martedì 25 aprile 2023

STICK MEN, Tentacles (2022)

 


Ep di 30 minuti per la band guidata da Tony Levin (Chapman Stick, Touch guitars, Vocoder) insieme a Pat Mastelotto (batteria acustica ed elettronica, percussioni) e Markus Reuter (Touch guitars, soundscapes), un lavoro di inediti come non si sentiva da ben sei anni (ci sono stati in mezzo alcuni live album). Ci troviamo dinnanzi al solito crossover di elementi, un progressive sfaccettato e ricchissimo di groove, energico e suonato divinamente da un trio di fuoriclasse dello strumento, che in tanti anni di carriera non ha mai smesso di sperimentare divertendosi. Fantasia al potere, in composizioni intricate di ottima fattura, dove gli steccati non ci sono (Tentacles, Ringtone) ma non si perde il gusto melodico e la fluidità d’esecuzione (Company of ghosts, Danger in the workplace), merito soprattutto dell’attenzione posta dalla band nel creare un collage di suoni che non diventi parossismo a sé stante quanto più esempio di come comunicabilità e ricerca possano coesistere (Satieday night). In attesa di un nuovo full, Tentacles è un ep che non deve mancare a quanti amano le varie incarnazioni del progetto Stick Men. (Luigi Cattaneo)  

sabato 22 aprile 2023

MONOSCOPES, Painkillers and wine (2022)

Uscito a inizio 2022, Painkillers and wine è il primo lavoro dei Monoscopes, un viaggio nelle varie forme della percezione del dolore a cui fa capo Paolo Mioni (chitarra, piano, tastiere, organo, voce), già con Jennifer Gentle e Nicotine Alley. Il progetto Monoscopes parte da lontano, dal 2015, e dalla voglia di Mioni di concentrarsi su un sound che unisse psichedelia, alternative folk e indie, elementi che si sono legati tra loro anche grazie a Francesco Pagliarin (basso, chitarra), Francesco Sicchieri (batteria), Massimo Busato (basso, chitarra), Lorenzo Maritan (batteria) e Marco Degli Esposti (chitarra, tastiere), importanti per sviluppare il sound definitivo di questo valido debutto. Il retrogusto di Americana che scandisce l’album è avvertibile sia nei momenti più scarni (The hospital room, Waiting for the morning light) che in quelli maggiormente costruiti (Standing by the light, What it takes) e i riferimenti a Big Star, Spiritualized e Velvet Underground trovano conferma nell’attitudine complessiva del disco, un pop venato di dark dall’atmosfera cupa e malinconica a cui vanno aggiunte postille psych e frangenti r’n’r per un risultato finale molto gradevole. (Luigi Cattaneo)

I should have know (Video)



martedì 18 aprile 2023

TIDAL FRAME, Tidal frame (2023)

 

Esordio per i Tidal Frame (Matteo Felicioni voce e chitarra, Alfredo Di Francescantonio al basso, Riccardo Maiorani alla chitarra e Pier Giorgio Bragaglia alla batteria), band dal suono internazionale e moderno piuttosto catchy e capace di catturare sin dai primi ascolti grazie a melodie di facile presa e chorus immediati. Non ci sono particolari cali negli otto episodi di questo debutto, ben sviluppato anche a livello testuale (eutanasia, dipendenze, violenza sulle donne, tra i temi esposti) dai teramani, che paiono avere affinità con band come Placebo, Muse e Dead Letter Circus. L’energica Waiting for nothing, l’aggressiva Healing waters e l’elegante Elodie’s ether sono solo alcuni momenti di un lavoro che punta su impatto e compattezza, riuscendo nell’intento di proporre qualcosa di coinvolgente e che lascia presagire la possibilità di avere ulteriori sviluppi nel sound del quartetto. (Luigi Cattaneo)

Alice (Video)



domenica 16 aprile 2023

VODA, Endorphinum Aquatum (2022)

 


Terzo album in studio per i polacchi Voda (a cui va aggiunto il live Parallaxis, tutti recensiti qui sul blog), trio formato da Radek Kopeć (chitarra, voce, mellotron, piano, sax), Michal Marzec (basso, tastiere, percussioni) e Janek Rusin (batteria, percussioni), sempre in bilico tra rock classico, blues e progressive. La qualità media delle uscite della band è sempre stata piuttosto alta, non fa eccezione il nuovo Endorphinum Aquatum, che ha portato a date live in Belgio, Francia, Inghilterra (purtroppo nessuna qui in Italia). Un album, quello da poco pubblicato, che non disdegna un approccio più fruibile, pregno di groove, melodie ed elementi funky, una libertà compositiva che ha sempre contraddistinto il songwriting dei polacchi. Ne sono prova brani di sicura presa come Rats!, Leaf clover o The clue, episodi che uniscono carica r’n’r e raffinatezza compositiva, frutto di una maggiore consapevolezza espressiva e forse di una maturità ancora più accentuata rispetto al passato. Band da scoprire anche alle nostre latitudini, partendo magari proprio da questo Endorphinum Aquatum. (Luigi Cattaneo)


giovedì 13 aprile 2023

SIRBONE AND THE MOUNTAIN SAILORS, Wicked games (2022)

