lunedì 27 maggio 2024

LINDA GAMBINO, Unexpected (2024)

 

Piacevole lavoro per Linda Gambino, dotata cantante che con Unexpected, prodotto da Filibusta Records e distribuito da IRD, attraversa epoche del jazz mostrando consapevolezza e mezzi, sostenuta da Andrea Zacchia (chitarra, ex Bridgend), Giordano Panizza (contrabbasso) e Maurizio De Angelis (batteria). Un disco breve e intriso di classicità, tra standard e originali che scorrono veloci e gradevoli, forse senza l’effetto sorpresa, ma lasciando intravedere come il progetto possa avere in futuro sviluppi eventuali. Si susseguono brani freschi e vitali, It wasn’t love (scritta dalla Gambino con Zacchia), Honeysuckle rose di Fats Waller e Taking a chance on love di Vernon Duke tra i più interessanti, mostrano un certo affiatamento del quartetto, che ha spesso creato un’atmosfera da jazz club anni ’40, attraverso trame che parlano di speranza e resilienza. Un album delizioso nel suo portare avanti con forza e fascino un jazz fieramente vintage ma non per questo banale e scontato. (Luigi Cattaneo)

My favorite things (Video)



sabato 25 maggio 2024

OUDEZIEL, Oudeziel (2024)

 


Ep omonimo per gli Oudeziel (Artur Wolski chitarra, basso, synth, loop, Jaroslaw Bielawski, batteria, percussioni), band nata dalle ceneri degli Obrasqi, che qui presentano un lavoro già uscito nel 2023 ma rimasterizzato con l’aggiunta di un inedito, Flight, e una nuova versione di ReisBinner delicata e malinconica, apre in maniera ottimale il breve album, seguita da un altrettanto tenue Jeremy, prima di Flight, che mostra la grande capacità del duo di creare brani fortemente atmosferici e filmici. Chiude l’ep Reis, che conferma l’amore del gruppo per strutture che uniscono post, progressive, psichedelia e dream pop, un blend raffinato ed elegante che fa ben sperare per il futuro dei polacchi. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 22 maggio 2024

DIEGO RIBECHINI, Origami (singolo 2024)

Hard rock potente, luminoso e contaminato per il nuovo singolo di Diego Ribechini Origami

CAMBIARE LA PROPRIA VITA ABBRACCIANDO UNA PROSPETTIVA POSITIVA

Origami, il nuovo atteso singolo di Diego Ribechini, è un vero e proprio inno alla rinascita e alla libertà creativa. Con parole intense e melodie coinvolgenti, il brano cattura l'essenza della volontà di cambiare la propria vita, abbracciando una prospettiva nuova e positiva.

Il testo di Origami nasce dall'esigenza di ribellarsi ad un mondo sempre più incline a relegarci in categorie prestabilite, trattandoci come meri prodotti anziché come artisti e esseri umani unici. In un'epoca dominata dal consumismo sfrenato, concetti come amore e rispetto spesso diventano astratti, ma sono proprio quelli a cui dobbiamo aggrapparci se vogliamo rigenerarci e trovare la nostra felicità autentica.

Con la sua potente combinazione di musica e testi, Origami invita così l'ascoltatore a riflettere sulla propria esistenza e a trovare la forza per riaffermare la propria individualità e creatività. È un richiamo alla libertà di essere sé stessi, senza lasciarsi ingabbiare dalle convenzioni della società moderna.

Guarda qui il video di Origami https://youtu.be/oUHHnGNHFfY

Diego Ribechini nasce a Volterra il 2 Maggio 1978 e durante il suo percorso artistico ha avuto modo di spaziare in varie aree e generi musicali.

I suoi inizi sono con la band rock prog italiana Quintessenza, con i quali compone tre album ed un Ep e grazie ai quali inizia a farsi le ossa nell’intensa attività live del gruppo.

Con curiosità e passione si approccia al mondo del teatro, in particolare di quello musicale ed inizia a lavorare a diversi progetti che lo porteranno alla scrittura di alcuni libretti di musical tra i quali Draculea (vincitore di due premi nazionali nel 2007), Edward e Georgie il musical. Pubblica anche due libri di poesie editi da Leone Editore e nel frattempo fonda una nuova band, gli Stoned Dogs, con i quali esce con l’album autoprodotto Randagio.

