venerdì 26 dicembre 2014

DROPSHARD, Silk (2014)


Il ritorno dei Dropshard non tradisce le attese e glorifica ancor di più questo 2014 all’insegna delle tante e valide uscite progressive che si sono verificate. I giovani gruppi italiani non stanno a guardare e attingendo dall’ampio serbatoio che questo genere crossover per eccellenza ha in sé, sfornano dischi spesso di valore e ben suonati che avrebbero bisogno solo di una distribuzione ad ampio respiro (una probabile utopia…). Non fanno eccezione i brianzoli, che dopo il bel debut del 2011 tornano a muoversi su quella linea di demarcazione dove si incontrano l’art rock settantiano, il new prog, la psichedelia e il progressive metal (anche se in maniera minore). Questo succulento come back autoprodotto è la riprova di quanto appena detto. I Dropshard sono cresciuti ulteriormente, hanno imbracciato un suono ancor più al passo coi tempi senza rinnegare le profonde radici anni ‘70 e, cosa da non sottovalutare, hanno ancora margini di miglioramento. Nella musica del quintetto è possibile ritrovare Yes e Genesis, i Marillion post Fish, gli Spock’s Beard e i Porcupine Tree, in un percorso emozionale e d’impatto, dove la componente melodica e suggestiva delle composizioni non viene mai meno e sembra prevalere sull’aspetto meramente tecnico. Valerio De Vittorio (tastiere), Alex Stucchi (basso), Enrico Scanu (voce, chitarra e flauto), Tommaso Mangione (batteria) e Sebastiano Benatti (chitarra), firmano un opera seconda maggiormente a fuoco, ricca di coloriture e figlia di un lungimirante lavoro d’insieme. La triade iniziale formata da Insight, Eyes e Cell 342 è la sintesi del Dropshard pensiero: solidità ritmica, intarsi psichedelici, vibranti spunti chitarristici, le tastiere sullo sfondo che addobbano con passaggi caldi e suadenti. Memento è la straordinaria suite che chiude l’album, un piccolo gioiello piena di momenti suggestivi, sinfonici e ben calibrati. In mezzo brani comunque di buon livello come Perpetual Dream e soprattutto The Endless Road, altra long track in cui emerge la vena compositiva della band e qualche piccolo omaggio a Pain of Salvation e Riverside. Silk è la conferma del talento del gruppo che già era emerso con nitidezza in Anywhere but Home (recuperatelo!) e che consegna sul finire dell’anno uno dei progetti più interessanti del 2014. (Luigi Cattaneo)

Memento (Video)

         

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