 

Dietro il monicker SirBone and the Mountain Sailors si cela Stefano Raggi (voce, dobro, chitarra, mandolino), autore di questo notevole Wicked games, esordio registrato insieme a Gianmaria Pepi (batteria, percussioni), Davide Onida (basso), Roberto Zisa (chitarra) e Andrea Ferazzi (chitarra), più una serie di ospiti che hanno impreziosito ulteriormente lo spartito. Ballate folk ora più delicate ora più elettriche ma sempre colme di grazia si alternano in un inno alla natura e ai boschi, che trova consacrazione in episodi semplicemente splendidi come A tangle of thornes e Postcard from the northern woods (qui troviamo Fabio Ferraboschi all’acustica e Umberto Poli all’ukulele, al bouzuki e al banjo). Gli echi blues di The naive song (con Ferraboschi ottimo alla Telecaster), quelli West Coast della gradevole Shadow man (pregevole l’interplay tra Ferazzi e Ferraboschi), gli splendidi spunti fiatistici in Joe and Valerie-Jane e Confession of a bastard ad opera di Diego Coletti (tromba) e Luca Garino (trombone) e la tenue Your lullaby completano un’opera prima ragguardevole. (Luigi Cattaneo)

A tangle of thornes (Video)



mercoledì 12 aprile 2023

RETURNED TO THE EARTH, Fall of the watcher (2022)

 

Quarto album per i Returned to the Earth, gruppo formato da Robin Peachey (voce, chitarra, tastiere), Paul Johnston (batteria, chitarra, tastiere) e Steve Peachey (tastiere), ancora poco conosciuto qui in Italia ma davvero meritevole di essere apprezzato. Fall of the watcher prende le mosse dai Porcupine Tree degli anni ’90, dai Pineapple Thief (il lavoro è stato masterizzato tra l’altro da Steve Kitch della stessa band) e dagli Airbag, ma anche dai nostrani No Man e dagli Anathema più malinconici. Il risultato è a tratti stupefacente, tra melodie dolorose e atmosfere filmiche, fraseggi che collimano con stati umorali ombrosi e la dote non comune di saper emozionare con disarmante semplicità. Prog, psichedelia, pop sinfonico, un eccellente fusione di aspetti che spesso vengono solo accennati ma che abbagliano proprio per la delicata misura con cui posti, un’ipnosi che trova riscontro in brani come la title track o White room, in cui gli inglesi mostrano di avere una propria idea di progressive e di coltivarla con cura e dedizione. La capacità di sviluppare attorno alla forma canzone complesse costruzioni esecutive è pregio innato del trio, anche per via di un songwriting che punta molto al pathos, basti ascoltare Drowning e Sacrificed in vain, episodi suggestivi e di grande trasporto. La sontuosa Lack of information e la raffinata April sky chiudono uno dei dischi migliori che ho ascoltato negli ultimi mesi. (Luigi Cattaneo)

Fall of the watcher (Video)



venerdì 7 aprile 2023

TWENTY FOUR HOURS, Ladybirds (2022)

 

Settimo disco per gli ormai storici Twenty Four Hours, un album che presenta alcune significative novità, ossia il cantato in italiano (su 4 brani) e l’ingresso di Ruggero Condò (sax). Completano la formazione il nucleo storico, Antonio Paparelli (chitarra), Paolo Lippe (voce, tastiere, ukulele, elettronica) e Marco Lippe (batteria, percussioni, rototoms, voce), oltre che Paolo Sorcinelli (basso, chitarra) ed Elena Lippe (voce). Crevasses and puddles apre Ladybirds, conferma dell’innata dote della band di scrivere brani fluidi, ricchi di groove e azzeccate melodie. Emozionante e intensa Una perla vive nascosta tutta la vita, legata maggiormente al prog italiano, mentre Unexpected results è un’altra variazione sullo spartito del gruppo, che guarda all’Inghilterra con la propria personalità. La passione mai sopita per la new wave dà vita a Ghost pension, un brano sospinto dalle ritmiche che richiamano il periodo d’oro del genere e dalle oculate scelte tastieristiche, un interplay tanto semplice quanto perfetto che ci conduce alla maestosa Why should I care for strangers!, lirica e struggente traccia sviluppata nella sua lunghezza tra echi progressive e passaggi psichedelici, in cui gli interventi di Condò risultano sempre caldi e passionali. Alone di psichedelia che imbeve anche Permanent war, costruita con sapienza e un certo mestiere, prima della doppietta tutta italiana formata dalla gradevole Incantesimo K-44, e soprattutto da Eterno grembo che dona, un brano dove la forma canzone viene intrisa di psichedelia sino alla magnifica coda strumentale. Tenue la prima parte di Caroline, che lascia poi spazio al libero fluire della seconda, tra un sax fuori controllo, elettronica a corredo e voci stranianti, un’esplosione che ci riporta in maniera circolare ad un finale denso di melodia. Hypocrite and slacker god, in cui il violino di Francesco D’orazio incontra una struttura fortemente elettronica, è l’ideale chiusura di uno dei lavori migliori dei Twenty Four Hours. (Luigi Cattaneo)

