A quattro anni di
distanza dal già valido Genuine tornano
gli Echotime con Side, buonissimo
lavoro tra prog metal e rock opera in cui i ragazzi hanno pescato a piene mani
da alcuni mostri sacri del genere come Queensryche, Dream Theater, Rush, Savatage,
Royal Hunt e Kamelot. Tra brani potenti, ricchi di melodia e dialoghi che
arricchiscono la storia narrata, la band ha sfornato una piccola gemma
nell’affollato panorama heavy nazionale, un crossover di sonorità dove la forma
canzone non viene mai persa di vista seppure suonata con ovvie doti tecniche.
Nel caso specifico la forma è più quella della rock opera a dire il vero,
sempre affascinante nel suo incedere e la protagonista, Lily, diviene la nostra
guida lunghi i 18 momenti che caratterizzano l’album (ma tanti sono dialoghi di
breve durata). Mr Valentine apre con
decisione il platter, mostrando un prog metal dal piglio melodico ma deciso e
la successiva The lighthouse conferma
le capacità del quintetto, con il bravo Alex Cage alla voce sostenuto dalla
potente sezione ritmica formata da Federico Fazi alla batteria e Stefano
Antonelli al basso, nonché dal valido Andrea Anastasi alla chitarra e dalle
tastiere di Filippo Martignano, che armonizza anche i passaggi più duri ed
enfatizza quelli più drammatici. Sickness
accentua il versante heavy prog della proposta, Hyms of glory presenta splendidi tratti sinfonici ed epici, mentre The orphanage è uno strumentale che
mette in luce le qualità dei singoli musicisti. The bend of love ha un’atmosfera grandeur da musical, The river è una ballata piena di pathos,
prima di Stream of life, altro
episodio davvero splendido e commovente. Finale affidato a Freakshow (the), chicca posta in chiusura di un disco molto buono,
compatto e ispirato dall’inizio alla fine e che potrebbe piacere non solo agli
amanti del prog metal ma anche a coloro che sono abituati a suoni più morbidi.
(Luigi Cattaneo)
The lighthouse (Video)