Proprio quest’ultima band è il trampolino di lancio verso la carriera solista che lo vede pubblicare due album DR40 e Autofagia.  

Attualmente sta lavorando ad un nuovo libro di poesie e sulla stesura di un nuovo libretto per un musical incentrato sulla storia di Giovanna D’Arco, oltre a preparare i futuri live che seguiranno l’uscita del nuovo disco nel prossimo inverno.

Origami è stata pubblicata con Sorry Mom l'11 maggio.




martedì 21 maggio 2024

LAST RITES, Beyond the abyss of thought (2024)

 


Nuovo ep per i veterani Last Rites (Dave Arri chitarra e voce, Paolo Montaldi chitarra, Federico Pirola basso), band nata nel lontano 1997 e da sempre fiera interprete di un sound a cavallo tra thrash, death e black metal. Non fa eccezione il nuovo Beyond the abyss of thought, che sin dall’iniziale Prelude, God is dead, mette in mostra come si possa suonare estremi senza dimenticare di innestare dosi di melodia calibrate e assolutamente godibili. I liguri pongono uno sguardo sull’attualità in 1100001 1101001, brano con una parte centrale strumentale di spessore, si tingono ancora più di buio nella potentissima e lugubre Deathtone, mentre Push through the pain non fa altro che confermare la bravura del trio nello scrivere brani affascinanti e con più elementi al loro interno. Chiude il breve ma ottimo lavoro Lucifer’s fall, altro momento molto interessante di un disco che può sicuramente incuriosire i fan di Revocation, Thy Art is Murder, Slaughter to Prevail, ma anche di band nostrane come Node e Necrodeath. L'album è acquistabile solo in digitale al seguente link https://lastrites0.bandcamp.com/album/beyond-the-abyss-of-thought (Luigi Cattaneo)  

JUS PRIMAE NOCTIS, The institute of mental health, Burning including The lighter (2024)




I JPN pubblicano un nuovo singolo prog-punk, The Institute of Mental Health, Burning including The Lighter 

JPN escono con un nuovo singolo pubblicato da Nadir Music. La formazione genovese, oggi composta da Marco Fehmer (voce, chitarre), Beppi Menozzi (tastiere), Pietro Balbi (chitarre), Alessandro Bezante (basso) e Mario A. Riggio (batteria), dall’uscita del cd Istinto nel 2020, lavora su nuovi concetti e un nuovo sound. Nel contempo esorcizza pacificamente i demoni del proprio passato, approdando alla decisione di rimasterizzare il primo album in studio, Jus Primae Noctis, datato 1998. Come spesso succede, il passato è la base su cui costruire un nuovo futuro: lo dimostra questo singolo, rielaborazione di un brano di Peter Hammill, fondatore e leader dell'iconica prog band britannico Van Der Graaf Generator. 

The Institute of Mental Health, Burning, originariamente pubblicato nel 1975 nell'album Nadir's Big Chance, è un brano prog-punk oscuro, che racconta l'incendio di un manicomio, allegoria toccante sull'abbandono istituzionale, l'abuso e la lotta per la libertà, un invito a riflettere sulle strutture sociali e sul trattamento degli individui vulnerabili. Alla fine, le catene dell'Istituto di salute mentale cominciano ad arrugginirsi e in mezzo alla distruzione, c'è un barlume di speranza, una possibilità di liberazione. I JPN reinterpretano questo capolavoro con il loro tipico sound, includendo al suo interno una composizione originale, The lighter, che immagina il momento in cui l'incendio si propaga creando una strana confusione, intersecando vari riff in 5/4 di chitarre e tastiere in un ansioso schema. Institute è il crocevia della nuova produzione di JPN, che abbandona la lingua italiana e anticipa l’uscita della versione internazionale di Istinto, prevista per la prossima estate. 