Unexpected results (Video)



giovedì 6 aprile 2023

BATSALSA EXPERIENCE, Astrea (2022)

 


Dopo Speleopunk del 2019, ecco il nuovo arrivato in casa Batsalsa Experience, Astrea, lavoro pubblicato nel 2022 per Grandine Records. Giorgio Dondi (voce), Matteo Meli (basso), Luca Pisani (batteria) e Luca Grandi (synth) firmano una mezz’ora a dir poco devastante, una mazzata sia dal punto di vista sonoro che testuale, una veemenza di verbo che trova il giusto appiglio nelle strutture punk noise, hardcore e post punk del quartetto. Volutamente monotematico nella scelta del vestito, diretto e privo di fronzoli, si contraddistingue per brani come Aspettativa di vita e Spitrock Maddafakka, forse i due momenti più riusciti del lavoro, che nel complesso avrebbe forse beneficiato di una maggiore incisività dei synth, che quando più presenti creano un alone fosco e cupo piuttosto interessante. Per acquistare o ascoltare l’album potete visitare il seguente link https://grandinerecords.bandcamp.com/album/astrea (Luigi Cattaneo)

mercoledì 5 aprile 2023

REDEMMA, To keep the clouds company (2023)

 

Esordio per i RedEmma (Matteo Pontegavelli alla tromba, Giacomo Ganzerli alla batteria e Michele Paccagnella alla chitarra), trio jazz che arriva a questo debutto grazie ai contributi del progetto Sonda Music Sharing, del Centro Musica Modena e della Regione Emilia Romagna. To keep the clouds company si contraddistingue per un approccio libero fatto sia di ricerca espressiva che di sana improvvisazione, complice anche l’ottima tecnica di base dei musicisti impegnati nel progetto, a cui vanno aggiunti Marcello Alluli (sax) e Francesco Ponticelli (contrabbasso), ospiti in diversi episodi del lavoro. La personalità di Alluli emerge nell’immaginifica Back and forth, perfetto apripista per le seguenti Afro e Breathe, brani dove emergono influenze world e da soundtrack, che riportano alla mente le atmosfere di alcuni vecchi sceneggiati prodotti dalla Rai negli anni ’70. Alluli è ben presente anche nella fantasiosa Home e nella calda Blues, mentre la title track e Waterfalls sembrano guardare al mondo di Dave Douglas, trombettista americano tra i migliori degli ultimi decenni ed ex membro dei Masada (in compagnia di John Zorn). La gradevole 7 e la bonus track Arpeggi (in cui la ritmica si ispessisce grazie al contributo di Ponticelli) completano un’opera prima di grande valore. (Luigi Cattaneo)

To keep the clouds company (Video)



sabato 1 aprile 2023

ALESSIO SECONDINI MORELLI'S HYPER-URANIA, Alessio Secondini Morelli's Hyper-Urania (2022)

 

Torna a distanza di ben 5 anni Alessio Secondini Morelli (chitarrista di Anno Mundi e Freddy & The Kruegers), dopo un omonimo ep di sano heavy metal ottantiano e lo fa con un full che non si discosta di una virgola da quanto proposto nel 2017. Ispirato al decennio d’oro del genere, l’album è un tributo alla tradizione, quindi è facile scorgere l’influenza di Iron Maiden, Saxon, Queensryche e più in generale della NWOBHM, basti ascoltare brani ben costruiti e ispirati come Jericho trumpets, Lord of the flies o Suffering angel. Nel complesso ci troviamo dinnanzi ad un disco coinvolgente, fluido, fatto con passione e verve, anche per via del folto numero di musicisti coinvolti (davvero tanti per elencarli tutti), bravissimi nell’assecondare le idee di Alessio ma anche liberi di sviluppare una propria interpretazione delle parti proposte. Un trip vintage che ho trovato da subito molto gradevole, si coglie che lo spirito che anima il progetto è verace, denso e soprattutto onesto, qualità che imperversano in questa opera prima consigliata a tutti gli appassionati dell’hard & heavy classico. (Luigi Cattaneo)

Thunder baron (Video)