La Fading Records, pur se etichetta ancora
giovane e da poco in pista, dimostra di avere ad ogni uscita le carte in regola
per stabilizzarsi con decisione all’interno del sempre più popolato progressive
italiano e non solo. D’altronde essere una costola della già affermata Altrock
vorrà pur dire qualcosa. Quindi dopo band celebrate per esordi di spessore come
Sanhedrin, Ciccada o Ske (giusto per citarne qualcuna) il catalogo si arricchisce
con questi Camelias Garden, segno di un sottosuolo sempre più vivo e fervido di
immaginazione. La stessa che utilizzano i romani per l’esordio You Have a Chance, in cui si ritrovano
le sensazioni già vissute per gruppi storici del prog come gli Acqua Fragile e
i Camel o altri più attuali come La Maschera di Cera, gli Hostsonaten e il
progetto Cavalli Cocchi-Lanzetti-Roversi. La band, nata da un’idea del
polistrumentista Valerio Smordoni, si è ampliata e ha di conseguenza incluso diverse
influenze che sono vive, presenti, ma che non diventano preponderanti l’una
sull’altra. Folk progressivo pieno di grazia e sensibilità che davvero non fa
pensare ad un gruppo di esordienti, vista la maturità con cui è stato inciso.
Appaiono pregevoli il lavoro di Manolo D’Antonio, che con la sua chitarra acustica
tratteggia buona parte delle tracce e quello di Smordoni, che con le sue
tastiere vira in territori vintage, in special modo quando utilizza il
Minimoog, come nella parte strumentale di The
Remark, un omaggio alla P.F.M. e al suono d’annata di Flavio Premoli.
Smordoni, factotum della band, oltre a essere un abile strumentista, si
dimostra un cantante dotato di espressività e la sua voce si sposa più che bene
con il clima che si respira lungo tutto il platter e inoltre i toni acustici
che popolano il disco sembrano pensati apposta per la sua ugola. Basti
ascoltare la delicata melodia di Knight’s
Vow o la trascinante Mellow Days,
bellissimo esempio di come si possa essere vintage pur mantenendo una certa
freschezza, merito anche di capacità compositive indubbiamente di buonissimo
livello. Tutto l’album è arrangiato in maniera accorta, studiate nei minimi
dettagli appaiono le armonizzazioni vocali compiute dal gruppo e si denota una
voglia di rimanere aggrappati al progressive senza forzare la mano verso suite
e canoni prestabiliti, prediligendo un approccio più semplice ed immediato alla
materia. You have a chance è un disco
che non presenta novità stilistiche ma risulta comunque ricco di atmosfere
sognanti, di brani dal sapore delicato e realmente intensi. Piccolo gioiellino. (Luigi Cattaneo)
Knight's Vow (Video)
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