domenica 29 ottobre 2023

THE ROME PRO(G)JECT, V - Compendium of a lifetime (2022)

 


Quinto disco per Vincenzo Ricca e il suo The Rome Pro(g)ject, ensemble da sempre aperto a collaborazioni e partecipazioni esterne, nomi di spicco della scena progressive che hanno spesso donato prove brillanti al servizio della causa. Non fa eccezione V – Compendium of a lifetime, splendido lavoro uscito nel 2022 che vede Ricca (tastiere, basso) accompagnato in tutti i brani da Daniele Pomo (batteria, conosciuto soprattutto per far parte dei RanestRane), importantissimo nell’economia dell’album. Come sempre l’ispirazione di Ricca deriva dalla sua passione per la storia romana, nel caso specifico la disciplina militare, Giulio Cesare, gli imperatori e l’eruzione del Vesuvio, temi trattati con enfasi e pathos dall’autore, che dopo un maestoso intro presenta subito la traccia maggiormente elaborata del disco, la title track di oltre 13 minuti che vede impegnati Franck Carducci al basso, David Jackson (Van Der Graaf Generator) ai fiati, Steve Hackett (Genesis) alla chitarra e Bernardo Lanzetti (Acqua Fragile, P.F.M.) alla voce, per un risultato finale soave, intenso e magicamente progressivo. La breve e drammatica Vesuvius ci conduce a The last night in the world dove stavolta troviamo Tony Patterson alla voce, Roberto Vitelli (Taproban, Ellesmere) al basso, Nick Magnus al piano e Steve Hackett, e il risultato è di nuovo magnifico, un prog rock sinfonico elegante e raffinato. Le due parti di Have Caesar vedono Tony Levin al basso e Paolo Ricca alla chitarra, ottimi nel muoversi con classe all’interno di un sound orchestrale complesso e ricco di tempi dispari, in cui la sezione ritmica appare veramente compatta. Anche Morituri te salutant non cambia registro, se non per le belle parti di flauto di John Hackett, che ritroviamo anche nella seguente Gladiatores, in cui è presente anche il fratello, per un risultato complessivo intricato e di grande fascino. Splendida anche la bonus track Exegi Monvmentvm 2021, che suggella uno dei lavori meglio riusciti del percorso di Vincenzo Ricca, sin qui sempre interessante e ricchissimo di spunti. (Luigi Cattaneo)

giovedì 26 ottobre 2023

SHIVA BAKTA, Save me (2020)

 

Uscito nel 2020, Save me era il secondo lavoro di Shiva Bakta dopo Third, gradevole opera prima di cui parlammo ai tempi della sua pubblicazione nel 2014. Un disco particolare perché a forma di suite, un unico brano di 40 minuti che tanto rimanda per indole agli anni ’70, quando era più facile imbattersi in dischi di questo tipo. I temi autobiografici proposti da Lidio Chericoni (voce, tastiere, chitarra) vengono musicati attraverso un elegante indie folk che incontra il progressive e la psichedelia, complici anche Carlo Barbagallo (chitarra, basso), Enrico Pasini (tromba, flicorno) e Nicola Benetti (batteria), bravi nel supportare le idee del ligure. Diverse le atmosfere proposte nei 40 minuti dell’opera, sezioni immaginifiche di vita quotidiana, fatta di aspettative, sogni e ansie, uno spartito mutevole tra attimi lievi e soffusi e aperture elettriche più grevi, un castello sonoro ben costruito e deliziosamente volubile. L’album è acquistabile in digitale al seguente indirizzo https://shivabakta.bandcamp.com/album/save-me (Luigi Cattaneo)

Save me (Video)



lunedì 23 ottobre 2023

LOUD AND PROUD FEST, Live Report Legend Club (22/10/2023)

 

Era il lontano 1998 quando gli Elegy calcavano per l’ultima volta un palco italiano (il mitico Babylonia di Biella) e nessuno in quel periodo avrebbe mai pensato ad un lasso di tempo così lungo. Certo la band olandese non ha mai raggiunto i numeri di altre realtà di quegli anni, ma tutto faceva presagire ad una carriera ben più longeva e ricca, vista la qualità complessiva delle sue uscite. Un buco temporale risolto dal Loud and Proud Fest, che sul palco del Legend Club ha ospitato anche Beriedir, Dark Ages e Noveria, un trittico di band nostrane che ha richiamato un discreto numero di appassionati alla corte del locale milanese. A scaldare l’ambiente ci pensano i Beriedir, freschi di pubblicazione di Aqva, disco intriso di power prog melodico a cavallo tra Vision Divine, Derdian e Skylark, qui presentato con voglia e spirito.

