Secondo disco per i
Moth’s Circle Flight (Gabriele Rosi e Simone Panciroli alle voci, Luca
Alzapiedi e Francesco Baldi alle chitarre, Marco Reggiani al basso e Fabio
Bersani alla batteria) dopo l’esordio Born
to burn del 2013 e primo pubblicato per la sempre lodevole Logic(il)logic
Records. I ragazzi di Parma sono influenzati dalle tante band che sono nate tra
gli anni ’90 e i 2000 in America, quel movimento crossover in cui convivevano
suoni diversi di band come American Head Charge, Shadow Fall, Coal Chamber e
Zao. Come da previsione si sprecano quindi le aggressive parti in growl
mitigate da chorus aperti e di facile assimilazione, croce e delizia di un
genere che prevede ovviamente riff sostenuti e ritmiche fulminanti. La
doppietta iniziale, Man on the peak e
Ends of a shadow vive proprio sullo
scontro tra parti metalcore e picchi melodici, così come la seguente Raise your head, brano che segue lo
stesso e fortunato copione. Growl e parti pulite si dividono la posta anche in Late promises e nell’ottima An old chant, prima di due pezzi
leggermente sottotono, Write my name e
With love with flames, meno
coinvolgenti rispetto agli standard sinora raggiunti. In risalita Bursting into existence, con delle belle
parti chitarristiche e il new metal di Madball.
Chiusura affidata alla gradevole Ray of
ira, l’unica che presenta un testo che si divide tra inglese ed italiano. My entropy è un buon ritorno a cavallo
tra bordate metal e pura melodia, un contraddistinguo probabilmente non
particolarmente originale ma che sa ancora essere credibile, almeno nel caso
specifico. Le capacità compositive ci sono e pur se c’è un calo d’intensità
nella zona centrale mi pare giusto consigliare il lavoro a tutti gli amanti del
genere. (Luigi Cattaneo)
Ends of a shadow (Video)