martedì 31 gennaio 2023

RON COOLEN, Rise (2020)

 


Hard & Heavy a tutto tondo quello che troviamo in Rise dell’olandese Ron Coolen, che intinge la sua proposta di passaggi prog e sparate thrash metal, firmando un album corale di ottima fattura. Il polistrumentista (chitarra, basso, batteria, tastiere) si fa coadiuvare da una nutrita schiera di ospiti, bravissimi nell’assecondare le tante idee poste sul piatto da Coolen. Troviamo così Keith St. John, voce della reunion dei monumentali Montrose, presente in buona parte del lavoro, Thorsten Koehne, chitarrista degli Eden’s Curse, che tratteggia fraseggi carichi di melodia, ma anche Stèphan Fortè degli ottimi Red Circuit e Adagio. La curiosità di Coolen lo porta ad esplorare diversi contesti, in tal senso vanno lette le performance di Johannes Persson (Cult of Luna), George Lynch dei Dokken (suo il solo in Sin city) e Joey Concepcion dei death metallers Armaggedon, che si divide gli assoli di chitarra con Steve Lamb in Gotta shoot your devils down. Hard rock pieno di pathos in Paradise (il sorprendente Daniel Verberk è l’ennesimo guest azzeccato), la pesante Kill Kill Kill è invece marchiata da Concepcion e da Christopher Amott (chitarrista di Arch Enemy, Dark Tranquillity, Armaggedon), nonché dalla voce di Sam Walters. L’intensa ugola di Chris Clancy spicca in From your mouth e Stories, mentre la voce di Goran Edman, ricordato soprattutto per i suoi trascorsi con Yngwie Malmsteen, suggella la conclusiva Selfishness. È bene sottolineare che per ogni disco venduto, Ron donerà 1 euro in beneficenza a Jason Becker (nella sua breve carriera da chitarrista con Cacophony e David Lee Roth raggiunse una grande popolarità, ma la sua ascesa venne bloccata dalla sclerosi laterale amiotrofica, diagnosticatagli nel 1989). Chi decide di pagare più di 10 Euro la copia, vedrà anche il pagamento aggiuntivo andare Jason Becker. https://roncoolen.bandcamp.com/album/rise (Luigi Cattaneo)

domenica 29 gennaio 2023

OVUNQUE, Avanti Ovunque Dietro (2022)

 

Secondo album per gli Ovunque (Federico Gioacchino Uccellani chitarra, Jacopo Baldinelli batteria), che avevo già apprezzato con il precedente C’era una volta ovunque. Anche in questo Avanti Ovunque Dietro il duo conferma l’attitudine libera del progetto, che lambisce territori prog, tra ritmiche dispari e ruvidi riff di matrice hard. Gli umbri riescono a creare situazioni interessanti e per nulla ripetitive (rischio sempre dietro l’angolo per prodotti di questo tipo), complici anche buone doti tecniche supportate da una discreta fantasia, che portano la band ad avere un approccio free alla costruzione, anche negli episodi maggiormente sovrastrutturati. Un disco strumentale suonato senza vincoli, ispirato e più maturo dell’esordio del duo, dirompente e curato, figlio del nostro tempo ma suonato da musicisti esperti che riescono a coniugare passato e presente in modo creativo e curioso. (Luigi Cattaneo)

Levari (Video)



mercoledì 25 gennaio 2023

DARK AGES, Between us (2022)

 

