Dopo l’ottimo Terra 42 del 2014, tornano L’ira del
Baccano con un secondo lavoro in studio che conferma la bontà di questo
progetto intriso di space e stoner strumentale, un percorso carico di
vibrazioni psichedeliche in cui ritroviamo i Grateful Dead del mentore Jerry
Garcia, i riff micidiali alla Tony Iommi, i gloriosi Hawkind ma anche gli Ozric
Tentacles più lisergici. Ad Alessandro Santori (chitarra e synth), Malerba
(chitarra e synth) e Alessandro Salvi (batteria) si è unito il nuovo Ivan
Contini Bacchisio (basso) ma il risultato è lo stesso imperdibile substrato
sonoro del debut (anche se il vero esordio è il mastodontico live Si non sedes is). Il platter
consta quattro movimenti, con la title track inziale divisa in due parti (L’ira del baccano e No razor for Occam) a formare un’unica sontuosa suite di venti
minuti circa in cui c’è l’abbecedario del suono dei romani, caratterizzato da
un crossover di space, heavy, psichedelia e progressive, il tutto
contraddistinto da un vorticoso groove generato dall’interplay furente tra le
due chitarre e la sezione ritmica, una vera cavalcata da jam band. Abilene (the trip to) è davvero un
viaggio nei meandri dello stoner, con ampi squarci anni ’70, psichedelici e
sferzanti heavy prog, mentre il finale di The
blind Phoenix rises si sporca di doom oscuro e greve, con riff portanti
massicci che completano un quadro di notevole fattura, che non fa altro che
sottolineare come l’ensemble capitolino sia uno dei maggiori talenti di casa
nostra. (Luigi Cattaneo)
Abilene (Video)