Parlare dei Sursumcorda (nome che arriva da un detto popolare che
significa su con la vita, che a sua volta proviene da una parola latina
traducibile con in alto i cuori) cercando di tenere a distanza le emozioni che
mi suscitano è impresa ardua. Tentando di avere un certo distacco critico
continuo a pensare già dal precedente La porta dietro la cascata come
questo gruppo, attivo anche e soprattutto nel settore delle colonne sonore,
che ha vinto tanti premi in Italia non abbia ancora raggiunto il giusto
status, se non tra gli addetti ai lavori. Solito problema italico, dirà
qualcuno di voi, dove in classifica si trovano personaggi che di musicale han
ben poco. Lungi da me voler proporre i Sursumcorda al prossimo Sanremo (che poi
perché non sdoganare musica strumentale anche nella città dei fiori?) ma questa
è una band che ha uno stato qualitativo davvero sopra la media. In questo nuovo
Musica d’acqua trovano spazio le musiche che hanno caratterizzato Francesco
e Bjorn di Fausto Caviglia, un documentario sul rapporto tra un autistico e
il suo educatore che ha vinto ben 9 premi nel 2012 (fa rabbia pensare che
robetta come Amici abbia tutto il risalto del caso), Amir, un
film di Jerry D’Avino e le musiche di un laboratorio creativo (www.raccortisociali.it). Ma sotto quale etichetta si possono
piazzare i Sursumcorda? Non è semplice dirlo. Si potrebbe parlare di un folk
sui generis con contaminazioni etniche e spinte orchestrali, anche per via dei
tanti strumenti utilizzati dai milanesi (salterio, kalimba, sansula, xilofono,
dulcimer, benjo, kora, viella, guzheng e una serie di strumenti acustici, a
corda e ad arco), ma la loro particolarità è sicuramente l’elemento più curioso
e interessante che balza all’orecchio. Un’atmosfera intima e sognante
fortemente espressiva che si snoda attraverso 11 brevi tracce strumentali che
andrebbero correlate alle immagini per via di quella potenza visionaria
intrinseca e che viene fuori comunque con inaudito fervore. Pur se il disco
vive di progetti diversi tra loro i Sursumcorda mantengono ispirazione e
suggestione, riuscendo a essere raffinati e originali pur senza perdere di
vista la comunicabilità della propria arte, in un equilibrio solido e
consistente. Folk che vaga tra radici mediterranee ma cerca sviluppi
sudamericani e tocchi balcanici, in un susseguirsi di chicche in cui si nota la
classe dei musicisti coinvolti, tra cui spiccano i due chitarristi Giampiero
Sanzari e Piero Bruni (che suonano diversi strumenti), Simone Rossetti Bazzaro
al violino (ma anche alla viola e alla viola d’amore) e gli inserimenti del
pianoforte di Giulio Pomponi e della tromba di Raffaele Kohler. Ma tutti i
presenti hanno spiccate qualità a conferma di una realtà italiana poco conosciuta
ma piena di talento. (Luigi Cattaneo)
Entropia (Video)
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