martedì 26 aprile 2022

ENZO FAVATA, The crossing (2021)

The crossing, oltre al titolo dell’album, è anche il nome della band che avevo in mente di costruire da molto tempo. Per scrivere e creare la musica anche con l’elettronica, avevo bisogno di trovare dei jazzisti che avessero un nuovo modo di porsi nel trattare i materiali musicali, che fossero liberi, padroni del jazz e di altri linguaggi. L’equilibrio ed il grande interplay che si è creato dopo varie tournèe con Rosa Brunello (basso e contrabbasso), Marco Frattini (batteria acustica ed elettronica) e Pasquale Mirra (vibrafono, midi marimba, Fender Rhodes, elettronica), è quello di una vera e propria band e lo si sente sul palco, con passione, affiatamento e il grande virtuosismo dei musicisti coinvolti. Enzo Favata, da 30 anni sulla scena jazz internazionale, racconta così il nuovo disco, che parte fortissimo con un grande omaggio a Ian Carr e ai suoi Nucleus, difatti Roots si muove agile tra jazz rock e prog, richiamando lo spirito e l’aurea dei primi settanta, con parti orchestrali affascinanti e il variopinto suono del theremin che incontrano gli interventi di Marcello Peghin alla chitarra, ospite preciso e puntuale con le sue pennellate. Proprio quest’ultimo firma, insieme a Favata, Turn, brano dove il sax soprano è protagonista e viene puntellato da momenti elettronici sempre calibrati, prima della suggestiva Salt way e del classico di Charlie Haden For Turyia, arricchita dall’ipnotico violoncello di Salvatore Maiore e da un’interpretazione che non disdegna uso di synth e live elettronics. I 12 minuti di Oasis, tra world, psichedelia e progressive, chiudono splendidamente uno dei migliori lavori del musicista sardo. (Luigi Cattaneo)

Salt way (Video)





 

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