Bel ritorno per Marco
Ragni, autore che avevamo già apprezzato con il precedente doppio album Mother from the sun e che qui dimostra
di aver fatto un ulteriore passo avanti verso la propria maturità artistica. Land of the blue echoes è un lungo
viaggio tra psichedelia, prog e folk, con Ragni coadiuvato da una serie di
ottimi musicisti che danno vita concreta ai suoi pensieri e alle sue mille
idee. C’è molta libertà nella musica di Marco, influenzato dai grandi del
passato e da quel sound a cavallo tra fine ’60 e inizio ’70 e che reinterpreta
con gusto e ispirazione, senza cercare soluzioni particolarmente originali ma
certamente efficaci. Niente nostalgia, sia chiaro, ma i riferimenti (Pink Floyd
su tutti) si sentono eccome e Ragni non fa nulla per nasconderli. La classicità
della proposta non fa però a pugni con la data di pubblicazione e l’amore per
il vintage ben si sposa con le correnti psichedeliche contemporanee, in un
tripudio di passaggi strumentali evocativi e atmosfere folk rock. Il lavoro
(pubblicato ancora dall’americana Melodic Revolution Records) è sicuramente
ambizioso, con le due long track (Horizons
e la suite Nucleus) su tutte,
esempio di come si possa coniugare sforzo compositivo e una certa cura per
dinamiche non convenzionali senza dimenticare di essere ampiamente
comunicativi. Nella line up vivono di luce propria interpreti come Durga
McBroom (corista per Pink Floyd e David Gilmour), Peter Matuchniak (chitarra),
Jeff Mack (Scarlet Hollow) al basso, Jacopo Ghirardini (Stalag 17) alla
batteria, Fernando Perdomo alla chitarra nella trascinante Money doesn’t think, Colin Tench (Corvus Stone) alla chitarra nella
strumentale Between moon and earth,
Vance Gloster (Gekko Project) alle tastiere e all’organo Hammond e Hamlet
(Transport Aerian) al basso nell’ipnotica chiusura di Queen of blue fires. Ragni è bravo nel divincolarsi tra parti
cantate, chitarra, tastiere, basso e bouzouki, mostrandosi compositore attento
ed estremamente prolifico. Grateful Dead, Ozric Tentacles, Pink Floyd e i
Porcupine Tree di The sky moves sideways e
Signify colorano la neopsichedelia
del veneto e segnano un album molto interessante e dal respiro internazionale.
(Luigi Cattaneo)
Per ascoltare o acquistare il disco potete visitare la pagina https://marcoragni.bandcamp.com/album/land-of-blue-echoes
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