sabato 30 aprile 2022

5IVE YEARS GONE, Rock 'N' Roll Rebirth (2021)

 

Debutto ufficiale per i 5ive Years Gone, band fondata da Davide Falconetti (chitarra) e Paolo Cernic (voce) e fortemente influenzata dai classici gruppi Arena Rock anni ’80 e dall’hard, suonato senza fronzoli e con fortissime dosi di melodia. Oltre ai due membri fondatori la line up di questo Rock’N’Roll Rebirth è completata da Andrea Imbergamo (chitarra e piano), Andrea Cok (basso) e Michael Bonanno (batteria), e la scelta di remixare e rimasterizzare il disco, uscito in digitale nel 2020, appare da subito vincente, con i 40 minuti del lavoro che scorrono rapidi, tra fraseggi potenti e chorus parecchio catchy. Esempi lampanti sono l’iniziale Mary Jane, la gradevolissima All I Know, la delicata e leggiadra Scars of love e la brillante Don’t shoot me, ma è nel complesso che il lavoro risulta convincente e di sicuro interesse per chi conosce le produzioni della Burning Minds. (Luigi Cattaneo)

Mary Jane (Video)



venerdì 29 aprile 2022

AUGUSTINE, Proserpine (2021)

 

Proserpine è il terzo disco di Augustine, nome dietro cui si cela Sara Baggini, autrice, cantante e polistrumentista, un lavoro uscito per I Dischi del Minollo nel 2021, primo che si allontana dall’home recording e dall’autoproduzione. L’album è molto introspettivo, una simbolica caduta nell’Ade, dove la narrazione rispecchia il mito raccontato, supportato da un dark folk che onora i contenuti tematici nelle sue parti oscure, oniriche e cupe, che avvolgono con consapevolezza le trame architettate dalla compositrice di Perugia. L’opera è decisamente atmosferica, con una dose di dream pop che contribuisce a creare un clima sospeso, dai tratti sognanti ed eleganti, anche grazie ad un uso accorato di Fender, Moog e tastiere, elementi per nulla secondari di un concept poetico e immaginifico. La sensibilità artistica dell’umbra si palesa nelle splendide Moments of pleasure and joy e My love speaks flowers, mostra una piena consapevolezza e maturità d’espressione in Tower stones e una visione del tutto personale in Adonis, con la voce di Sara sempre protagonista di questo viaggio nelle emozioni, delicato e surreale ma incredibilmente concreto. (Luigi Cattaneo)

Pagan (Video)



martedì 26 aprile 2022

ENZO FAVATA, The crossing (2021)

The crossing, oltre al titolo dell’album, è anche il nome della band che avevo in mente di costruire da molto tempo. Per scrivere e creare la musica anche con l’elettronica, avevo bisogno di trovare dei jazzisti che avessero un nuovo modo di porsi nel trattare i materiali musicali, che fossero liberi, padroni del jazz e di altri linguaggi. L’equilibrio ed il grande interplay che si è creato dopo varie tournèe con Rosa Brunello (basso e contrabbasso), Marco Frattini (batteria acustica ed elettronica) e Pasquale Mirra (vibrafono, midi marimba, Fender Rhodes, elettronica), è quello di una vera e propria band e lo si sente sul palco, con passione, affiatamento e il grande virtuosismo dei musicisti coinvolti. Enzo Favata, da 30 anni sulla scena jazz internazionale, racconta così il nuovo disco, che parte fortissimo con un grande omaggio a Ian Carr e ai suoi Nucleus, difatti Roots si muove agile tra jazz rock e prog, richiamando lo spirito e l’aurea dei primi settanta, con parti orchestrali affascinanti e il variopinto suono del theremin che incontrano gli interventi di Marcello Peghin alla chitarra, ospite preciso e puntuale con le sue pennellate. Proprio quest’ultimo firma, insieme a Favata, Turn, brano dove il sax soprano è protagonista e viene puntellato da momenti elettronici sempre calibrati, prima della suggestiva Salt way e del classico di Charlie Haden For Turyia, arricchita dall’ipnotico violoncello di Salvatore Maiore e da un’interpretazione che non disdegna uso di synth e live elettronics. I 12 minuti di Oasis, tra world, psichedelia e progressive, chiudono splendidamente uno dei migliori lavori del musicista sardo. (Luigi Cattaneo)

Salt way (Video)





 

mercoledì 20 aprile 2022

MUFFX, Confini (2020)

 

