Giungono al terzo album
dopo dodici anni di assenza i veronesi Logos, band nata nel lontano 1996 come
cover band dei grandi classici del progressive e conosciuta dagli appassionati
per due interessanti lavori (Logos del
1999 e Àsrava del 2001). Sono ancora
della partita due membri fondatori come Luca Zerman (tastiere e voce) e Massimo
Maoli (chitarra) a cui si affiancano per questo come back Fabio Gaspari
(batteria e basso) e Claudio Antolini (tastiere). La band aveva già dato segnali
di ripresa qualche anno fa aprendo i live di Biglietto per l’inferno.Folk e The
Watch e il nuovo L’enigma della Vita,
registrato tra il 2006 e il 2012, è segno tangibile di come il gruppo abbia
ancora tanto da dire. Particolari novità in termini di suono non sono presenti
e l’album si riallaccia alla grande tradizione sinfonica di Banco del Mutuo
Soccorso, Le Orme ma anche Castello di Atlante e Consorzio Acqua Potabile, il
tutto suonato e interpretato con pathos e vigore. Antifona è il classico intro strumentale apripista che ci conduce
alla validissima Venivo da un lungo sonno,
traccia evocativa con attacchi di mellotron e un bel gioco di squadra tra Maoli
e lo special guest Simone Bistaffa, un interplay tra chitarristi dotati di
sensibilità e tecnica. Grande interesse suscitano le parti ritmiche di Gaspari,
la buona prova di Zerman alla voce e un testo curato e affascinante, componente
quest’ultima che ritroviamo un po’ in tutto l’album a dire il vero. In Fuga è quanto di più vintage prog si
possa desiderare. Notevoli cambi di tempo, tastiere a profusione, melodia
finissima, tocchi psichedelici che completano il quadro. Alla fine dell’ultimo capitolo, pur toccando i quasi 10 minuti di
durata, risulta fresca e scorrevole, con la piacevole apparizione di Alessandro
Perbellini alla batteria e un lavoro d’equipe raffinato e suadente. Qualche
suggestione crimsoniana è ascoltabile nella strumentale e notevole N.A.S., prima della title track sospinta
da qualche reminiscenza hard prog. In
Principio lascia aperti momenti di riflessione attraverso spunti melodici
di grande impatto, complice anche Simone Chiampan alla batteria, mentre Completamente estranei fonde Genesis e
Yes con frangenti solidi e viscerali. In
quale luogo si fermo il mio tempo introduce al pianoforte Pioggia in campagna, malinconica song
molto settantiana. Gianbattista Bodei è la voce narrante che chiude l’album con
Il rumore dell’aria e noi non
possiamo fare altro che celebrare il ritorno dei Logos e attendere qualche
nuova uscita live del complesso, per tastare dal vivo un disco che può
diventare un piccolo classico del progressive italiano odierno. (Luigi
Cattaneo)
Qui di seguito il link dove ascoltare per intero L'enigma della Vita