giovedì 5 ottobre 2017

ONIRIC, Migration (2016)


Attivo da più di dieci anni con il marchio Oniric, Walter Bosello (già voce dei Soundrise) torna con il nuovo Migration, l’ottavo disco per questa creatura da sempre avvezza all’autoproduzione più totale. Il concept in questione racconta del viaggio di un popolo che decide di allontanarsi dal proprio pianeta e la tematica fantasy ben si addice al sound compatto e potente creato ad hoc da Bosello, bravo nello sviluppare un discorso che parte dai Genesis per passare dai Pendragon e toccare la figura di Bruce Soord e dei suoi Pineapple Thief. Gli evidenti richiami alla fantascienza si manifestano sin dall’iniziale Not to the moon, uno dei pezzi migliori per iniziare il racconto, un hard space tirato e coinvolgente. In my heart you’re here non tira di certo i remi in barca, proponendo un prog metal di grande effetto e lo stesso copione viene riproposto nell’ottima Onward, che si colora di sfumature ora neoprog ora più elettroniche. Lo scenario confluisce in The Mutation, tipico esempio di heavy prog post 2000, mentre Ancestria torna indietro nel tempo, soprattutto per l’utilizzo dell’organo da parte di Walter, bravo nel coniugare con efficacia istanze sonore variegate che derivano da fonti d’ispirazione che coprono più di quarant’anni di progressive. Discovery ricorda qualcosa degli ultimi lavori dei Ranestrane, così come Space debris è una splendida ballata vicina ai Porcupine Tree. Più tirata la successiva Give some ground, composizione dai toni maestosi capace di muoversi lungo contorni indefiniti giocati sul contrasto tra elementi tenui e passaggi hard prog. Cast a wave mostra anche la capacità di Bosello di dare vita a pezzi più leggiadri, ma è un lampo spazzato via dal neoprogressive di Dear Aq-Nanda, traccia che non disdegna furori alla Van Der Graaf Generator. Chiude l’album il buon prog inglese di Seed of disharmony, anche se vi sono due piacevoli bonus finali, World 2.0 e We’ll break this spell, entrambe molto melodiche e, perché no, radiofoniche. Bel ritorno questo Migration, godibile per tutta la sua durata e con un discreto potenziale per poter attirare anche chi si sente più vicino al progressive degli ultimi 10-15 anni. (Luigi Cattaneo)
 
Not to the moon (Video)
 

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