Quinto album per i Muffx, pubblicato su Black Widow Records con il sostegno di Puglia Sounds, e registrato quasi interamente live durante i due set tenuti dal gruppo il 21 agosto 2020 al Palazzo Pignatelli di Galatone. La band formata da Luigi Bruno (chitarra e voce), Alberto Ria (batteria), Mauro Tre (farfisa, Fender Rhodes e synth) e Ilario Suppressa (basso), con Confini (secondo capitolo della Trilogia delle Lame) prosegue il percorso iniziato con L’ora di tutti, album strumentale del 2017 (uscito sempre per l’etichetta genovese), guardando al progressive con una propria personalità e senza apparente nostalgia. Ne sono esempio Ritual, suite di 18 minuti in cui si racchiudono le influenze prog, jazz e psichedeliche dei salentini, Carovane, grandissimo brano contaminato dal folk (complici le presenze di Claudio Giagnotti dei Mascarimirì alla ciaramella e al nay, due antichi strumenti a fiato del Mediterraneo e Gianluca De Mitri al marranzano, alle taccolette e alla darbuka, una percussione tipica del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Asia centrale) e L’ubriaco venuto dall’est, un curioso e brillante jazz rock fatto di incalzanti tempi dispari. L’arte dei Muffx è decisamente immaginifica, e il disco ha l’esigenza di narrare gli scontri sanguinosi avvenuti nel 1300 tra Galatone e Fulcignano, due comunità in guerra per motivi politici, culturali e religiosi. Non mancano momenti maggiormente legati alla forma canzone, come la ballata L’istante prima (con qualche rimando alla P.F.M.) e Scelgo te, episodio che chiude un album fatto di anima e suggestione. (Luigi Cattaneo)

Ritual (Video)



domenica 17 aprile 2022

BLACK REFLEX, Black Reflex (2021)

 

Nati nel 2018, i Black Reflex (Francesca Battistini alla voce, Davide Valle e Diego Trestin alle chitarre, Alessandro Pereni al basso e Giovanni Angiolin alla batteria) si formano nel vicentino per dare libero sfogo alla loro passione per l’heavy metal, trovando ora la pubblicazione di questo debutto omonimo grazie all’Andromeda Relix, garanzia quando si parla di underground italico. L’iniziale Never fold chiarisce la direzione a tutto heavy della band, con le due chitarre protagoniste di un interplay calibrato e sorretto da ritmiche solide e potenti, con la voce della Battistini subito convincente. More than a hero e Fierce non spezzano l’assalto, tra heavy americano, thrash, progressive e classic metal, un connubio dove emergono le influenze di Iron Maiden, Warlock, Anthrax e dei nostrani White Skull. Efficaci anche le trame di The real liar e Rising force, con passaggi melodici apprezzabili e una carica hard che non viene mai meno, così come ottima risulta Run alone, altra cavalcata heavy decisamente compatta. L’album è una sintesi godibile di metal vintage e moderno, discretamente strutturato e soprattutto di notevole impatto, un esordio già maturo e di valore. (Luigi Cattaneo)

You know the name (Video)



sabato 16 aprile 2022

FAUSTO BISANTIS, The Nothingman (2022)

 

Bel ritorno per Fausto Bisantis, musicista, giornalista e insegnante, che con il nuovo The nothingman firma la sua opera più ambiziosa in solitaria (ad esclusione di alcuni momenti dove troviamo Alessandro Ansani alla batteria e Francesco Merante alla chitarra), tra spunti classicheggianti, fughe progressive, improvvisazione e uno spirito free naturale e anticonformista. Si sviluppano così i temi sbilenchi della title track o le lunghe Teaser in your eyes e Uccello ribelle, decisamente prog nella struttura e nella forma, mentre Terranova ha un’atmosfera da soundtrack settantiana. Menzione a parte per Indigo boy, delicata traccia in cui Bisantis si destreggia ottimamente al piano, un momento unico all’interno del disco, esempio della volontà del compositore di non porre steccati alla sua arte, libera di fluire tra generi e sensazioni. (Luigi Cattaneo)

The nothingman (Video)



venerdì 15 aprile 2022

ARTEMISIA, Derealizzazione Sintomatica (2021)

 