The institute of Mental Health, Burning including the lighter (P. Hammill / C. J. Smith / M. Fehmer) Nadir Music 

Marco Fehmer guitars, keyboards, voice
Beppi Menozzi keyboards
Mario Riggio drums
Alessandro Bezante bass 
Mix Tommy Talamanca - Studio Nadir Genova Web: jusprimaenoctis.it

lunedì 20 maggio 2024

THE BLACK NOODLE PROJECT, When the stars align, it will be time (2022)

 


Band di lungo corso (il primo disco è del 2004), The Black Noodle Project è una sorta di one man band di Sèbastien Bourdeix, orfano dal 2017 di Jèrèmie Grima e degli altri membri del gruppo, che con l’ultimo When the stars align, it will be time si appoggia alla batteria di Tommy Rizzitelli, unico membro esterno a suonare con lui (Bourdeix si divide tra chitarra, basso, tastiere e voce). L’attacco vitale del riff di chitarra in Welcome to hell mostra l’anima rock del progetto, un brano che si muove agile e fresco, senza tralasciare una punta malinconica che permea la trama sino allo spoken finale di Bourdeix. Black moment, cantata da Sab Elvenia, muta l’atmosfera, e difatti la traccia, molto melodica, è maggiormente vicino alla forma canzone, mentre Give us hope è una composizione dal sapore filmico, enfatica ma anche elegante, prima di Time, dove ritroviamo Elvenia, per un pezzo ancora molto ispirato. La voce femminile suggella pure la seguente Stormy weather, un lungo momento ben costruito, tra frangenti agrodolci e passaggi tenui, che ci conducono alla conclusiva Behind the light, splendido e intenso finale di un lavoro cesellato con cura e pathos. (Luigi Cattaneo)

sabato 18 maggio 2024

SAILOR FREE, Incognito (2024)

Incognito segna il ritorno della “Spiritual Revolution” dei Sailor Free, ritorno e compimento, perché il brano introduce Spiritual Revolution Part 3, terzo e ultimo capitolo della trilogia.

Negli anni che ci separano dalla Part 2, la Spiritual Revolution non si è fermata: si è sviluppata prima in una web serie Spiritual Revolution People e ora, con lo stesso titolo, in uno spettacolo teatrale, sempre scritto da David Petrosino. Spiritual Revolution People, che debutterà il 30 maggio a Roma al Teatro Greco, è uno spettacolo interpretato principalmente da giovani attori, che sono anche i protagonisti del video realizzato per Incognito, il primo singolo dell’album. Incognito è una certezza, la certezza del fascino del non rigidamente omologabile, è la trasposizione in musica di quella che i Sailor Free hanno assunto come regola di vita. E’ un brano essenziale per capire dove i Sailor Free sono arrivati, da dove sono partiti e dove la Rivoluzione Spirituale è in procinto di farli approdare.

Incognito (Video)


Tide Records 2024
www.tides.it info@tides.it www.sailorfree.com

lunedì 13 maggio 2024

MAC/CORLEVICH, Rain or shine (2024)

 

Dietro la sigla Mac/Corlevich si celano Cristiano Mecchi (voce, batteria, tastiere, percussioni) e Davide Corlevich (chitarra, tastiera, basso, percussioni), un duo folk di Verona che mi ha conquistato sin dai primi ascolti, per la capacità innata di essere immediati senza scadere nello scontato e nel banale. Ci sono gli anni ’60 e ’70 del genere, con un tocco di alternative e americana che finisce per modernizzare di una spanna la proposta, intrisa di caldo e immaginifico cantautorato. La voce di Mecchi si muove sicura lungo le evoluzioni della chitarra di Corlevich, basti ascoltare brani come la malinconica Farewell kisses, la delicata title track, l’omaggio al Cornell di Let your eyes wonder e la raffinata Something beautiful, episodi cardine di un lavoro tanto breve quanto affascinante. (Luigi Cattaneo)

Farewell kisses (Video)



sabato 11 maggio 2024

NIGHTBREEDER, La casa dalle cinque punte (2023)

 