Quinto album per i Dark Ages, band che ha sempre trovato spazio sulle pagine del blog e che conferma con il nuovo Between us (Andromeda Relix 2022) la crescita esponenziale degli ultimi anni, da quando si sono riformati con le due parti di Teumman (divenuto anche spettacolo teatrale), che seguivano il debut Saturnalia del lontano 1991 (l’unico che purtroppo non sono ancora riuscito ad ascoltare). Crescita che si palesa già nelle prime trame di Pristine eyes e Showdown (dove troviamo ospite Gianbattista Manenti, voce dei The Unity), che uniscono complessità strutturale e partiture melodiche ottimamente rifinite, caratteristiche che abbondano anche nella successiva e roboante The villain king, un trittico iniziale di grande prog metal. Ma l’evidente stato di grazia investe pure Beyond, dove funziona tutto, un chorus suggestivo cantato con enfasi da Roberto Roverselli a coronamento di un interplay magistrale tra la chitarra del fondatore e chitarrista Simone Calciolari, le tastiere precise e mai sopra le righe di Angela Busato e le ritmiche compatte della coppia formata da Carlo Busato alla batteria e Gaetano Celotti al basso. Difficile mantenere un tale tasso d’ispirazione ma Our lonely shelter è un altro frangente pieno di pathos, con un intenso crescendo lirico a contraddistinguere un brano che muta pelle più volte. The great escape è l’ennesimo momento di valore, sapientemente architettato e nel contempo molto comunicativo, mentre Riddle from the stars non raggiunge i picchi delle precedenti composizioni pur essendo un pezzo comunque gradevole. Chiude il disco la lunga There is no end, che racchiude tutti gli elementi che caratterizzano il sound dei veronesi, un finale che mette in calce come il quintetto sia giunto a piena maturità con un album dal respiro internazionale, affinato da anni di attività e da una scrittura sempre più progressive, costruito in maniera raffinata e con una cura per il dettaglio davvero significativa. (Luigi Cattaneo)

Pristine eyes (Video)



lunedì 23 gennaio 2023

ALTERAZIONI 2022, Der Golem

 



Nona edizione per la rassegna Alterazioni, che giunge nella giornata di oggi, domenica 22 gennaio, al terzo appuntamento dei quattro previsti presso la Sala della Musica di Villa Litta (Lainate). Gli incontri di questa rassegna confermano la natura cameristica degli eventi e le scelte eterodosse che li accompagnano dagli albori, ma è la prima volta che il cinema incontra la musica come in questo caso. 


La scelta di chiamare Adriano Lanzi (chitarra acustica, effetti) e Alberto Popolla (clarinetto basso) per proporre una nuova colonna sonora di Der Golem, caposaldo dell’espressionismo tedesco del 1920 firmato dal visionario Paul Wegener, risulta vincente sin dalle prime note, che sottolineano le immagini senza tempo di un’opera immortale. Il duo si muove con forza dirompente e una certa profondità d’animo all’interno di cinque suite, tante come i capitoli della pellicola, trasportando la visione già potente di suo, in una dimensione nuova e magnificamente suggestiva. Un grandeur di luci, volti, atmosfere e immagini che trovano nello spartito del duo il perfetto corollario di 75 minuti tanto raffinati quanto inquieti. (Luigi Cattaneo)





venerdì 20 gennaio 2023

A VIOLET PINE, Crown Shyness (2022)

 

Quarto album per il trio A Violet Pine (Giuseppe Procida chitarra e voce, Francesco Bizzoca chitarra e Paolo Ormas batteria), di cui avevamo già parlato in occasione del precedente Again (2019), che con il nuovo Crown shyness confermano lo stile fatto di post, stoner e grunge, anche se al posto del basso troviamo l’inaspettata scelta della doppia chitarra. La formula però non muta e pure in questo come back troviamo trame che puntano al sodo, suonate quasi di getto, distorte nell’animo e minacciosamente compatte, una colata di note che ci investe sia nei momenti più aggressivi che in quelli maggiormente oscuri e atmosferici (con richiami al post punk inglese). 35 minuti di puro crossover tra generi, capace di non perdere il filo logico e di risultare coinvolgente per tutta la sua durata. (Luigi Cattaneo)

Full Album (Video)



mercoledì 18 gennaio 2023

LUKE FORTINI, Technical supremacy (2022)

 