Quinto disco in studio per gli ArtemisiA (Anna Ballarin alla voce, Elettra Medessi alla seconda voce, Vito Flebus alla chitarra, Ivano Bello al basso e Gabriele Gustin alla batteria), che con Derealizzazione Sintomatica realizzano il disco più ambizioso da quando si sono formati, ormai nel lontano 2006. Il basso di Bello spinge l’iniziale Ladro d’anime, inquieta e aggressiva, si apre ad un chorus che si stampa in testa sin dal primo ascolto, prima del rock metal di Identità e dell’oscura La Benandante, episodio memorabile tra doom, dark e folk, con un ispirato Valerio Colella al mandolino. Molto valida anche Fata verde, dove la Ballarin duetta con il grande Omar Pedrini dei Timoria, un brano ispirato e pieno di pathos a cui contribuisce Ulisse Tonon (piano e tastiere), che va a chiudere idealmente la prima parte del lavoro. La seconda parte forte con il rock di Ombre della mente, prima della strumentale Nelle terre di Ulisse, dai netti contorni progressive e jazz rock (Tonon nuovamente protagonista con le sue tastiere), e Fobia, il momento più pesante dell’album, complice la presenza di H. Skrat, voce dei black metallers Akroterion. Chiude questo disco davvero ottimo Favola, ennesimo esempio di come nella musica dei goriziani alberghino più anime, tenute insieme da una capacità di songwriting che ha raggiunto con questo disco l’apice della loro carriera. (Luigi Cattaneo)

Fata verde (Video)



FAUSTO BISANTIS, De Motu Lucis (2022)



Fausto Bisantis ha da poco pubblicato il nuovo singolo De Motu Lucis per raccogliere fondi per la ricostruzione del teatro di Mariupol, cittadina ucraina colpita dai recenti fatti di guerra.

De motu lucis è un raggio di coscienza dedicato a tutte le vittime umane, culturali e artistiche della guerra.

https://faustobisantis.bandcamp.com/track/de-motu-lucis

https://open.spotify.com/album/0IuqqDYNSu3Qbmla7kgB69


sabato 9 aprile 2022

CRYSTAL SKULL, Ancient tales (2020)

 


Dietro il monicker Crystal Skull si cela Claudio “The Reaper” (Black Raven, Sacro Ordine dei Cavalieri di Parsifal, Akroterion, Violent Assault), che in totale solitudine ha composto e suonato Ancient tales, debutto di questo progetto a base di power metal, heavy e speed. Primo capitolo di un concept di natura fantasy (le parti previste sono tre), l’album è un continuo richiamo alle atmosfere di Running Wild, Blind Guardian, Manilla Road, Grave Digger e Grim Reaper, quindi un viaggio nel metal più classicamente epico, strada battuta con professionalità e passione da Claudio, che non si sposta di un millimetro da quanto è già stato espresso dalle suddette band. Si sviluppano così le intuizioni heavy di The eyes e Die by my axe, nonché gli omaggi ai Blind Guardian di The last king e Lake of dreams, brani simbolo di un primo passo sicuramente gradevole e che lascia intravedere un discreto potenziale per il secondo capitolo della saga. (Luigi Cattaneo)


GABRIELE GASPAROTTI, Anabasis (2022)

Anabasis è il primo di una serie di brani live canalizzati in luoghi estremi nel corso degli ultimi due anni da Gabriele Gasparotti. Di seguito le sue parole su questa nuova esperienza.

Il 24 Ottobre 2021, durante una tempesta eolica, insieme a un gruppo di ricercatori, medici, ingegneri, tecnici ed esperti psichedelici, abbiamo raggiunto una ex base NATO, tentando di rimettere in funzione antenne ormai in disuso per canalizzare un messaggio attraverso un Buchla Music Easel e un violoncello. Queste riprese sono la testimonianza di questa esperienza. In qualche modo riuscimmo a rimettere in moto quegli artefatti. Ci collegammo, costretti ad ascoltarlo a forza, ora che lo avevamo incatenato. In quei movimenti rapidi, attraverso le spinte del vento, mi sembrò di vederne le forme. I riverberi accecanti sembrarono coglierci in errore, così che il messaggio ci attraversò senza potercene rendere conto.

Line up di Anabasis:

Gabriele Gasparotti: Buchla Music Easel

Benedetta Dazzi: Cello, live electronics

Cinematography:

Nicola Caleo

Emanuele Gasparotti  

Giuseppe Gasparotti

Jello Jawn / Tingis

Daniele Ribolini

extra footage:

