Secondo lavoro dal
profilo e dal sound internazionale per gli Avvocati Del Diavolo (Larry alla
voce e alla chitarra, Riky alla batteria e Andrew al basso e alle tastiere), un
trio ligure che fa della dinamicità e del groove un marchio di fabbrica
imprescindibile. Una ricerca in tal senso che contraddistingue A dear diary (un concept che racconta
una storia tutta da leggere … ), un’opera del 2014 (il precedente NeoEvo era del 2009) che metteva in
risalto un suono decisamente adatto per i live ma che risulta abbastanza
interessante anche su disco, soprattutto per le discrete idee che la band ha
riversato lungo i 12 pezzi di questo come back. Le capacità di songwriting non
mancano (anche se forse sono ancora da affinare) e si palesano in alcuni brani
davvero coinvolgenti come l’opener The
good, the bad, the undead (che mi ha ricordato qualcosa degli Extrema di Tension at the seams) o la travolgente
carica di LumberJackass, ma anche in
quei momenti più stoner come After doomsday
o l’oscura A dead doesn’t die. Giusto per citare qualche similitudine con
altri act, si potrebbero nominare i Queens of the stone age e i Karma to burn
ma anche i Black Sabbath e i Kyuss, con un certo ed evidente amore per riff
distorti e ritmiche solide. Substrato hard che si appoggia su soluzioni
melodiche non lineari o di semplice accesso, con la band che ama spingere il
piede sull’acceleratore per districarsi in un contesto aggressivo e potente ma
per nulla nichilista, con le piccole influenze che zampillano amalgamandosi tra
loro lungo il fitto tragitto, condensando furia e chorus aperti al limite del
grunge. Sospinti spesso da un’anima dark, evidenziano l’attenzione per il sound
a stelle e strisce e un buon esempio sono tracce come Nails, bagnata di crossover e alternative rock, lo stoner
malinconico di Lullaby e l’immediata
forza di Frank-Einstein. Piacevoli
anche gli sviluppi di Straightjacket e
l’articolata A definite excuse,
mentre più veemente è l’approccio di Fireflies
e Ver sacrum, irruente ma sempre
ben definita e incastonata in zampilli melodici. A dear diary è un album gradevole, che conferma come la band abbia
un ottimo potenziale che deve probabilmente ancora essere espresso del tutto e
che può evitare in futuro cali di pathos che si avvertono durante l’ascolto del
disco.
Per acquistare l’album è possibile visitare la pagina https://itunes.apple.com/it/album/a-dear-diary/id866620705 (Luigi Cattaneo)
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