Ci eravamo già occupati di Simone Giorgini (tastierista dei Darkend) ai tempi dell’uscita del precedente Sons of the mountain’s witch ed è un piacere constatare come il singolare progetto denominato Nightbreeder, figlio dell’amore del musicista per le colonne sonore, arrivi al secondo capitolo mostrando probabilmente ancora più idee rispetto al già riuscito esordio. La casa dalle cinque punte è un lavoro caratterizzato da spunti fortemente classici (oltre a Giorgini, che suona un gran numero di strumenti a tastiera, abbonda l’uso di quelli ad arco), oscuri e orrorifici, tra trame che non disdegnano un approccio progressive e sentori ambient molto raffinati. Visioni care a Danny Elfman e Hans Zimmer, ma anche ai nostrani Goblin, spunti sinfonici che paiono omaggiare Tchaikovsky e Schubert, il tutto sviluppato attorno alla saga, creata da Giorgini stesso, The mysteries of Gordon Pym Island, che fa da sfondo ai tratti epici e filmici realizzati con una cura a dir poco maniacale. La complessità strutturale dell’opera e la sua lunghezza (quasi 70 minuti) non permettono ascolti distratti, ogni passaggio va assorbito con dedizione estrema, proprio perché la narrazione posta in atto da Simone è volutamente laboriosa, con un organico estremamente ricco, che risulta fondamentale per la riuscita della corale opera. Nota a margine, curiosa ma anche inquietante, la casa che viene citata nel titolo del disco esiste davvero, si trova a Campagnola Emilia e la leggenda vuole che sia infestata dopo la morte per annegamento della bimba piccola che l’abitava insieme alla famiglia … (Luigi Cattaneo)

mercoledì 8 maggio 2024

INVERNALIA, Live at Spring Prog Fest (2023)

 


È sempre un piacere ritrovare Aldo Pinelli, musicista argentino molto legato al prog italiano e più in generale alla nostra terra (testimonianza è data anche dal fatto che i suoi lavori escano da tempo per la nostrana Lizard Records). L’occasione, stavolta, è la pubblicazione di Live at Spring Prog Fest (registrato al St. Alban’s College di Buenos Aires il 19 novembre del 2022) dei suoi Invernalia (oltre a Pinelli impegnato alla chitarra e alla voce abbiamo Augustìn Lespada alle tastiere, Santiago Ghione al basso e Daniel Vibart a batteria e percussioni), un resoconto dal vivo che è testimonianza della sua lunga carriera (vi sono anche riproposizioni di brani targati Habitat e tratti dal suo repertorio solista). In questo live emerge la dote di Pinelli di muoversi con leggerezza all’interno di un contesto figlio dell’amore per certe strutture tipiche del progressive e di un certo folk settantiano, con il sudamericano che propone brani come Pelea en la cima (tratto dal primo lavoro del progetto Invernalia), abbellita dal flauto di Paula Dolcera, lo strumentale Periplo (Habitat) e la classica Los patos se transforman en cisnes. Ad arricchire ancora di più la proposta troviamo in coda tre bonus inedite registrate in studio, segno della voglia dell’argentino di continuare a proporre nuova musica a 30 anni esatti dall’esordio Jam 1994 (a firma Ajedrez + Aldo Pinelli). (Luigi Cattaneo)

lunedì 6 maggio 2024

ANTONELLO LOSACCO, Worlds beyond (2023)

 

Bellissimo ritorno per Antonello Losacco, bassista che, dopo l’abbuffata di archi che segnava Respira, cambia prospettiva pur mantenendo la capacità di raccontare e di creare bozzetti di natura immaginifica. Con lui in questa nuova fatica (ancora targata Gleam Records) troviamo Vitantonio Gasparro (vibrafono) e Vito Tenzone (batteria), bravissimi nell’assecondare le visioni del leader, che combaciano con un certo mood da soundtrack. Compositivamente Losacco appare preciso e accattivante, e il trio espone temi corposi e brillanti, sia quando la scrittura si fa maggiormente intricata, sia quando si adagia su malinconiche ballad, meravigliosamente interpretate da musicisti di notevole caratura. A questo aggiungiamo il tocco del maestro Roberto Ottaviano, magistrale con il suo sax in Here and now, Clouds and trees (dove è presente anche la voce di Badrya Razeem) e L’attesa. Le idee di Losacco mostrano un’espressività audace, frutto di anni di studi che hanno portato ad una personale visione dell’approccio alla materia, sintetizzata attraverso composizioni mai banali e di enorme profondità. Intenti condivisi con i suoi compagni di avventura, legati da un fine interplay e da un complessivo lavoro d’equipe ravvisabile in momenti come Devo andare o La doppia ora, altri episodi notevoli di un album maturo ed elegante. (Luigi Cattaneo)