Conosciuto per i suoi trascorsi con Hyperion (due ottimi dischi qui recensiti) e Imago Imperii, nonché per essere stato il chitarrista di Paul Di’Anno dal 2002 al 2005, Luke Fortini si ripresenta con un album dal titolo piuttosto esplicito, Technical supremacy, dove si erge a protagonista assoluto con il suo strumento in un ambito prevalentemente neoclassico (chi ha detto Malmsteen?) ma con spunti progressive. Ovviamente il lato prettamente tecnico è dominante su tutto il resto, compresa composizione e arrangiamento, all’interno di un contesto dove l’autore si è occupato di registrare tutto in piena solitudine (vedi anche batteria elettronica che non sempre ho apprezzato). Tra alti e bassi ci si trova dinnanzi ad un lavoro mediamente gradevole, che unisce tradizione heavy, epic e melodie classiche ma che proprio per la forte specificità della materia mi sento di consigliare soprattutto ai fan del genere, che potranno sicuramente apprezzare le enormi doti in possesso di Fortini. (Luigi Cattaneo)


lunedì 16 gennaio 2023

CLAUDIO SIMONETTI'S GOBLIN, Suspiria-Prog Rock Version (2022)

 


In occasione dei 45 anni dall’uscita della soundtrack di Suspiria, iconico film di Dario Argento del lontano 1977, Claudio Simonetti, storico tastierista dei Goblin, celebra quel lavoro in una versione prog rock adrenalinica e ovviamente atmosferica. Oltre a Simonetti (tastiere) troviamo Federico Maragoni (batteria), Daniele Amador (chitarra) e Cecilia Nappo (basso), bravissimi nel ricreare il fascino di quella colonna sonora ampliandone il contenuto in un contesto maggiormente progressivo, con i brani che vengono arricchiti e stratificati partendo da quelle partiture che segnavano i momenti migliori della pellicola. Prog ma non solo, perché Simonetti non trascura passaggi ambient e altri più heavy, che finiscono per attualizzare questo classico del genere al 2022 ma con un piede ben saldo nella memoria. Non manca anche qualche ospite, ottimi nel calarsi nelle atmosfere del disco, come Lina Gervasi, che si muove agile con il suo theremin in Suspiria, una Daemonia version che ci riporta all’omonima band creata da Simonetti a fine anni ’90, e Simone Salza, che con il suo sax caratterizza Black forest. Tributo sì ma di estrema qualità. (Luigi Cattaneo)

sabato 14 gennaio 2023

DEADBURGER FACTORY, Puro Nylon (2013)

 


Uscito nel 2013 in un lussuoso cofanetto contenente un libretto, un miniposter e tre album, La fisica delle nuvole era il quinto lavoro dei Deadburger, uscito però sotto la denominazione Deadburger Factory, in quanto collettivo aperto. Siccome ci troviamo dinnanzi a tre dischi distinti, oggi mi occuperò del primo, Puro nylon (gli altri due sono Microonde e vibropletti e La fisica delle nuvole), poco più di 30 minuti dove elettronica, spoken e R.I.O. si fondono all’interno di partiture cameristiche, il tutto all’insegna del coraggio e di una certa dose di menefreghismo, aspetti che diventano crocevia di impulsi free abbinati a doti di scrittura piuttosto fini. Colonna sonora dello spettacolo Puro nylon (ma in origine libro di poesie di Tony Vivona), viene qui attribuita a Alessandro Casini (elettronica, chitarra, musica), Vittorio Nistri (elettronica, pianoforte, basso-synth, marimba, sintetizzatori, arrangiamento archi, musica) e Tony Vivona (testi, basso, contrabbasso, musica), ma vede la partecipazione della line up Deadburger al completo. Capacità tecniche al servizio di una realtà immaginifica oscura, in cui ci si perde sin dall’iniziale 1940/Madre, ma sono le varie incarnazioni della line up a marcare il passo in fatto di eleganza e raffinatezza, come nel caso di Oltre e In ogni dove, arricchite dal violino di Jamie Marie Lazzara, la tromba di Enzo Scalzi e la viola di Giulia Nuti. Erik Satie pare una guida spirituale non di poco conto, viste le variazioni che omaggiano il genio francese poste lungo il lavoro, episodi in cui il trio (allargato) mostra le diverse sfaccettature del progetto. Un’opera multiforme, breve quanto intensa, straordinaria nell’entrare sottopelle, personale avamposto avanguardistico realmente progressivo nella sostanza e nelle idee compositive. (Luigi Cattaneo)


mercoledì 11 gennaio 2023

STERBUS, Solar barbecue (2022)

