto e al clarinetto basso e nei vocalizzi ispirati di Carlotta
Limonta che si innestano su un impianto figlio di improvvisazione,
contemporaneità e libertà compositiva. Nel live si esaltano ancor di più la
verve e la forza dell’impianto che si inerpica su ritmiche dispari, dissonanze
e momenti free, pur non perdendo mai di vista la via della comunicabilità,
elemento comunque piuttosto marcato e che permette di raggiungere anche il
pubblico meno conoscitore di certi suoni. Un’ora di musica potente, suggestiva
e intrigante (nonché intricata). Da tenere d’occhio per il futuro sia lo
sviluppo del progetto King of Fire sia lo spazio Sunomi, che ha le carte in
regola per poter diventare uno dei poli culturali di una Milano che non si
arrende al degrado della cultura e dell’arte. (Luigi Cattaneo, Chiara Paglialunga)
Almost Jazz (Video)
giovedì 6 giugno 2013
EXPLORER, Sunrise (1993)
A nome
Explorer uscì nel 1993 questo disco che in realtà celava un nuovo progetto da
parte di Gianluigi Cavaliere, già mente dei mai troppo conosciuti Eneide,
gruppo attivo nella prima metà degli anni ’70 a Padova e dintorni. Dopo quella
breve avventura Cavaliere ha per anni fatto il fonico e si era costruito un
proprio studio di registrazione in un casolare dove potrebbero essere nati i
brani di questo Sunrise. Le
composizioni qui presenti sono state scritte, arrangiate e prodotte dal duo
Gianluigi Cavaliere - Andrea Conenna, con il primo a districarsi tra tastiere,
chitarra midi e bandoneon elettronico e il secondo ad occuparsi della chitarra
elettrica e midi. Che non si tratta di un disco di rock progressivo lo si
capisce già dall’iniziale Barna, che
avvolge l’ascoltatore per tutta la sua durata grazie al suono delle tastiere e
del bandoneon con cui Cavaliere crea melodie semplici ma ricche di pathos che
vengono sostenute dal tocco leggero della chitarra di Conenna. La successiva Sombra de luna è un brano lineare e
piuttosto monotono, Cavaliere sforna una melodia gradevole ma senza mordente a
cui fa eco la chitarra di Conenna che risulta decisamente più interessante ma
martoriata dall’accompagnamento fastidioso di una batteria elettronica. Rain è sporcata da un suono figlio
diretto degli anni ’80 (vedi effetti creati dalle tastiere elettroniche) su cui
Conenna esegue un lungo solo che, però, non brilla particolarmente per
originalità. In Femmes i due creano
una sorta di dialogo tra la chitarra e la tastiera: al solo delicato di Conenna
risponde la suggestiva melodia del bandoneon di Cavaliere e se non fosse per
quel suono di batteria sempre così freddo e calcolato il brano sarebbe davvero
ottimo. Chiude un ipotetico lato A Paris
Blue minor, che però non aggiunge molto a quanto proposto finora dal duo,
sempre molto attento a sviluppare melodie piacevoli e di facile ascolto ma
anche poco coinvolgenti, soprattutto se, come in questo caso, si decide di
utilizzare pochissimo le doti sin qui convincenti di Conenna. Il lato B si apre
con Rosa Fantasea ma la musica, è
proprio il caso di dirlo, non cambia. Cavaliere con le sue tastiere domina
lungo tutto il brano creando però linee melodiche piatte e senza spunti degni
