venerdì 7 novembre 2025

ALELOI, It smells funny (2025)

 



Esordio per il bassista Alessandro Loi, autore con It smells funny di un lavoro decisamente variopinto e curioso, complici alcuni musicisti davvero ottimi come Gigi Rivetti (piano, da due decenni con gli Statuto), Alberto Borio (trombone, membro dei Fratelli Lambretta Ska Jazz), Simone Garino (sax) e Giulio Arfinengo (batteria), riuniti sotto il monicker Toxic Jazz Factory. Jazz, soul e R&B si inseguono all’interno di un disco influenzato da Horace Silver, The Jazz Messengers e Return to Forever, espressione schietta di un album che parte subito in quarta con The throne room, brano ricchissimo di groove e freschezza. Ci sono gli anni ’70 del genere in questo debutto, seppure non c’è uno sguardo passatista sulla materia, basti ascoltare l’ottima Luna storta, dove il feeling del quintetto incontra la tromba di Fabrizio Bosso, ma anche Novembre, ben costruita da Loi e la band insieme al chitarrista Alessandro Di Virgilio, e The Shepherd’s march, che vede la partecipazione dei Fratelli Lambretta e di Paolo Bonfanti alla chitarra. Un primo passo a proprio nome scorrevole e sincero per Loi, la cui dimensione reale, anche a giudicare dalle trame di It smells funny, pare quella del concerto, occasione dove probabilmente le composizioni dell’album possono davvero spiccare il volo. (Luigi Cattaneo)  


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