 

Ci ha abituati a improvvisi cambi di rotta Emanuele Sterbini, in arte Sterbus, dopo gli esordi alternative, i passaggi crossover e prog dell’ispirato Real Estate/Fake Inverno e le influenze folk di Let your garden sleep in, ora è la volta di Solar barbecue, un ep prevalentemente strumentale dove il progressive diviene elemento molto più marcato rispetto al passato, seppure, è bene dirlo, non ci troviamo dinnanzi ad un disco sinfonico, quanto più ad un lavoro dinamico e vivace, ennesima evoluzione della musica di Sterbini, che da l’impressione di essersi molto divertito nell’assemblare questa sua ultima fatica, omaggio a questi anni spesi nell’underground. Non manca qualche riferimento a Zappa e Tim Smith, ma anche al jazz e all’hard, che fanno di Solar barbecue un’antologia mutevole e multiforme, ricchissima di sovraincisioni ed elaborata secondo criteri ben precisi (basti ascoltare Back to black delivery, con i fiati e l’organo a tracciare trame R.I.O.). Per non farsi mancare nulla Emanuele in Ruben, Raja, Lieve, Nike si abbandona ad un soggetto vicino al Breznev Fun Club di Rocco Lomonaco, mentre proprio Frank Zappa viene citato in Big Daisy. C’è anche qualche inedito, la brevissima Billa (per flauto e clavicembalo), introduzione sofisticata che innesca The great wallop dollop, decisamente più carica di vibrazioni rock. (Luigi Cattaneo)

The great wallop dollop (Video)



lunedì 9 gennaio 2023

SAINTS TRADE, The Golden Cage (2022)

 

Bel ritorno per i Saints Trade, al terzo disco con Art of Melodic Music, un connubio che è sinonimo di garanzia, visti i risultati complessivi ottenuti dalla band formata da Santi Libra (voce), Claus (chitarra) e Andrea Sangermano (basso), a cui va aggiunto Paolo Caridi alla batteria. I bolognesi continuano a proporre con questo The golden cage un hard rock/AOR verace, energico e melodico, ma c’è stato un passo avanti nella già buona fase di scrittura, con pezzi che coinvolgono sin dal primo ascolto, lasciando la voglia di riassaporare le trame dell’album, passaggio dopo passaggio. È innegabile che brani come la tirata Break the chain, l’ottima Once and for all (dove troviamo Roberto Priori, chitarrista dei Danger Zone), la brillante Mirror of myself, o la ottantiana Casino Royale, siano esempi della qualità media del prodotto, sempre gradevole e costruito per piacere a quanti hanno nel cuore band come Motley Crue, Scorpions e White Lion. (Luigi Cattaneo)

Casino Royale (Official Video)



sabato 7 gennaio 2023

THE STEEL BONES, First step (2022)

 

First step è il simbolo di ciò che la musica rappresenta per noi, è la voglia di imparare, di rimettersi in gioco, è la fame di nuovi obiettivi. Dopo anni di gavetta, esperienze e collaborazioni non ci siamo fermati a pensare dove siamo arrivati ma solo quale sarà il primo passo del nuovo percorso. Con queste poche e semplici parole si presentano i The Steel Bones, quintetto fresco di pubblicazione di First step, edito da Red Cat Records e autori di un rock vibrante e vicino a Lynyrd Skynyrd, Free e Blackberry Smoke. Nati da un’idea di Carlo Lantieri (chitarra, banjo, mandolino, armonica, voce) e Ivan Battistella (voce, chitarra, armonica), la band si completa con l’arrivo del solido Simone Gagliardi (batteria), di Maurizio Leone (basso) ed Erik Porfiri (altro chitarrista), che consolidano i modelli di riferimento in un primo passo gradevolissimo e perfetto per chi ama certi mostri sacri dell’american music. Si dipanano nei 35 minuti del lavoro brani come la vivace Better, la sognante Scars remain, la magistrale Good to be alive e la variopinta Hunter of tears, episodi cardine di un esordio palpitante e carico di umori southern. (Luigi Cattaneo)

