lunedì 9 febbraio 2015

IL GIARDINO ONIRICO, Perigeo (2012)


La riscoperta di certe radici, di filosofie lontane decenni e di un gusto per l’universo settantiano ha contagiato oramai centinaia di giovani band che si abbeverano da quel remoto mondo e tentano in qualche modo di rivisitarlo con un ottica attuale e moderna. In Italia stiamo assistendo ad un proliferare di complessi, più o meno validi, che si riallacciano a quel periodo storico con risultati anche molto buoni. È il caso di questo esordio di Il Giardino Onirico (Marco Marini-voce narrante, Stefano Avigliana-chitarra, Emanuele Telli-tastiere, Dariush Hakim-tastiere, Ettore Mazzarini-basso e Massimo Moscatelli-batteria), gruppo che unisce il prog di 40 anni fa con quello hard dei modelli Dream Theater e Vanden Plas e spunti psichedelici piuttosto interessanti. Sotto una spessa coltre di cambi di tempo e fraseggi dilatati, il sestetto mostra di avere nel proprio dna qualità melodiche ben riconoscibili e che si sviluppano in modo piuttosto fluido in ognuno dei cinque lunghi pezzi qui presenti. L’iniziale B.S.D. è esemplificativa di quello che è lo stile dell’ensemble, con parti prog metal che vengono smussate dal fine lavoro della coppia Telli-Hakim e da elementi acustici che ampliano la gamma espressiva del brano. È tutto il disco a muoversi su queste coordinate, con frangenti ora più heavy, ora più sognanti e malinconici, ora più psichedelici ma sempre molto coinvolgenti e passionali. Difatti su una solida base ritmica si muove in modo opportuno ed efficace Avigliana e l’approccio hard prog si leviga di indovinate pulsioni space Porcupine Tree style, sempre molto calibrate all’interno dei singoli momenti, arrivando a creare dei piccoli gioielli di dinamismo e comunicatività. Disco avvincente e ad alto tasso emotivo. (Luigi Cattaneo)

Perigeo (Video)

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