I tuoi occhi (Studio Live Session)



venerdì 3 maggio 2024

RARE EARTH ELEMENTS, Human Impact Backscattering (2023)

 


Come naturale evoluzione della band Astralia, dopo quasi 10 anni di elaborazione artistica, nasce il nuovo progetto Rare Earth Elements (Riccardo Loriggiola basso, stick, contrabbasso, Massimo Loriggiola batteria, Andrea Zagon chitarra, Riccardo Pozzobon tastiere, Alessandro Corrò voce). Il recente Human Impact Backscattering, uscito nel 2023 su tutte le piattaforme digitali, è intriso di sonorità che spaziano dai King Crimson, ai Porcupine Tree, passando per Queensryche e Pink Floyd. Un lavoro ispirato al romanzo The road dello scrittore statunitense Cormac McCarthy, fanno di questo disco un concept interessantissimo e ricco di idee, pregno di sfumature differenti e articolati sviluppi tipici del progressive rock psichedelico. Chi aveva già apprezzato gli Astralia (due album e un ep a cavallo tra il 2000 e il 2011) ritroverà qualcosa di quel gruppo ma rivisitato in chiave maggiormente oscura, una visione ridefinita del concetto di prog che ci offre uno spaccato della poliedricità del quintetto veneto. Cuore pulsante del racconto è il viaggio intrapreso da un padre e da suo figlio, sfondo narrativo di pulsanti emozioni, equilibrate con garbo da una band che ha avuto tutto il tempo di maturare trame raffinate, cinematografiche e dal sapore distopico. È ciò che troviamo in brani come If one day, Three bullets e la conclusiva Prometheus, tra i momenti migliori di un esordio evocativo e suggestivo. (Luigi Cattaneo)

giovedì 2 maggio 2024

MARC COPLAND QUARTET, Someday (2022)

 



Uscito nel 2022, Someday è un lavoro che vede il pianista Marc Copland accompagnato da alcuni talenti della scena di New York (Robin Verheyen al sax, Drew Gress al contrabbasso e Mark Ferber alla batteria). Un’ora di grandissimo jazz, come da tradizione per un veterano dello strumento (ha accompagnato per decenni John Abercrombie e Gary Peacock), tra omaggi e brani originali, composizioni ricche di virtuosismi e passaggi da soundtrack di grande effetto. Copland e Gress, che già hanno suonato insieme per molti anni, trovano qui la compagnia di altri due ottimi interpreti della materia, Verheyen, che ha firmato anche alcuni brani del disco (la malinconica Encore e la fantasiosa Dukish), e Ferber, già all’opera proprio con Peacock (oltre che presente nel quintetto di Ralph Alessi). Ovvio che con queste premesse le speranze di trovarsi dinnanzi ad un album di ottima fattura siano piuttosto alte e l’opener Someday my prince will come mette in chiaro da subito la qualità del prodotto. Tecnica, lirismo, groove, intensità di esecuzione, il tutto brillantemente miscelato da un quartetto che abbina spontaneità, pathos e feeling, elementi che portano ad un interplay tra le parti maturo e suggestivo. L’approccio di squadra adottato dal leader risulta vincente, perché in Someday si avverte l’essenza di una vera band, e così si spiegano tracce come Spinning things o Round she goes. Registrato l’11 e il 12 gennaio al The Samurai Hotel di New York e distribuito da InnerVoiceJazz, il lavoro è acquistabile al seguente link https://marccoplandjazz.bandcamp.com/album/someday (Luigi Cattaneo)