Hard bones (Video)



giovedì 5 gennaio 2023

I MAIALI, cenere/CENERE (2022)

 

Tornano I Maiali, oscuro act di cui avevamo parlato ai tempi dell’esordio Cvlto, uscito per Overdub Recordings nel 2019, un’accoppiata che trova conferma anche nel recente cenere/CENERE, del 2022. Il sound del nuovo disco è ancora più grezzo e aggressivo, sfocia nel noise partendo da un post hardcore maligno e luciferino, tanto da lambire il black metal in alcune soluzioni, che pulsano di estremismo senza compromessi. Brani come Sculture da autopsia, Parassita o Assalto cannibale sono un boato nero, episodi infernali che si muovono dissonanti e furiosi, esprimendo in note un totale malessere ma anche una certa consapevolezza di dove si guarda e cosa si vuole esprimere. cenere/CENERE è un cupo racconto intriso di malvagità, costruito da schegge sonore colonna sonora di un viaggio nell’orrore. (Luigi Cattaneo)

L'orrore (Video)



lunedì 2 gennaio 2023

ITDJ, De Mon Demon (2022)

 

Progetto che nasce dall’incontro tra Tommaso Sampaolesi (voce, testi e musica, già conosciuto per i due dischi a nome Il Tipo di Jesi) e lo studio di produzione e registrazione Peyote Vibes di Riccardo Franconi (musica e synth) e Nicola Amici (entrambi militano nei Barabba), un’idea nata nel 2021 sull’onda di alcuni brani elettronici composti da Franconi e che ha visto la definitiva luce ad inizio 2022. De Mon Demon è un lavoro diviso tra inquieta elettronica, oscuro spoken, hip hop e dark, un album intenso, diretto, in cui l’autore ha voluto dare libero sfogo a pensieri e veleni quotidiani, influenzato da Beastie Boys e Danny Brown, nonché accostabile in parte anche da quanto espresso ultimamente da Arsen Palestini, Los Talker e dai citati Barabba. Le sferraglianti Sparo a zero e Demone, ma anche Come ti ricordi e Tutti contro tutti, che vedono la partecipazione di Matteo Boso Bosi alla voce, segnano un lavoro introspettivo e dalle atmosfere cupe. (Luigi Cattaneo)

Giù! (Video)



domenica 1 gennaio 2023

OLOGRAM, La nebbia (2022)

 

Dietro il progetto Ologram si cela Dario Giannì, bassista che abbiamo conosciuto per i suoi lavori con gli Anèma (nonché fondatore degli Ydra), qui autore di un concept suggestivo e intrigante. Oltre al basso Giannì sviluppa un suono marcatamente progressivo attraverso l’uso delle tastiere, facendosi coadiuvare nei vari episodi da diversi musicisti e cantanti, tutti bravissimi nell’assecondare la fantasia del siciliano. Dopo un intro strumentale la title track ha un attacco hard prog, salvo poi sfociare in un più classico brano progressivo, capace di unire pulsioni settantiane e anima anni ’80, quella di Marillion e Pendragon, anche grazie al moog di Roberto Giannì e alla presenza di Matteo Blundo (diviso tra viola e violino in diversi momenti del disco). Vetro di rame segue ottimamente lo spartito, Mediterraneo trasporta lontano grazie alla capacità di narrare, una forma canzone immaginifica e progressiva che anticipa Strane voci, più dura e aggressiva. Straniero ricalca lo stile della P.F.M., Una rotta verso est è l’apice del disco per intensità ed emozione, mentre Il ritorno è lo strumentale che chiude l’album, una sorta di outro perfetta per tirare le somme di un esordio curato e raffinato. (Luigi Cattaneo)

La nebbia (Video)