di nota. Si tenta anche la carta del ritornello suonato ma il risultato è
scialbo. Leggermente meglio Softly as in
a morning star scritta da S. Romberg e O. Hammerstein (si tratta di un
pezzo suonato anche da nomi noti del jazz come Sonny Clark o Eric Dolphy),
anche se la traccia pur se ben suonata risulta priva di fantasia e risente
ancora di certi suoni tipici degli anni ’80, che affossano un intero disco già
non trascendentale di suo. Colpo d’ali con Tank
you Astor che convince con il suo sapore malinconico e le orchestrazioni
gestite in maniera accurata e mai invadente, anche se purtroppo Conenna viene
ancora utilizzato pochissimo e solo per sottolineare ulteriormente la
drammaticità del pezzo. Peccato perché si ha l’impressione che almeno certe
composizioni con un pizzico di coraggio in più e un attenzione maggiore alla
costruzione finale e all’arrangiamento potevano risultare decisamente
interessanti. Nulla aggiunge la breve Pinù,
mentre l’ultimo brano, Navi, è la
composizione più legata alla New Age di facile consumo, con tanto di onde e
gabbiani in sottofondo! Appare evidente ascoltando con attenzione l’album che
non si discutono le capacità tecniche dei due musicisti (pur non trovandoci di fronte
a nulla di incredibile) quanto più quelle compositive. La sensazione è di una
musica da sottofondo tanta è la sua semplicità e questo non può che suscitare
rammarico in me viste le aspettative che riponevo in questo progetto “nascosto”
di Cavaliere che, pur non avendo mai scritto pagine memorabili si era distinto
con gli Eneide in un album perlomeno interessante, quel Uomini umili popoli liberi
del 1972 in linea con quanto avveniva in
Italia e oggi disco potenzialmente da riscoprire. (Luigi Cattaneo)
lunedì 3 giugno 2013
FUSCH!, Mont Cc 9.0 First Act (2013)
Seconda uscita per
i bergamaschi Fusch! (dopo il già interessante Corinto del 2011) che tornano con un disco molto breve (25 minuti
circa) che però va inquadrato all’interno di una trilogia che si concluderà nel
2014. Mont Cc 9.0 First Act raccoglie
quanto già espresso in precedenza ma si spinge oltre, in direzione di una psichedelia
acida e fieramente violenta. La Jestrai Records, etichetta divulgatrice di
materiale spesso poco convenzionale, questa volta ha dato l’opportunità ai
Fusch! di intraprendere un discorso in cui trapelano influenze settantiane e
non solo. I brani di questo primo atto risultano
oscuri, visionari, vicini in alcune cose alla dark wave dei primi Siouxie and
The Banshes, permeati dai synth di Maria Teresa Regazzoni (anche voce del
gruppo) e dal muro di suono offerto dalla chitarra di Mario Moleri. Un trip che
vive i suoi momenti migliori quando l’assalto si confonde e si stempera nei
suoni vintage dell’hammond o in quelli della tromba di Pier Mecca (Sbando alle mancerie o la lunga Catherine Deneuve) che creano un
eccitante flusso sonoro psichedelico e magmatico. I Fusch! condiscono il tutto
con un attitudine stoner che può richiamare alla mente i grandi Kyuss o i più
recenti Queens of the Stone Age, soprattutto nelle dinamiche che si instaurano
tra il basso di Alessandro Dentico e la batteria di Pier Mecca. Funzionano
