venerdì 11 luglio 2014

JUNKFOOD, The Cold Summer of the Dead (2014)


The Cold Summer of the Dead è il ritorno dei Junkfood, che con questo nuovo album non solo confermano le qualità già emerse con il debut Transcience del 2011 ma fanno probabilmente un ulteriore passo avanti in termini di compatezza e maturità artistica. Post, avanguardia, jazz, noise, tutto ben centrifugato e rigorosamente strumentale, un assalto in cui non mancano appigli melodici, magari non immediati ma di grande fascino e soprattutto molto riusciti. Il titolo vale più di mille parole. Difatti The Cold Summer of the Dead è la traduzione del verso conclusivo di Novembre, una poesia di Giovanni Pascoli e il clima riflette assolutamente quelle righe a cui fa riferimento. I 38 minuti dell’album appaiono pregni di oscurità, spettrali, grevi, ma con un’andatura poderosa, con tratti di pura angoscia rumoristica, quasi come se ci trovassimo dinnanzi ad una colonna sonora di qualche thriller movie settantiano. Le parti più dure si combaciano in maniera ideale con quelle maggiormente atmosferiche ma il mood minaccioso non viene mai a cadere. The Cold Summer of the Dead è un trip paranoico che conquista, un viaggio emozionante in cui la tromba di Paolo Raineri disegna prospettive Avant-Jazz, la sezione ritmica formata da Simone Calderoni (basso) e Simone Cavina (batteria) appare compatta e precisa anche nei tanti tempi dispari presenti e la chitarra di Michelangelo Vanni è capace di sfumare verso soluzioni psichedeliche di notevole intensità o di serrare l’ascoltatore con riff aggressivi e fulminanti. È un melting pot di suoni e situazioni ora più maestose (On Canvas), ora più vicine al math (Days are Numbered) ed è impossibile non rimanere colpiti dalle distorsioni avanguardistiche che si incontrano lungo il tragitto (Below the Belt) o dalla tensione che fuoriesce da alcuni splendidi episodi (The Quiet Sparkle). The Cold Summer of the Dead è un lavoro con un proprio carattere distintivo ed ha il merito di mostrare la grande personalità di uno dei gruppi strumentali più interessanti della scena alternativa italiana. (Luigi Cattaneo)

Full Album From Youtube

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