Esordio per i veronesi
Fatal Destiny, giovane band che con questo Palindromia
(uscito per la sempre più attiva Andromeda Relix) firma un debut che per
sonorità e atmosfere ricorda i primi passi di Dream Theater, Queensryche e
nostrani Eldritch. Progressive metal potente ma strutturato in modo da
privilegiare la forma canzone attraverso un’innata capacità di donare melodie e
chorus immediati. Palindromia è
quindi un disco obbligatorio per chi è cresciuto con un certo tipo di
hard&heavy e la band mi è apparsa da subito più rodata rispetto alla poca
esperienza sin qui maturata, sia per quanto riguarda il songwriting, sia per
gli intrecci strumentali, soprattutto nelle dinamiche tra Riccardo Castelletti
(chitarra) e lo special guest Alessandro Bertoni (tastiere), che per ritmiche
decisamente robuste firmate da Nicolò Dalla Valentina (batteria) e Filippo
Zamboni (basso). Buona anche la prova di Andrea Zamboni (voce), a proprio agio in
special modo nei registri alti ed emozionale al punto giusto. Dopo una breve
introduzione parte l’attacco di Beyond
dreams, ben impostata sui riff di Castelletti e i tappeti esemplari di
Bertoni, per poi proseguire con Leave me
here, trama sofisticata e brezza melodica su cui si inerpica il canto di
Zamboni. Segue il crescendo memorabile di The
gate of time, un hard prog articolato e coinvolgente e Feel alone, pezzo che mostra diverse anime della musica dei Fatal
Destiny. Si punta forte sull’aspetto melodico con Dear Amy, fresca e con una costruzione più lineare, prima del
finale di Human factory, tipicamente
progressiva e ancora convincente nel risultato finale. I 35 minuti di
Palindromia sono indubbiamente un buon inizio per una band che ha margini di
miglioramento e tutte le possibilità per crescere e maturare con la dovuta
calma, le doti ci sono tutte e il lavoro appena pubblicato è una validissima
testimonianza delle loro capacità artistiche. (Luigi Cattaneo)
Beyond dreams (Video)
Nessun commento:
Posta un commento