sabato 12 marzo 2016

FATAL DESTINY, Palindromia (2016)


Esordio per i veronesi Fatal Destiny, giovane band che con questo Palindromia (uscito per la sempre più attiva Andromeda Relix) firma un debut che per sonorità e atmosfere ricorda i primi passi di Dream Theater, Queensryche e nostrani Eldritch. Progressive metal potente ma strutturato in modo da privilegiare la forma canzone attraverso un’innata capacità di donare melodie e chorus immediati. Palindromia è quindi un disco obbligatorio per chi è cresciuto con un certo tipo di hard&heavy e la band mi è apparsa da subito più rodata rispetto alla poca esperienza sin qui maturata, sia per quanto riguarda il songwriting, sia per gli intrecci strumentali, soprattutto nelle dinamiche tra Riccardo Castelletti (chitarra) e lo special guest Alessandro Bertoni (tastiere), che per ritmiche decisamente robuste firmate da Nicolò Dalla Valentina (batteria) e Filippo Zamboni (basso). Buona anche la prova di Andrea Zamboni (voce), a proprio agio in special modo nei registri alti ed emozionale al punto giusto. Dopo una breve introduzione parte l’attacco di Beyond dreams, ben impostata sui riff di Castelletti e i tappeti esemplari di Bertoni, per poi proseguire con Leave me here, trama sofisticata e brezza melodica su cui si inerpica il canto di Zamboni. Segue il crescendo memorabile di The gate of time, un hard prog articolato e coinvolgente e Feel alone, pezzo che mostra diverse anime della musica dei Fatal Destiny. Si punta forte sull’aspetto melodico con Dear Amy, fresca e con una costruzione più lineare, prima del finale di Human factory, tipicamente progressiva e ancora convincente nel risultato finale. I 35 minuti di Palindromia sono indubbiamente un buon inizio per una band che ha margini di miglioramento e tutte le possibilità per crescere e maturare con la dovuta calma, le doti ci sono tutte e il lavoro appena pubblicato è una validissima testimonianza delle loro capacità artistiche. (Luigi Cattaneo)

Beyond dreams (Video)

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