anche Broken T-Shirt, strutturata su
ritmiche sostenute e la chitarra penetrante di Moleri e Cosmogenesi 9.0, notturna e inquietante traccia caratterizzata da
un crescendo psicotico ossessivo e pieno di riverberi dark wave. Tante le idee
che emergono da Mont Cc 9.0 First Act,
un album immediato, roboante e ipnotico, pensato probabilmente anche per essere
eseguito in sede live, vista la tanta energia che riesce a sprigionare. Un buon
apripista per il capitolo successivo di questo trittico che dovrebbe vedere la
luce ad ottobre 2013. (Luigi Cattaneo)
Qui di seguito è possibile ascoltare l'intero Mont Cc 9.0 First Act
sabato 1 giugno 2013
CONCERTI DEL MESE, Giugno 2013
Sabato 1
·AltrOck/Fading Festival Milano (Casa di Alex)
·OAK Roma
·Roccaforte Prato Sesia (NO)
·Tugs Livorno (Cavern)
·Methodica Padova (Teatro Geox Opening di Joe Satriani)
Domenica 2
·AltrOck/Fading Festival Milano (Casa di Alex)
·Lagartija a Fiorenzuola d'Arda (PC) Parco Lucca ore 16.00
Mercoledì 5
·The Pretty Things Bologna (FreakOut Club)
Giovedì 6
·Greenwall Roma
·The Pretty Things Trebaseleghe (PD)
·Roberto Cacciapaglia Merate (LC)
·Sandcastle Bergamo (Druso Circus)
·Taproban Roma
Venerdì 7
·Anyway Torino
·Ubi Maior Cesano Maderno (MI)
·The Pretty Things Brescia (Parco Castelli)
·Inter Nos S. Michele al T. (VE)
Sabato 8
·Roccaforte Alessandria (Notte Bianca)
·Massimo Giuntoli Lainate Ariston Urban Center (MI)
·Ossi Duri Collegno (TO)
Domenica 9
·Sycamore Age Milano (Mi Ami Festival)
·The Former Life Vittorio Veneto (TV)
·Giardini di Mirò Milano (Mi Ami Festival)
·Platonik Drive Milano (Mi Ami Festival)
Lunedì 10
·Patrizio Fariselli Milano
Martedì 11
·Former Life + Alex Carpani Fasano (BR)
Mercoledì 12
·Aldo Tagliapietra Fasano (BR)
Venerdì 14
·Roccaforte Oviglio (AL)
·Ainur Grugliasco Teatro Le Serre (TO)
Sabato 15
·Flower Flesh Garlenda (SV)
Lunedì 17
·Alex Carpani Bologna
·Ian Anderson Grugliasco (TO)
Martedì 18
·Ian Anderson Villafranca (VR)
Giovedì 20
·Ian Anderson Roma
·Camelias Garden Forum Sporting Center Roma
·Slivovitz Giardino dell'Institute Francais Napoli
Venerdì 21
·Lingalad Tavernola Bergamasca (Chiesa S. Rocco)
·Greg Lake Palazzo Ducale Genova
·Plurima Mundi Martina Franca (Taranto)
Sabato 22
·Le Maschere di Clara S.Giorgio (VR)
·The Watch Bassano del Grappa (VI)
·Lingalad Zelo Buon Persico (Parco Villa Pompeiana)
·Roccaforte Alessandria
·Aelian Genova
·Prophexy Schio (VI)
·Omaggio Demetrio Stratos Castel di Tusa (ME)
·Arturo Stalteri Centro Sociale Catomes Tot Reggio Emilia
Domenica 23
·Camelias Garden, Ingranaggi della Valle, Mauro Ciccozzi Trio Formello (RM)
Lunedì 24
·Osanna & Banco del Mutuo Soccorso Roma
Martedì 25
·PFM & Museo Rosenbach Roma
·Dèmodè Ristorante Gnagne Sese Udine
Giovedì 27
·Psycho Praxis Palazzo del Broletto Brescia
·Sycamore Age Padova
·Heretic's Dream Jailbreak Roma
Venerdì 28
·Area Foresto Sparso (Bergamo)
·Le Maschere di Clara Villafranca (VR)
·Sycamore Age San Giovanni Lupatolo (VR)
·Camelias Garden Circolo Ricreativo Caracciolo Roma
Sabato 29
·Atoll Veruno Auditorium (Novara)
·Le Maschere di Clara Peschiera (VR)
·Roccaforte Wild Horse Masio (AL)
·Mike Stern Piazza della Riforma Lugano
