Il progetto Le Moire
(nome che si riferisce alla mitologia greca) nasce nel 2007 grazie ad Andrea
Invernizzi (chitarra), Stefano Invernizzi (basso e voce) e Carlo Castoldi
(batteria) e dopo due dischi (l’omonimo del 2008 e Il giardino degli atomi del 2014) e un ep (Plastic ep del 2013) è la volta di Postflamenco, album che per durata (24 minuti) assomiglia più ad un
ep che ad un full lenght vero e proprio. Il trio di Pavia appare davvero in
buona forma negli otto brani di questo come back, pezzi dinamici, aggressivi,
con pochi fronzoli, ritmiche consistenti e testi interessanti. Forti di una
regolare attività live, i Le Moire puntano su impatto e distorsioni energiche,
in un interplay costante tra i riff di Andrea, la potenza di Stefano
(convincente anche come vocalist) e la solidità di Castoldi. Aspetti melodici e
ruvidi coesistono già dai primi minuti strumentali di Rielaborazione dell’io e Simulazione
della personalità, percussioni e sfumature grunge che si inseguono e ci indirizzano
verso Un inspiegabile fraintendimento,
traccia tirata e segnata da buoni stop & go. Più melodico l’arpeggio che
sostiene l’intensa Dimostrami di esistere
e sulla stessa lunghezza si muove la piacevole Uno spazio condiviso, mentre ha un discreto lavoro ritmico Balleremo distratti. Toni da ballata
segnano la nostalgica Via dei mercati,
prima della sentita chiusura di Lettere
dal deserto che conferma come la band abbia tutto per farsi maggiormente
notare nel fitto panorama indie italiano. (Luigi Cattaneo)
Un inspiegabile fraintendimento (Video)
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