Elena Angelini  

thanks to OMAR CRANE

Una produzione IL DIO SELVAGGIO 

Gabriele Gasparotti ha studiato pianoforte, viola e composizione; ha studiato musica elettronica con i Maestri Riccardo Sinigaglia e Giuseppe Giuliano al conservatorio Verdi di Milano. Ha approfondito la sintesi West Coast e trovato un mentore in Todd Barton, guru della sintesi elettronica con il quale ha fatto vari concerti nei mesi precedenti la pandemia.
Ha condiviso il palco anche con Pop-X, Naresh Ran, Yuko Araki, Thank you for Smoking, Ariadne, Thisquietarmy.
Nel 2018 ha pubblicato Extrema Ratio, un magma sonoro di sessanta minuti realizzato soltanto con strumentazione analogica e ispirato a I canti di Maldoror di Lautreamont e alla sceneggiatura di Il dio selvaggio-Maldoror, film scomparso di Alberto Cavallone. Il suo ultimo album pubblicato, Istantanee vol.1 (pubblicato in LP e CD da Dio Drone, Il dio Selvaggio e Dornwald Records), è stato elogiato da Todd Barton, Roedelius (Cluster) e da Iggor Cavalera (Sepultura) che lo ha menzionato tra i migliori 10 album degli ultimi anni. 

Anabasis (Video)





UNITÀ DI PRODUZIONE, Antropocene (2021)

 

Nati a Bergamo nel 2014, gli Unità di Produzione (Andrea Meneghello alla batteria, Davide Ghisalberti alla chitarra e alle tastiere e Elvis Ghisleni al basso, alla voce e alle tastiere), nome mutuato da un brano dei CSI presente in Tabula Rasa Elettrificata del 1997, arrivano al terzo lavoro dopo Monolite (ep del 2016) e Abisso (full del 2018). Questo ritorno, maturo e ricco di spunti, unisce il rock alternativo dei ‘90 dei Marlene Kuntz con quello dei Verdena primi 2000, passando per il post punk distorto e oscuro degli anni ’80, con l’influenza del gruppo di Ferretti e Maroccolo sempre sullo sfondo, collante di brani magnetici come Estetica del declino, Pulviscolo o Andromeda. Le riflessioni poste nell’album si fanno rassegnazione, una mestizia elettrica che parte dal titolo, Antropocene, termine che indica l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale che globale dagli effetti dell’azione umana. Tralasciata ogni sovrapproduzione, gli orobici amalgamano echi wave, bagliori psych e shoegaze, e lo fanno con una qualità di songwriting indiscutibile, ponendosi vicino a validissime band contemporanee come Egon e Il Silenzio delle Vergini. (Luigi Cattaneo)

Pulviscolo (Video)



martedì 5 aprile 2022

PLENILUNIO, Il gioco imperfetto (2021)

 


Progetto giunto al terzo disco quello dei Plenilunio, band di Acqui Terme formata da Roberto Maggiotto (voce), Valter Camparo (tastiere e piano), Davide Pronzato (chitarra), Roberto Camparo (basso e chitarra), Antonio Pirrone (batteria). Il gioco imperfetto trasuda passione per il prog e il cantautorato, un lavoro molto gradevole, con passaggi tenui dal sapore pop, poesie in musica e costruzioni più ardite, il tutto condito da un evidente spirito settantiano (la band è in giro dal 1977). Si sviluppano così temi in odore di P.F.M., Le Orme e New Trolls, con una predilezione per melodie godibili e di facile presa, oltre che naturalmente vintage, caratteristiche che ritroviamo nella title track, nella delicata A piedi nudi e nell’intensa Diario di bordo. Ultima nota per l’artwork, un quadro del pittore acquese Piero Racchi. (Luigi Cattaneo)

Album Teaser



D.In.Ge.Cc.O, Linear burns (2020)

 

Secondo album per il progetto D.In.Ge.Cc.O, uscito sul finire del 2020 e seguito di Y.S.I.L.F.U., che aveva già mostrato il modo di intendere l’elettronica di Gianluca D’ingecco, producer umbro che con l’ultimo Linear burns ha dato vita ad un corollario di atmosfere dove convivono vintage e moderno. Le interessanti citazioni poste nell’album sorreggono un percorso personale particolarmente interessante, con passaggi ambient, momenti ritmicamente potenti e spunti intimi, con l’iniziale Jazzy Trasforming Nazi che ci cala ottimamente nel mood del disco. Groove e virate ballabili si intersecano, tra loop micidiali, sinfonie elettroniche, motivi industrial e lievi fraseggi psichedelici. Tanta bontà viene riversata in pezzi come Pan’s Call, dove l’avanguardia incontra la techno, nella spiritualità di Can’t believe I made it, o nella conclusiva Within usa bove us, che con il suo passo rarefatto e cosmico accompagna l’ascoltatore verso il finale di un lavoro dallo spessore internazionale. (Luigi Cattaneo)

I met myself (Video)