Back
to the Stars è un disco che parte da lontano. Da
quegli anni ’90 che iniziarono a riportare piano piano a galla umori prog a
dire il vero mai del tutto sopiti. Fabio Serra, polistrumentista e produttore,
è il mastermind di un progetto pensato con Alex Brunori dei mai troppo
celebrati Leviathan e naufragato in era pre-internet per la distanza tra i due
(il primo veronese, il secondo romano). Ma il periodo positivo del progressive
ha indotto qualche anno fa Serra a riportare a galla parte del materiale di
vent’anni fa e a chiamare a sé Massimo Piubelli alla voce (cantante dei
Methodica), Gianni Sabbioni al basso e Gianni Brunelli alla batteria. Fabio già
in tempi non sospetti aveva avuto esperienze in ambito prog, dapprima con gli
Arlequin, con cui incise un demo ad inizio anni ’80 e poi con gli Yellow
Plastic Shoobedoo, una tribute band dei Genesis (in entrambe era presente Alberto
Bonomi dei D.F.A.). Anche l’Andromeda Relix, non molto attiva in ambito progressive,
inizia a dare spazio al genere e dopo il bel debut del Fauno di Marmo
(recensito qualche mese fa su queste pagine), ecco questo ottimo esordio a nome
Røsenkreütz. Serra recupera il tempo perduto passando in rassegna più di
quarant’anni di prog, miscelato con una leggera dose di AOR, in un incontro
virtuale tra Gentle Giant, Spock’s Beard, Shadow Gallery, Asia e Kansas,
risultando credibile e soprattutto estremamente ispirato. C’è una bella dose di
emotività e impatto tra le pieghe dell’album, già dall’iniziale Signals in the water, brano coinvolgente
e dall’intenso finale, così come Sitting
on the edge of heaven che presenta rimandi non solo al gigante gentile ma
anche ai più attuali Haken, in cui spiccano Luca Nardon alle percussioni e
soprattutto Gabriele Amadei al violino, veramente in linea con la carica del
pezzo. È un inizio di grande valore, che evidenzia capacità tecniche e un
feeling di notevole caratura, aspetto a volte meno rimarcato nei dischi prog e
che qui invece appare essere punto di forza dell’intera proposta. Più vicina a
canoni AOR è Conditioning, momento
pieno di groove a cui partecipa al Chapman Stick una figura di spicco del
progressive nostrano, Cristiano Roversi, membro di Moongarden e Mangala Vallis.
Nothing More in You prevede uno
splendido duetto tra Angela Merlin e Piubelli, in uno dei frangenti più sentiti
tra quelli presenti, mentre Childish
Reaction mostra nuovamente il lato Aor del gruppo, sempre suonato con
grazia e vigore. I am the Walrus ripropone
in chiave progressive un classico dei Beatles, prima della chiusura affidata
alla lunga title track, una monumentale suite in cui ritroviamo tutti gli
aspetti che contraddistinguono la musica della band, così vibrante e carica di
pathos. Back to the Stars è un lavoro
di grande livello e c’è solo da augurarsi che Serra possa avere l’opportunità di
celebrarlo anche in sede live e di poter continuare questa nuova avventura,
tenuta nel cassetto davvero troppi anni. (Luigi Cattaneo)
Al seguente link è possibile ascoltare Back to the Stars
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