martedì 17 maggio 2016

MARCO RAGNI, Land of blue echoes (2016)


Bel ritorno per Marco Ragni, autore che avevamo già apprezzato con il precedente doppio album Mother from the sun e che qui dimostra di aver fatto un ulteriore passo avanti verso la propria maturità artistica. Land of the blue echoes è un lungo viaggio tra psichedelia, prog e folk, con Ragni coadiuvato da una serie di ottimi musicisti che danno vita concreta ai suoi pensieri e alle sue mille idee. C’è molta libertà nella musica di Marco, influenzato dai grandi del passato e da quel sound a cavallo tra fine ’60 e inizio ’70 e che reinterpreta con gusto e ispirazione, senza cercare soluzioni particolarmente originali ma certamente efficaci. Niente nostalgia, sia chiaro, ma i riferimenti (Pink Floyd su tutti) si sentono eccome e Ragni non fa nulla per nasconderli. La classicità della proposta non fa però a pugni con la data di pubblicazione e l’amore per il vintage ben si sposa con le correnti psichedeliche contemporanee, in un tripudio di passaggi strumentali evocativi e atmosfere folk rock. Il lavoro (pubblicato ancora dall’americana Melodic Revolution Records) è sicuramente ambizioso, con le due long track (Horizons e la suite Nucleus) su tutte, esempio di come si possa coniugare sforzo compositivo e una certa cura per dinamiche non convenzionali senza dimenticare di essere ampiamente comunicativi. Nella line up vivono di luce propria interpreti come Durga McBroom (corista per Pink Floyd e David Gilmour), Peter Matuchniak (chitarra), Jeff Mack (Scarlet Hollow) al basso, Jacopo Ghirardini (Stalag 17) alla batteria, Fernando Perdomo alla chitarra nella trascinante Money doesn’t think, Colin Tench (Corvus Stone) alla chitarra nella strumentale Between moon and earth, Vance Gloster (Gekko Project) alle tastiere e all’organo Hammond e Hamlet (Transport Aerian) al basso nell’ipnotica chiusura di Queen of blue fires. Ragni è bravo nel divincolarsi tra parti cantate, chitarra, tastiere, basso e bouzouki, mostrandosi compositore attento ed estremamente prolifico. Grateful Dead, Ozric Tentacles, Pink Floyd e i Porcupine Tree di The sky moves sideways e Signify colorano la neopsichedelia del veneto e segnano un album molto interessante e dal respiro internazionale. (Luigi Cattaneo)
Per ascoltare o acquistare il disco potete visitare la pagina  https://marcoragni.bandcamp.com/album/land-of-blue-echoes  

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