Buona la preparazione tecnica del quintetto, godibili i brani, seppure il suono risulti purtroppo un po' impastato, inficiando in parte la prestazione dei bergamaschi, che comunque hanno incuriosito e si sono fatti apprezzare dai presenti in sala. Colpiscono e non poco i Dark Ages, ormai maturi e davvero professionali, complice anche l’ottimo ultimo lavoro Between us (uscito per Andromeda Relix), un album di grande prog metal di cui presentano qui alcuni brani come Pristine eyes e la lunga There is no end, che suggella una prova davvero convincente sotto tutti i punti di vista. 



Si cambia di nuovo registro con i Noveria, che hanno da poco fatto uscire The gates of the underworld, suonato con tecnica e impatto scenico, il loro power prog fila liscio pur essendo tutt’altro che di facile presa viste le tante idee messe sul piatto. 




Dopo tanta grazia è la volta degli headliner Elegy, che in 75 minuti circa di show riportano tutti gli spettatori alle atmosfere degli anni ’90, un salto all’indietro sulle note di album come Labyrinth of dreams, State of mind e Manifestation of fear, suonati con rigore e immensa classe, su tutti quella del chitarrista Henk van de Laars, che ruba gli occhi e il cuore con i suoi soli. Ma è tutta la band a dimostrare di avere ancora qualcosa da dire, da Ian Perry, che una volta scaldata la voce si diverte nell’interpretare anche brani precedentemente cantati da Eduard Hovinga, all’eccellente sezione ritmica formata dal basso di Martin Helmantel e dalla batteria di Dirk Bruinenberg, senza dimenticare l’ottimo Gilbert Pot alla chitarra, preziosissimo nel definire l’attuale sound degli Elegy in sede live. 



Un plauso va quindi alla Truck Me Hard che ha organizzato l’evento e a tutte le band che hanno partecipato alla serata, che sono sicuro rimarrà ricordo indelebile per quanti hanno assistito al festival. (Luigi Cattaneo)

domenica 22 ottobre 2023

SCREAMING DEMONS, The new era (2023)

 

Nuovo progetto per tre ex Death SS, Andy Barrington (basso), Al Priest (chitarra) e Ross Lukather (batteria), tutti presenti nello storico Heavy Demons, qui accompagnati da Alessio Spini (voce già dei Thunder Rising) e Luca Ballabio (chitarrista dei Mortado). The new era è un lavoro corale, figlio della passione per l’hard & heavy, che trova luce tramite l’attenta Pure Steel Records, etichetta tedesca scelta dal quintetto per questa prima uscita discografica. Metal tradizionale quello degli Screaming Demons, suonato ottimamente e di facile presa, complici le belle melodie che esaltano brani ferrei e corposi come Insomnia, Sacrifice e Lies. Più oscure Dark side e Enlight, composizione quest’ultima in odore proprio di Death SS (quelli degli ultimi anni), ma è tutto il disco ad essere estremamente godibile, scritto in maniera impeccabile da una band formata da musicisti di grande esperienza e sensibilità artistica. (Luigi Cattaneo)

Dark side (Video)



mercoledì 18 ottobre 2023

AETHER, Aether (2023)

 

