Secondo lavoro per Il
Giardino Onirico dopo il valido Perigeo
del 2012, con un disco, questo Complesso
K MMXIII, che in realtà è il vero debut della band. Storia particolare
perché l’album in questione, una suite divisa in quattro lunghe parti, era già
pronto prima di Perigeo, ma le
registrazioni del 2010 non videro mai ufficialmente la luce. Le buone critiche
ottenute dopo la pubblicazione del suddetto platter hanno probabilmente indotto
la band a tornare sul materiale precedente, viste anche le tante idee contenute
in questi nastri. Vengono rinnovati aspetti tecnici come il missaggio e
inserite nuove parti di batteria da parte di Massimo Moscatelli (che forma una
bella coppia con Ettore Mazzarini al basso), che donano una certa aurea prog
metal al risultato finale, complice anche il lavoro chitarristico di Stefano
Avigliana e le parti di tastiera di Emanuele Telli e Dariush Hakim, sempre
piuttosto maestose e affascinanti nel loro essere oscure e piene di pathos. La
suite, quasi interamente strumentale, risente di quello che sta proponendo il
mercato heavy prog degli ultimi anni, con Haken e Porcupine Tree in testa, per
passando per gruppi trasversali che rispondono al nome di Beardfish e Liquid
Tension Experiment. Dopo l’intro recitata da Marco Marini Complesso K si dipana in maniera articolata condensando il prog
pensiero della band, con accelerazioni hard rock, parti oniriche in odore di
Goblin, atmosfere vicine ai Libra di Shock,
ritmiche dispari che denotano una certa tecnica dei musicisti coinvolti e suoni
che sanno fluire vorticosamente in modo preciso e potente. Un concentrato di
elementi ora più metal, ora più psichedelici, ora più settantiani in cui il
gruppo mostra di non avere solo un genere di riferimento ma di inglobare nel
loro dna un periodo piuttosto ampio del progressive. Complesso K è un come back (anche se può essere considerato il vero
primo disco del sestetto) che probabilmente coinvolgerà soprattutto gli amanti
di Dream Theater e affini e conferma il buon livello già raggiunto dai
viterbesi in due soli dischi. Bisogna a questo punto capire quale sarà la direzione
che la band intraprenderà con il terzo album, quello che potrebbe essere della
definitiva maturazione. (Luigi Cattaneo)
Part I (Video)