·Il Giardino del Mago Piazza Pretorio Buggiano (PT)
Domenica 30
·NewVintageProgFest Morlupo Roma
·Sycamore Age Levane (AR)
·Roberto Cacciapaglia Sala Buzzati Milano
·Riccardo Zappa Villa Brandolini Pieve di Soligo (TV)
·Camelias Garden Villaggio Cultura Roma
·James Senese & Napoli Centrale Pomigliano D'arco (NA)
·AltrOck/Fading Festival Milano (Casa di Alex)
·OAK Roma
·Roccaforte Prato Sesia (NO)
·Tugs Livorno (Cavern)
·Methodica Padova (Teatro Geox Opening di Joe Satriani)
Domenica 2
·AltrOck/Fading Festival Milano (Casa di Alex)
·Lagartija a Fiorenzuola d'Arda (PC) Parco Lucca ore 16.00
Mercoledì 5
·The Pretty Things Bologna (FreakOut Club)
Giovedì 6
·Greenwall Roma
·The Pretty Things Trebaseleghe (PD)
·Roberto Cacciapaglia Merate (LC)
·Sandcastle Bergamo (Druso Circus)
·Taproban Roma
Venerdì 7
·Anyway Torino
·Ubi Maior Cesano Maderno (MI)
·The Pretty Things Brescia (Parco Castelli)
·Inter Nos S. Michele al T. (VE)
Sabato 8
·Roccaforte Alessandria (Notte Bianca)
·Massimo Giuntoli Lainate Ariston Urban Center (MI)
·Ossi Duri Collegno (TO)
Domenica 9
·Sycamore Age Milano (Mi Ami Festival)
·The Former Life Vittorio Veneto (TV)
·Giardini di Mirò Milano (Mi Ami Festival)
·Platonik Drive Milano (Mi Ami Festival)
Lunedì 10
·Patrizio Fariselli Milano
Martedì 11
·Former Life + Alex Carpani Fasano (BR)
Mercoledì 12
·Aldo Tagliapietra Fasano (BR)
Venerdì 14
·Roccaforte Oviglio (AL)
·Ainur Grugliasco Teatro Le Serre (TO)
Sabato 15
·Flower Flesh Garlenda (SV)
Lunedì 17
·Alex Carpani Bologna
·Ian Anderson Grugliasco (TO)
Martedì 18
·Ian Anderson Villafranca (VR)
Giovedì 20
·Ian Anderson Roma
·Camelias Garden Forum Sporting Center Roma
·Slivovitz Giardino dell'Institute Francais Napoli
Venerdì 21
·Lingalad Tavernola Bergamasca (Chiesa S. Rocco)
·Greg Lake Palazzo Ducale Genova
·Plurima Mundi Martina Franca (Taranto)
Sabato 22
·Le Maschere di Clara S.Giorgio (VR)
·The Watch Bassano del Grappa (VI)
·Lingalad Zelo Buon Persico (Parco Villa Pompeiana)
·Roccaforte Alessandria
·Aelian Genova
·Prophexy Schio (VI)
·Omaggio Demetrio Stratos Castel di Tusa (ME)
·Arturo Stalteri Centro Sociale Catomes Tot Reggio Emilia
Domenica 23
·Camelias Garden, Ingranaggi della Valle, Mauro Ciccozzi Trio Formello (RM)
Lunedì 24
·Osanna & Banco del Mutuo Soccorso Roma
Martedì 25
·PFM & Museo Rosenbach Roma
·Dèmodè Ristorante Gnagne Sese Udine
Giovedì 27
·Psycho Praxis Palazzo del Broletto Brescia
·Sycamore Age Padova
·Heretic's Dream Jailbreak Roma
Venerdì 28
·Area Foresto Sparso (Bergamo)
·Le Maschere di Clara Villafranca (VR)
·Sycamore Age San Giovanni Lupatolo (VR)
·Camelias Garden Circolo Ricreativo Caracciolo Roma
Sabato 29
·Atoll Veruno Auditorium (Novara)
·Le Maschere di Clara Peschiera (VR)
·Roccaforte Wild Horse Masio (AL)
·Mike Stern Piazza della Riforma Lugano
·Il Giardino del Mago Piazza Pretorio Buggiano (PT)
Domenica 30
·NewVintageProgFest Morlupo Roma
·Sycamore Age Levane (AR)
·Roberto Cacciapaglia Sala Buzzati Milano
·Riccardo Zappa Villa Brandolini Pieve di Soligo (TV)
·Camelias Garden Villaggio Cultura Roma
·James Senese & Napoli Centrale Pomigliano D'arco (NA)
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