Visti di recente in una bella data al Sun Strac di Milano, gli Aether arrivano all’omonimo debutto per Overdub dopo aver lavorato nel corso del 2022 per trovare una propria identità artistica. Lo specchio di questa ricerca è una sintesi di progressive, jazz, ambient e post rock, uno sguardo verso l’Europa del nord, quella della ECM di Manfred Eicher ma sovvengono anche spinte avant che ricordano il catalogo della Moonjune Records. Synth ed elettronica si inseriscono con naturalezza tra le trame delle composizioni, che si sviluppano coralmente, attraverso le note jazzate delle tastiere dell’ottimo Andrea Serino, che si muove sicuro tra le ritmiche della coppia formata da Andrea Grumelli al basso e Matteo Ravelli alla batteria, mentre le pennellate di Andrea Ferrari alla chitarra risultano spesso creative ed efficaci per il risultato finale. I rapporti di pieni e vuoti aumentano la tensione tra le parti, e brani come Thin air, Crimson fondant e Radiance sono lì a testimoniare l’incisività delle idee in possesso del quartetto. Per gli amanti di David Torn e Terje Rypdal ma anche dei contemporanei Soul Leakage e Klidas un disco di sicuro interesse. (Luigi Cattaneo)

This bubble I'm floating in (Video)



martedì 17 ottobre 2023

DAVIDE INTINI, Ego taming (2023)

 


È sempre un piacere ascoltare giovani musicisti suonare con passione e anima, spinti dalla voglia di realizzare qualcosa di proprio dopo anni di studi e ascolti. È il caso del quartetto di Davide Intini, interessantissimo sassofonista accompagnato nel debutto Ego taming da Diego Albini (pianoforte), Enrico Palmieri (contrabbasso) e Alfonso Donadio (batteria), un album d’esordio ispirato e già piuttosto maturo. Brani originali classici (ad eccezione della valida In your own sweet way, omaggio al genio di Dave Brubeck), ben scritti e ottimamente eseguiti, ricchi di intuizioni e frutto del background di Intini, che è riuscito a creare un disco organico e coeso, complice anche il lavoro d’insieme della band. Ego taming è la presentazione del mio percorso musicale, spiega Davide, un viaggio iniziato quando da giovane mi innamorai del timbro del sassofono, che ha portato a formarmi come artista e come persona grazie ad esperienze uniche. Il desiderio, direi l’esigenza, di musica mi ha accompagnato dall’Italia alla Spagna fino a New York, portandomi ad essere da appassionato studente a consapevole professionista, facendo la compiuta scelta di dedicare la mia vita alla musica jazz. Scorrono così brani cardine come la title track, Picture in random colors o Safe space, splendidi esempi dell’arte di Intini, che si muove sulla scia di emergenti sassofonisti italiani come Daniele Nasi e i suoi BSDE 4TET. (Luigi Cattaneo)

venerdì 13 ottobre 2023

JAUME DE VIALA, Sonoritat de mil miralls (2019)

 


Membro dei Celobert Magic dal 1979 al 1983, Jaume De Viala è un chitarrista dotato di talento e gusto, impegnato attualmente in un progetto ambizioso insieme ad una serie di musicisti davvero notevoli (tra cui Dusan Jevtovic alla chitarra, Xavi Reija alla batteria, Vasil Hadzimanov al piano e alle tastiere e Judit Cucala alla voce). Sonoritat de mil miralls è un lavoro del 2019 dove Jaume ha dato nuova luce a vecchie tracce, preservandone l’essenza attraverso l’interplay raffinato tra strumenti elettrici ed acustici. Progressive, world e fusion si amalgamano in un eccitante ibrido giocato sulle molteplici percussioni presenti, nonché sugli ottimi fiati di Pablo Selnik (flauto) e Roger Conesa (sax e clarinetto), per un risultato complessivo che unisce King Crimson e Weather Report con Tarannà, Maria Del Mar Bonet e Jaume Sisa in modo fresco e brillante. Si nota una certa coesione pur prendendo ispirazione da generi differenti, basti ascoltare momenti come Regal, Carretera al Brasil o Ombres de lluna creixent, tra le cose migliori di un lavoro dal grande fascino. (Luigi Cattaneo)

lunedì 9 ottobre 2023

NINE SKIES, 5.20 (2021)

 


