Ci eravamo già occupati di
Simone Giorgini (tastierista dei Darkend) ai tempi dell’uscita del precedente Sons
of the mountain’s witch ed è un piacere constatare come il singolare
progetto denominato Nightbreeder, figlio dell’amore del musicista per le
colonne sonore, arrivi al secondo capitolo mostrando probabilmente ancora più
idee rispetto al già riuscito esordio. La casa dalle cinque punte è un
lavoro caratterizzato da spunti fortemente classici (oltre a Giorgini, che
suona un gran numero di strumenti a tastiera, abbonda l’uso di quelli ad arco),
oscuri e orrorifici, tra trame che non disdegnano un approccio progressive e
sentori ambient molto raffinati. Visioni care a Danny Elfman e Hans Zimmer, ma
anche ai nostrani Goblin, spunti sinfonici che paiono omaggiare Tchaikovsky e Schubert,
il tutto sviluppato attorno alla saga, creata da Giorgini stesso, The
mysteries of Gordon Pym Island, che fa da sfondo ai tratti epici e filmici realizzati
con una cura a dir poco maniacale. La complessità strutturale dell’opera e la sua
lunghezza (quasi 70 minuti) non permettono ascolti distratti, ogni passaggio va
assorbito con dedizione estrema, proprio perché la narrazione posta in atto da
Simone è volutamente laboriosa, con un organico estremamente ricco, che risulta
fondamentale per la riuscita della corale opera. Nota a margine, curiosa ma
anche inquietante, la casa che viene citata nel titolo del disco esiste
davvero, si trova a Campagnola Emilia e la leggenda vuole che sia infestata
dopo la morte per annegamento della bimba piccola che l’abitava insieme alla
famiglia … (Luigi Cattaneo)
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