Uscito nel 2021, 5.20 è il terzo lavoro dei francesi Nine Skies (Eric Bouillette chitarra, mandolino, violino, piano, Alexandre Lamia chitarra, piano, Anne-Claire Rallo piano, David Darnaud chitarra, Achraf El Asraoui voce, chitarra, Aliènor Favier voce, Bernard Hery basso, Fabien Galia percussioni e Laurent Benhamou sax), un disco bellissimo, poetico, che guarda con ricchezza e dettaglio al prog dei ’70, quello venato di folk e splendide melodie. Non mancano guest di spessore, Cath Lubatti a violino e viola e Lilian Jaumotte al violoncello, che impreziosiscono con soluzioni classicheggianti alcuni momenti dell’album, mentre nella splendida Wilderness troviamo Steve Hackett alla chitarra, regale nel suo solo, gestito perfettamente all’interno di un brano a dir poco soave. Anche John Hackett con il suo flauto si cala molto bene nella malinconica The old man in the snow, tra sprazzi acustici e folk progressivo piuttosto intimo. Non da meno Damien Wilson (voce già con Threshold, Headspace e Arena) nell’ottima Porcelain hill, in cui l’interplay tra archi e pianoforte è struggente e mostra la grande sensibilità dei francesi, che hanno saputo creare all’interno del plot suggestioni di grande impatto emotivo. Un lavoro intenso e immaginifico, come nella migliore tradizione del prog rock, un’opera delicata, ricca di gusto e fascino, imperdibile per chi ama certe lontane sonorità. (Luigi Cattaneo)

venerdì 6 ottobre 2023

IL SEGNO DEL COMANDO, Il domenicano bianco (2023)

 


Presentato durante l’ultima edizione del 2Days Prog + 1 di Veruno, Il domenicano bianco è il nuovo lavoro dei liguri Il segno del comando, improntato su un’opera letteraria di Gustav Meyrink (dopo Der Golem e Il volto verde). Rodatissimi ormai, Diego Banchero (basso), Davide Bruzzi (tastiere), Roberto Lucanato (chitarra), Riccardo Morello (voce), Beppi Menozzi (tastiere) e Fernando Cherchi (batteria), arrivano a questa prova con la consapevolezza dei grandi, sostenuti anche da Nadir Music e Black Widow Records. Dopo l’introduttiva Il libro color cinabro, il gruppo piazza un tris da brividi, dall’infinita classe espressa in La bianca strada alla suggestiva Ofelia, passando per l’enorme title track. La testa di Medusa funge da ponte con Il dissolvimento del corpo con la spada, strumentale ottimamente scritto da Banchero e Bruzzi. Missa Nigra 2023 ci riporta alle atmosfere dello storico esordio del 1997, Solitudine è l’outro conclusiva dell’ennesimo disco di valore assoluto di una delle migliori band progressive del panorama nostrano. (Luigi Cattaneo)

Il domenicano bianco (Video)



martedì 3 ottobre 2023

RAINBOW BRIDGE, Drive (2023)

 

È sempre un piacere ritrovare i Rainbow Bridge (Giuseppe Piazzolla voce e chitarre, Fabio Chiarazzo al basso e Paolo Ormas alla batteria), band che seguiamo sin dal primo disco e che è diventata una presenza fissa sul blog, oltre che una consolidata realtà del nostrano underground. Un gruppo che probabilmente meriterebbe ben altra considerazione, ma visti il periodo di magra culturale in cui viviamo, tra talent e reality, forse è chiedere troppo. Il trio d’altronde non pare per nulla condizionato da questi attuali tempi e sforna l’ennesimo lavoro di rock blues possente e compatto, in cui la psichedelia elettrica trova uno sbocco costante e lo stoner rimane perenne sullo sfondo di un paesaggio desertico e inquieto. Estasi hendrixiana e spinte care al Vaughan dell’enorme Texas flood contornano episodi da jam band, soprattutto nei solenni brani strumentali di questo Drive (tra tutti Make peace e Coming out), che si connota anche di episodi legati maggiormente alla forma canzone (I saw my dad play air guitar) e di una suite (i 14 minuti di Tears never here) pregna di blues psichedelico, vera chicca di un disco ambizioso e creativo, riuscito dall’inizio alla fine e grande conferma per il power trio pugliese. (Luigi Cattaneo)

Full album 



lunedì 2 ottobre 2023

NOISE IN MYSELF, Answers ... (2023)

 


Uscito a giugno di quest’anno, Answers … è il nuovo lavoro dei Noise in myself, un concept ep che funge anche da importante passaggio di consegne tra Martina Pedrotti (voce e flauto nel debutto dell’anno passato e di alcuni brani della recente produzione) e Diane Lee (che troviamo nella riproposizione di Interstellar, pezzo già presente nell’esordio omonimo). Insomma, tanta carne al fuoco per questi giovanissimi svizzeri (la formazione è completata da Enea Maina e Leon Sürder alle chitarre, Federico Morello al basso e Damiano Palmeri alla batteria), che confermano di avere già le idee chiare su come sviluppare il proprio progetto artistico. Ne sono un fulgido esempio brani come Necessity of exploration, Building the destroyed e The cosmonaut, malinconici, atmosferici, progressivi e decisamente potenti. Ep ponte molto interessante per i Noise in myself, in attesa di ulteriori sviluppi, che magari possono arrivare anche dall’arrivo della nuova e brava vocalist (ex Lost Journey). (Luigi Cattaneo)

domenica 1 ottobre 2023

AUDIO'M, Gaïa-1.Godzilla (2022)

 


A sei anni dall’omonimo debut tornano i francesi Audio’m (Michel Cayuela e Mathieu Havart alle tastiere, Marco Fabbri alla batteria, Simon Segura al basso e alla chitarra, Gary Haguenauer e Dominique Olmo alle chitarre, Emmanuelle Olmo Cayuela alla voce) con la prima parte di un progetto che prevede tre uscite distinte. Gaïa-1.Godzilla è una clamorosa suite di 43 minuti ricchissima di atmosfere diverse, cambi di tempo, sezioni complesse e strutturate, un omaggio ai ’70 di King Crimson e Van Der Graaf Generatore ma in parte anche al mood teatrale di Pulsar e Ange che definisce un lavoro tanto ambizioso quanto riuscito. Creatività e fantasia dipingono un quadro d’insieme a tratti splendido, versatile e multiforme, narrativo e immaginifico, legato alla tradizione e scritto in maniera curata dall’inizio alla fine, con ogni passaggio legato perfettamente al successivo. Per gli amanti di certe sonorità difficile non rimanere piacevolmente colpiti da tanto lirismo, quintessenza del prog più puro, quello di Genesis, Yes e IQ, così come dalle doti tecniche dei musicisti, davvero a loro agio nello sviluppare con maestria sonorità tanto lontane quanto ancora immensamente affascinanti. Di seguito il link per acquistare e ascoltare l'album https://audiom.bandcamp.com/album/godzilla (Luigi Cattaneo)


SACROMUD, Sacromud (2022)

 

Una bellissima scoperta questi Sacromud, band formata da Raffo Barbi (voce), Maurizio Pugno (chitarre, dobro, flauto, tastiere), Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (piano, tastiere, organo, synth) e Riccardo Fiorucci (batteria, percussioni), che ha pubblicato nel 2022 un omonimo lavoro davvero molto interessante. Suggestioni blues, anima soul, digressioni folk, traiettorie vintage ammantate di contemporaneo, passato e presente che sobbalzano tra Sly & The Family Stone, Ben Harper, Marvin Gaye e Corey Harris. Roots music tout court, elegante e raffinata, ma anche viscerale, come nella migliore tradizione di un sound che affonda le proprie radici in un’epoca lontana ma probabilmente sempre attuale e necessaria, soprattutto per chi dalla musica cerca passione e messaggi. Un viaggio profondo nell’America di Dr. John, altro nome che emerge in sottofondo durante gli ascolti, ma è la cultura di Pugno e del gruppo tutto a fare la differenza, sinonimo di sensibilità verso la materia, che si contamina e si evolve, guarda indietro ma con la consapevolezza di essere nel 2023, spia i nomi tutelari per creare un quadro ampio e variegato. (Luigi Cattaneo)

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